Books by Fabrizio Vistoli
Il libro, di agevole lettura, racconta la storia di Cesano, antico centro dell’Agro Romano, a nor... more Il libro, di agevole lettura, racconta la storia di Cesano, antico centro dell’Agro Romano, a nord della Capitale, ed illustra, attraverso un’ampia documentazione fotografica, insospettabili emergenze archeologiche e artistiche presenti nel suo caratteristico borgo e nel territorio circostante.
Guida pratica e di facile consultazione per turisti e visitatori, il volume si presta a diventare uno strumento di conoscenza a supporto di studiosi e insegnanti che vogliano interessarsi di storia locale, nonché auspicabile opportunità, per la popolazione residente, di recupero della propria identità “comunitaria”.
Un singolare obiettivo su Cesano, alla scoperta di tesori e curiosità dalle epoche più remote sino all’età moderna e contemporanea, in una sorta di itinerario guidato ai “Luoghi della Cultura”.
Edited Books by Fabrizio Vistoli

Scritti per il Centenario (1920-2020) (Atti e Memorie della Società Magna Grecia, s. V, VI), a cura di F. Vistoli, Pisa-Roma 2022.
Senza sottintesi trionfalistici o autocelebrativi, la Società Magna Grecia ha deciso di ricordare... more Senza sottintesi trionfalistici o autocelebrativi, la Società Magna Grecia ha deciso di ricordare i primi cento anni di attività programmando – nel pieno della pandemia da Covid-19 – un numero speciale della propria Zeitschrift, comprensivo di una serie di ben assortite riflessioni sulla sua storia evenemenziale (G. Guzzo, G. Maddoli) e sulla vicenda umana e professionale dei suoi principali animatori (N. de Haan, G. Greco, M. Mazza, R. Spadea), riflessioni peraltro già anticipate in un’apposita «Segnatura» lincea del febbraio 2019, cui fanno da contorno inediti studi di topografia archeologica (M. Gras, G. Tocco & M. Franco), riletture a tutto tondo di vecchi scavi (M. Rubinich) e ampie puntualizzazioni storiografiche sul «lungo percorso di conoscenza» dei rilievi fittili locresi (C. Sabbione, F. Vistoli). In calce al tomo sono presentati gli Indici integrali degli “Atti e Memorie” 1928-2021.
SOMMARIO. - Gerardo BIANCO, "Premessa"; Fabrizio VISTOLI, "Introduzione". * Nathalie de HAAN, "Umberto Zanotti Bianco e l’archeologia della Magna Grecia nell’Italia fascista". - Michel GRAS, "Siris non fu mai apoikia". - Giovanna GRECO, "Umberto Zanotti Bianco: un cavaliere rose-croix a difesa di monumenti, paesaggi e ambiente". - Pietro Giovanni GUZZO, "La Società Magna Grecia e il suo ruolo sociale. Passato e presente". - Gianfranco MADDOLI, "Passato, presente e futuro dell’impegno meridionalistico e archeologico della Società Magna Grecia". - Mario MAZZA, "Ricerca storica e impegno meridionalistico: la Società Magna Grecia da Zanotti Bianco a Pugliese Carratelli". - Marina RUBINICH, "Elisa Lissi e gli scavi degli anni Cinquanta a Locri Centocamere". - Claudio SABBIONE, "I pinakes di Locri Epizefiri: un lungo percorso di conoscenza con la Società Magna Grecia". - Roberto SPADEA, "A Sibari, con Paola Zancani Montuoro". - Giuliana TOCCO, Marianna FRANCO, "L’impegno della Società Magna Grecia per la salvaguardia e la valorizzazione dell’Appia antica nel solco segnato da Umberto Zanotti Bianco". - Fabrizio VISTOLI, «Bisogna pubblicare i pinakes!» Controstoria dell’edizione dei rilievi fittili locresi alla luce di nuova documentazione d’archivio. * "Atti e Memorie della Società Magna Grecia. Indici 1928-2021", a cura di Fabrizio VISTOLI.

"Miscellanea di studi in memoria di Enzo Lippolis" (Atti e Memorie della Società Magna Grecia, s. V, IV-V), I-II, a cura di F. Vistoli, Pisa-Roma 2021
A quasi tre anni dalla prematura quanto dolorosa scomparsa di Enzo Lippolis (3 marzo 2018), occor... more A quasi tre anni dalla prematura quanto dolorosa scomparsa di Enzo Lippolis (3 marzo 2018), occorsa con «modalità paradossali, degne di un eroe greco […] chiamato a sé dagli dei proprio nel momento più alto della sua parabola umana e professionale» (G.F. La Torre) , la Società Magna Grecia ha inteso ricordarne la poliedrica figura promuovendo l’edizione di una raccolta composita di scritti dedicati alla sua memoria. Pur non ricoprendo, infatti, un ruolo attivo nei ranghi dell’Istituto (la sua cooptazione nel Corpo consultivo di quest’ultimo era stata tuttavia già deliberata, anche se ancora non resa esecutiva, nel novembre del 2017), l’accademico tarantino era ormai da diversi anni – e unanimemente – annoverato tra le voci più autorevoli della ricerca specialistica avente come orizzonte l’archeologia della Grecità occidentale: campo d’indagine condiviso, sul quale Lippolis, integrando eterogenei fattori di conoscenza (Politica, Società, Economia, Religione), aveva fondato larga parte della sua lunga e proficua carriera di indagatore del Passato sino ad essere quotato, «grazie ad un impegno generoso e costante», tra i più saldi punti di riferimento (top performer) dell’antichistica classica italiana.

Città di fondazione. Comunità politiche e storia sociale (Storia Urbana, 22), a cura di S. Misiani, R. Sansa, F. Vistoli, Milano, FrancoAngeli, 2020
Il volume pubblica i risultati di alcune ricerche condotte nell’ambito delle attività dell’Osserv... more Il volume pubblica i risultati di alcune ricerche condotte nell’ambito delle attività dell’Osservatorio internazionale geopolitico sulle città di fondazione, istituito nel 2015 a Sabaudia allo scopo di creare una rete di studiosi interessati ad approfondire le cause della nascita e del fallimento delle comunità politiche in una prospettiva diacronica e policentrica di global history. L’idea avanzata nel volume, infatti, è quella che il modello di città ideale, storicamente sedimentato e dunque osservabile nella lunga durata, mantenga ancora oggi la sua validità, pur in un contesto geopolitico mutato.
La storiografia contemporanea ha riservato al tema della "fondazione di città" un'attenzione prevalentemente tesa a smascherare il richiamo alla dimensione identitaria come mero strumento ideologico. Diversamente, in questa sede, si avanza una proposta di lettura che rileva ed enfatizza l’efficacia simbolica e concreta delle fondazioni urbane nel processo di costruzione di identità collettive prima e di democrazie nazionali poi.

«Tomba di Nerone»: toponimo, comprensorio e zona urbanistica di Roma Capitale. Scritti tematici in memoria di Gaetano Messineo (Fors Clavigera, 2), a cura di F. Vistoli, Roma 2012.
Intimamente legato al recente intervento di valorizzazione e restauro di uno dei monumenti più ri... more Intimamente legato al recente intervento di valorizzazione e restauro di uno dei monumenti più rilevanti del suburbio capitolino (novembre 2009; febbraio-aprile 2010), il volume prende in esame, con approccio multidisciplinare e taglio diacronico, la storia e l’archeologia di quella tenuta della Campagna Romana che nella letteratura scientifica era ed è conosciuta con il nome di «Tomba di Nerone».
Una leggenda popolare designa con questo appellativo un sepol-cro romano situato sul lato destro dell’antica via Cassia, nei pressi della sesta scansione miliaria. Si tratta, in realtà, di un imponente sarcofago marmoreo, eretto su podio, con coperchio displuviato, appartenuto – come dichiara la tabella appostavi – al cavaliere der-tonese Publio Vibio Mariano e alla di lui moglie Reginia Maxima.
Questo singolare monumento funerario ricade oggi in territorio comunale, a ridosso ed internamente al Grande Raccordo Anulare, lungo il percorso moderno della citata ex Consolare (km, 9,800), mentre nell’antichità era ubicato nel distretto extra-urbano di Roma. La sua presenza, anzi, fin dalla sua costruzione (seconda metà del III sec. d.C.) e poi oltre in epoca medievale e moderna, ha contraddistinto un omogeneo comparto territoriale – denomi-nato nel tempo «Tenuta Casal Saraceno o S. Andrea» – ricchissi-mo di emergenze archeologiche, dimore storiche, chiese e giar-dini, assai poco noti.
Nell’intento di colmare tale lacuna di conoscenza a più livelli, si è ritenuto opportuno procedere ad una tripartizione di comodo dell’ingente ed eterogenea materia sottoposta a vaglio critico.
Nel «capitolo» iniziale sono stati così posti in luce i principali aspetti della topografia storica locale, come emersi dall’analisi di diversi documenti d’archivio, cartografici e fotografici; nella seconda parte, invece, sono stati presentati nuovi studi – apposi-tamente affidati – sul monumento principe dell’area, tra cui la re-lazione tecnica sul restauro del manufatto antico, nonché la presentazione del piano di assetto e riqualificazione urbanistica di un segmento della cinquantatreesima zona toponomastica del Comune di Roma. Chiude il tomo, infine, una coda di approfondimenti tematici che danno conto di aneddoti e curiosità connessi con l’areale in esame.
SOMMARIO: Presentazioni; Premesse; Introduzione. Gaetano Messineo dicatum. Gaetano Messineo. In memoriam (Fabrizio Vistoli); Gaetano Messineo: appassionato custode del patrimonio storico-archeologico d’Abruzzo (Francesca Ranieri); Parte I: Il comprensorio. «Tomba di Nerone»: un’esperienza di studio e ricerca sul Suburbio romano (Fabrizio Vistoli); La vicenda della sepoltura di Nerone: coordinate storiche e risvolti leggendari (Alessandro Locchi); Lungo la via Cassia. Paesaggio storico e vestigia architettoniche nella tenuta della «Sepoltura di Nerone» (Rossana Nicolò); Memorie di ricerche antiquarie nella tenuta della «Sepoltura di Nerone» (1780-1796) tratte dall’archivio del Capitolo Vaticano (Alexis Gauvain); Gli scavi del Capitolo di San Pietro nella tenuta della «Sepoltura di Nerone»: dati antiquari dagli archivi e dai Musei di Roma (Alessandro Locchi e Fabrizio Vistoli); Sculture antiche dall’area della cosiddetta «Tomba di Nerone» nei Musei Vaticani (Giandomenico Spinola); Tituli sepulchrales di Taminia Novatilla e della gens Laecania (Claudia Lega); L’inedito sarcofago di Taminia Novatilla e gli scavi della Fabbrica di San Pietro alla cava della «Sepoltura di Nerone» (Pietro Zander); Iscrizioni sepolcrali di Sextus Appius Severus e di sua figlia Appia Severa, sposa del console Lucius Ceionius Commodus (Claudia Lega); Un «cippo con bassorilievo di Diana» dall’area della cosiddetta Sepoltura di Nerone (Alessandro Locchi e Fabrizio Vistoli); Grottarossa: ipotesi su di un nuovo luogo di culto cristiano (Licia Capannolo). Parte II: Il monumento. Il sepolcro di Publio Vibio Mariano: analisi dei dati epigrafici e prosopografici (Silvia Evangelisti); Su alcune iscrizioni e graffiti della «Tomba di Nerone» (Licia Capannolo e Ilaria De Luca); Il restauro conservativo della Tomba di Publio Vibio Mariano (Cristina Giagnacovo, Luigi Loi e Marco Santancini); Sistemazione e valorizzazione dell’area circostante il sarcofago di Publio Vibio Mariano. Relazione tecnico-illustrativa (Francesco Coccia e Pietro Scaglione); Parte III: Approfondimenti tematici. «Antegressae causae Principatus». Un brano di storia romana su un singolare rilievo tardo-repubblicano dalla via Cassia (Alessandro Locchi e Fabrizio Vistoli); Casal Saraceno e la chiesetta di Sant’Andrea Apostolo: una messa a punto (Rossana Nicolò e Fabrizio Vistoli); Villa Paladini-Casartelli a Tomba di Nerone (Rossana Nicolò e Fabrizio Vistoli); L’omicidio della pellegrina Anna Kotten presso «Tomba di Nerone» nei suoi risvolti letterari, storico-religiosi e topografici (Fabrizio Vistoli); André-Jacques Garnerin e il globo aerostatico caduto a «Tomba di Nerone» nel 1804 (Roberto Bonuglia); Architetture del XX secolo a Roma Nord: una panoramica (Laura Annesi e Rossana Nicolò). Referenze iconografiche.

La riscoperta della via Flaminia più vicina a Roma: storia, luoghi, personaggi. Atti dell’Incontro di Studio, Roma 22 giugno 2009 (Fors Clavigera, 1), a cura di F. Vistoli, Roma, Nuova Cultura, 2010,
«… Prima cura dei Romani per consolidare le loro conquiste e favorirne di nuove, fu quella di cos... more «… Prima cura dei Romani per consolidare le loro conquiste e favorirne di nuove, fu quella di costruire veloci e sicure strade di comunicazione. Partendo dal miglio aureo, collocato nel Foro Romano, queste arterie si spingevano fino alle estreme propaggini del mondo allora conosciuto, vincendo difficoltà di ogni sorta e formando una fitta rete connettiva tra la Capitale e le provincie ...».
Più o meno con queste parole, quasi un secolo fa, lo scrittore Edoardo Martinori apriva la sua fortunata guida sulla via Flaminia, una delle principali strade ricordate, voluta dal censore – poi console – Gaio Flaminio al tempo della CXXXIX Olimpiade (anno 531 di Roma) e portata a compimento in soli quattro anni nel percorso principale da Roma a Rimini.
Da allora le conoscenze acquisite su questo importantissimo iter, specie nel tratto più vicino all’Urbe, sono esponenzialmente aumentate, grazie a sapienti indagini archeologiche e metodici accertamenti scientifici in corso d’opera dagli inizi degli anni Ottanta del secolo scorso.
I risultati di tali esplorazioni, che hanno consentito il riordinamento, l’aggiornamento e talvolta la correzione di precedenti studi e ricostruzioni a firma di insigni archeologi e storici dell’Ottocento e degli inizi del Novecento (Thomas Ashby, Giacomo Boni, Ersilia Caetani Lovatelli, Giuseppe Antonio Guattani, Rodolfo Lanciani, Antonio Nibby, Carlo Promis, Fritz Töbelmann, et coetera), vogliono ora essere portati alla più ampia attenzione della collettività, con duplice intento: innanzitutto far avvicinare il pubblico, specie quello più giovane, alle testimonianze del passato meno conosciute, al fine di suscitarne la sensibilità e favorirne approcci nuovi; in secondo luogo, fissare capisaldi di conoscenza da cui partire per avviare progetti di recupero e di fruizione dal punto di vista latamente culturale oltre che turistico.
SOMMARIO: Presentazioni; Premesse; Introduzione. I Saggi: La via Flaminia antica più vicina a Roma: stato dell’arte e prospettive future (Fabrizio Vistoli); «G. Flaminius censor viam Flaminiam muniit». Genesi e storia della via Flaminia (Francesco Laddaga); La via Flaminia non più «devia spinis et terra alte obruta». Due casi esemplari: gli horti di Ovidio e il mausoleo di Tor di Quinto (Fabrizio Vistoli); Le galline e gli allori dell’«Ulisse in gonnella». Note sulla villa di Livia ad Gallinas albas (Maria Pia Partisani); «Illo die hostem Romanorum esse periturum». Da Ponte Milvio a Malborghetto: la battaglia di Saxa Rubra e la conversione di Costantino (Francesco Laddaga). Referenze iconografiche.

Emergenze storico-archeologiche di un settore del suburbio di Roma: la Tenuta dell’Acqua Traversa. Atti della Giornata di Studio, Roma 7 giugno 2003, a cura di F. Vistoli, Roma, Comune di Roma, 2005
Il volume pubblica gli Atti della Giornata di Studio omonima, organizzata con il patrocinio del X... more Il volume pubblica gli Atti della Giornata di Studio omonima, organizzata con il patrocinio del XX Municipio del Comune di Roma e svoltasi presso la Sala Conferenze del Museo “Venanzo Crocetti” il 7 giugno 2003, in perfetto, significativo, parallelismo con il rianimarsi del dibattito circa la “sorte” e la futura destinazione d’uso di una delle più importanti dimore storiche situate nella zona nord di Roma qual è Villa Manzoni.
Essa ha inteso ripercorrere tanto le vicende storiche riguardanti il vasto comprensorio conosciuto con il nome di “Acqua Traversa” entro cui ricade il grandioso impianto progettato dal celebre architetto Armando Brasini (1879-1965), a sua volta costruito al di sopra dei resti emergenti della residenza suburbana dell’imperatore Lucio Vero (161-169 d.C.), quanto fare il punto delle numerose scoperte archeologiche concernenti lo specifico tratto della via Cassia antica all’altezza del V miglio localizzato all’interno dell’area citata e rivelatosi particolarmente ricco di implicazioni scientifiche.
Papers by Fabrizio Vistoli

Studi e Materiali di Storia delle Religioni, 90, 1, 2024
La definizione dei boschi sacri (Luci non Nemora) distribuiti nell’antico territorio romano costi... more La definizione dei boschi sacri (Luci non Nemora) distribuiti nell’antico territorio romano costituisce, com’è noto, un tema controverso e scarsamente documentato. Accanto al fortunato caso del Lucus Deae Diae, alcune preziose testimonianze letterarie ed epigrafiche consentono, nondimeno, di indentificare ai confini del territorio primitivo di Roma (ager Romanus antiquus) il Lucus Robiginis, un angolo del suburbio nord-occidentale dell’Urbe, deputato al contrasto, fin da tempi remoti e con opportuni riti propiziatori, di una ricorrente e temibile minaccia per gli agricoltori: la ruggine del grano. La corretta identificazione dello scenario rituale in questione viene corroborata dall’analogo riferirsi ad esso della Litania Maggiore (o Rogationes), una processione cristiana finalizzata alla salvaguardia del mondo rurale dalle incognite della natura.

Opuscula, Nov 1, 2008
This paper presents an unpublished clay plate with painted decoration found during field surveys ... more This paper presents an unpublished clay plate with painted decoration found during field surveys conducted in 1994 inside the area of a new Etruscan settlement discovered in the district of "Acquatraversa", nearby the ancient route of via Veientana (Rome). The analytical study of this important and typical object, besides comparison with related pottery, makes it possible to assign its date exactly to the beginning of the last quarter of seventh century BC, as well as to suggest that it was manufactured in the territory of ancient Capena.* * Desidero rivolgere un sincero ringraziamento a Gaetano Messineo per avermi segnalato, ormai cinque anni or sono, l'esistenza del piatto in oggetto, incoraggiandomi, nello stesso tempo, a redigere la presente nota; pari riconoscenza debbo a Flavia Lodovici e a Francesca Giambruni della s.c.r.l. ARES di Siena le quali hanno realizzato, sotto la mia guida, i disegni del piatto che si allegano. Le autorizzazioni a pubblicare le foto delle Figg. 6-11 sono state gentilmente concesse dalle direzioni del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia e del Museo Nazionale Preistorico Etnografico « L. Pigorini » di Roma, cui non può non andare la mia gratitudine. 1 Cfr. Carbonara, Messineo & Pellegrino 1996, 15. 2 La c.d. 'Collina INA' (dal nome dell'Ente già proprietario) o 'Collina dei Cavalli' (per via degli equini qui spesso al pascolo) è ubicata all'altezza del V miglio antico circa della consolare Cassia, nell'angolo formato dal percorso moderno di tale strada e l'innesto dell'attuale via Cortina d'Ampezzo, a ridosso della Riserva naturale dell'Insugherata (cfr. De Francesco 2004, 81-85, fig. 41). Delimitata a nord e a sud rispettivamente dai fossi della Rimessola e dei Frati, entrambi affluenti del maggiore fosso di Acquatraversa, a sua volta tributario del Tevere, presenta una superficie complessiva di poco superiore ai due ettari, ed è caratterizzata da un'ampia spianata sommitale 'a terrazzo' sulla valle fluviale sottostante (IGM f. 150 IV NO; 149 I NE, quota 117), da ritenersi, secondo Carbonara, Messineo & Pellegrino 1996, 13-14, direttrice di collegamento tra Veio e Roma alternativa ai tracciati viari di terra che in epoca storica sono identificati con i nomi di via Trionfale e di via Veientana. 3 Fiormonte 1995, 12.
Vistoli F., Introduzione, in Scritti per il Centenario (1920-2020) (Atti e Memorie della Società Magna Grecia, s. V, VI), a cura di F. Vistoli, Pisa-Roma 2022, pp. 11-13.
Volume celebrativo per i 100 anni della Società Magna Grecia

Vistoli F, «Bisogna pubblicare i pinakes!» Controstoria dell’edizione dei rilievi fittili locresi alla luce di nuova documentazione d’archivio, in Scritti per il Centenario (1920-2020) (Atti e Memorie della Società Magna Grecia, s. V, VI), a cura di F. Vistoli, Pisa-Roma 2022, pp. 179-250.
«The pinakes must be published!». A counterstory of the publication of locrian clay reliefs in th... more «The pinakes must be published!». A counterstory of the publication of locrian clay reliefs in the light of new archival records. – This essay charts the troubled process of survey, classification and then the collective publication of the so-called pinakes (πινάκια ἀναθηματικά) from Locri Epizefiri: votive terracotta reliefs, universally regarded as some of the most significant proofs of the religious and artistic culture of Magna Graecia. Though its outline is known, the unique historiographic events that punctuated the gradual analytical investigation of the extant specimens of this peculiar class of artefacts is chronicled herein, in view of so-far-unpublished archival records that can shed new light on the facts, places and characters involved in the main research work on the Locrian plaques.
Vistoli F., "Atti e Memorie della Società Magna Grecia. Note storiche e Indici 1928-2021", in Scritti per il Centenario (1920-2020) (Atti e Memorie della Società Magna Grecia, s. V, VI), a cura di F. Vistoli, Pisa-Roma 2022, pp. 251-288.
Indici integrali della Zeitschrift ufficiale della Società Magna Grecia.
Necrologio di Elisa Lissi Caronna, corredato della sua bibliografia 1955-2018.
Strumento offerto agli studiosi per aiutarli a ricostruire il lascito intellettuale di Enzo Lippo... more Strumento offerto agli studiosi per aiutarli a ricostruire il lascito intellettuale di Enzo Lippolis (1956-2018) e il prezioso contributo critico da questi offerto in oltre sei lustri alla disciplina di riferimento.
A quasi tre anni dalla prematura quanto dolorosa scomparsa di Enzo Lippolis (3 marzo 2018), occor... more A quasi tre anni dalla prematura quanto dolorosa scomparsa di Enzo Lippolis (3 marzo 2018), occorsa con «modalità paradossali, degne di un eroe greco […] chiamato a sé dagli dei proprio nel momento più alto della sua parabola umana e professionale», la Società Magna Grecia ha inteso ricordarne la poliedrica figura promuovendo l'edizione di una raccolta composita di scritti dedicati alla sua memoria.

La figura mercuriale di Umberto Zanotti Bianco (La Canea, Creta, 1889-Roma, 1963) è stata sottopo... more La figura mercuriale di Umberto Zanotti Bianco (La Canea, Creta, 1889-Roma, 1963) è stata sottoposta nel tempo a vaglio critico da molteplici angolature, difficili da raccordare in un profilo a tutto tondo che «senza usurpare il dominio della storia» non cada nell’«aridità del processo verbale» (L. Cibrario, Serie di biografie contemporanee, II, Torino 1853, p. 298). A dispetto di ciò, non può non ravvisarsi come tratto unificante delle diverse anime del filantropo anglo-piemontese il suo essere latore e propagatore di principi ed ideali in un certo qual modo progressisti nel costume e nella vita politica del suo tempo. Pur appartenendo, difatti, per educazione e atteggiamento culturale ad una generazione in cui era considerato dovere delle classi più elevate occuparsi dei problemi di quelle disagiate, trasformò questa fredda norma atavica in un propulsivo imperativo morale su cui fideisticamente fondare, assieme al lievito della cultura e dell’associazionismo, la sua idea di mondo declinata al futuro.
Biografia e analisi critica dell'opera dell'«architetto-archeologo» Antonio Zannoni (Faenza, 29 d... more Biografia e analisi critica dell'opera dell'«architetto-archeologo» Antonio Zannoni (Faenza, 29 dicembre 1833 – Ceretolo, 17 agosto 1910).
The origin and development of a novel hypothesis concerning the location of the Irpinian tract of... more The origin and development of a novel hypothesis concerning the location of the Irpinian tract of the Via Appia is discussed and, contrary to claims hitherto sustained, can be identificated as relating to the ancient city of Conza della Campania (Compsa) and the course of the Ofanto river. The tangled history of the Romanization of Samnieum is clarified and its relationship to neglected areas of Eastern Irpinia. This provides a solution to complex problems of tracing the way through the area approaching Volturno and the location of two way-stations of the Regina Viarum between Aeclanum and Venusia in the Second Regio Augustea (Apulia et Calabria).
Biografia e analisi critica dell'opera del pittore Achille Vertunni.
The aim of the paper is to give an overview about the “Archaological Archives” held by ANIMI (Ass... more The aim of the paper is to give an overview about the “Archaological Archives” held by ANIMI (Associazione Nazionale per gli Interessi del Mezzogiorno d’Italia) and its department of antiquities (Società Magna Grecia), that promotes studies and excavations concerning ancient civilizations of Southern Italy since 1920. In addition to a brief presentation of individual Archives, are not only provided information on measures undertaken over time to protect and promote this remarkable documentary heritage (written documents, drawings, photographs, correspondence, grey literature, semi-finished printing products, etc.), but also explanations about archival finding aids which allow to approach these collected materials and use them for historical research.
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Books by Fabrizio Vistoli
Guida pratica e di facile consultazione per turisti e visitatori, il volume si presta a diventare uno strumento di conoscenza a supporto di studiosi e insegnanti che vogliano interessarsi di storia locale, nonché auspicabile opportunità, per la popolazione residente, di recupero della propria identità “comunitaria”.
Un singolare obiettivo su Cesano, alla scoperta di tesori e curiosità dalle epoche più remote sino all’età moderna e contemporanea, in una sorta di itinerario guidato ai “Luoghi della Cultura”.
Edited Books by Fabrizio Vistoli
SOMMARIO. - Gerardo BIANCO, "Premessa"; Fabrizio VISTOLI, "Introduzione". * Nathalie de HAAN, "Umberto Zanotti Bianco e l’archeologia della Magna Grecia nell’Italia fascista". - Michel GRAS, "Siris non fu mai apoikia". - Giovanna GRECO, "Umberto Zanotti Bianco: un cavaliere rose-croix a difesa di monumenti, paesaggi e ambiente". - Pietro Giovanni GUZZO, "La Società Magna Grecia e il suo ruolo sociale. Passato e presente". - Gianfranco MADDOLI, "Passato, presente e futuro dell’impegno meridionalistico e archeologico della Società Magna Grecia". - Mario MAZZA, "Ricerca storica e impegno meridionalistico: la Società Magna Grecia da Zanotti Bianco a Pugliese Carratelli". - Marina RUBINICH, "Elisa Lissi e gli scavi degli anni Cinquanta a Locri Centocamere". - Claudio SABBIONE, "I pinakes di Locri Epizefiri: un lungo percorso di conoscenza con la Società Magna Grecia". - Roberto SPADEA, "A Sibari, con Paola Zancani Montuoro". - Giuliana TOCCO, Marianna FRANCO, "L’impegno della Società Magna Grecia per la salvaguardia e la valorizzazione dell’Appia antica nel solco segnato da Umberto Zanotti Bianco". - Fabrizio VISTOLI, «Bisogna pubblicare i pinakes!» Controstoria dell’edizione dei rilievi fittili locresi alla luce di nuova documentazione d’archivio. * "Atti e Memorie della Società Magna Grecia. Indici 1928-2021", a cura di Fabrizio VISTOLI.
La storiografia contemporanea ha riservato al tema della "fondazione di città" un'attenzione prevalentemente tesa a smascherare il richiamo alla dimensione identitaria come mero strumento ideologico. Diversamente, in questa sede, si avanza una proposta di lettura che rileva ed enfatizza l’efficacia simbolica e concreta delle fondazioni urbane nel processo di costruzione di identità collettive prima e di democrazie nazionali poi.
Una leggenda popolare designa con questo appellativo un sepol-cro romano situato sul lato destro dell’antica via Cassia, nei pressi della sesta scansione miliaria. Si tratta, in realtà, di un imponente sarcofago marmoreo, eretto su podio, con coperchio displuviato, appartenuto – come dichiara la tabella appostavi – al cavaliere der-tonese Publio Vibio Mariano e alla di lui moglie Reginia Maxima.
Questo singolare monumento funerario ricade oggi in territorio comunale, a ridosso ed internamente al Grande Raccordo Anulare, lungo il percorso moderno della citata ex Consolare (km, 9,800), mentre nell’antichità era ubicato nel distretto extra-urbano di Roma. La sua presenza, anzi, fin dalla sua costruzione (seconda metà del III sec. d.C.) e poi oltre in epoca medievale e moderna, ha contraddistinto un omogeneo comparto territoriale – denomi-nato nel tempo «Tenuta Casal Saraceno o S. Andrea» – ricchissi-mo di emergenze archeologiche, dimore storiche, chiese e giar-dini, assai poco noti.
Nell’intento di colmare tale lacuna di conoscenza a più livelli, si è ritenuto opportuno procedere ad una tripartizione di comodo dell’ingente ed eterogenea materia sottoposta a vaglio critico.
Nel «capitolo» iniziale sono stati così posti in luce i principali aspetti della topografia storica locale, come emersi dall’analisi di diversi documenti d’archivio, cartografici e fotografici; nella seconda parte, invece, sono stati presentati nuovi studi – apposi-tamente affidati – sul monumento principe dell’area, tra cui la re-lazione tecnica sul restauro del manufatto antico, nonché la presentazione del piano di assetto e riqualificazione urbanistica di un segmento della cinquantatreesima zona toponomastica del Comune di Roma. Chiude il tomo, infine, una coda di approfondimenti tematici che danno conto di aneddoti e curiosità connessi con l’areale in esame.
SOMMARIO: Presentazioni; Premesse; Introduzione. Gaetano Messineo dicatum. Gaetano Messineo. In memoriam (Fabrizio Vistoli); Gaetano Messineo: appassionato custode del patrimonio storico-archeologico d’Abruzzo (Francesca Ranieri); Parte I: Il comprensorio. «Tomba di Nerone»: un’esperienza di studio e ricerca sul Suburbio romano (Fabrizio Vistoli); La vicenda della sepoltura di Nerone: coordinate storiche e risvolti leggendari (Alessandro Locchi); Lungo la via Cassia. Paesaggio storico e vestigia architettoniche nella tenuta della «Sepoltura di Nerone» (Rossana Nicolò); Memorie di ricerche antiquarie nella tenuta della «Sepoltura di Nerone» (1780-1796) tratte dall’archivio del Capitolo Vaticano (Alexis Gauvain); Gli scavi del Capitolo di San Pietro nella tenuta della «Sepoltura di Nerone»: dati antiquari dagli archivi e dai Musei di Roma (Alessandro Locchi e Fabrizio Vistoli); Sculture antiche dall’area della cosiddetta «Tomba di Nerone» nei Musei Vaticani (Giandomenico Spinola); Tituli sepulchrales di Taminia Novatilla e della gens Laecania (Claudia Lega); L’inedito sarcofago di Taminia Novatilla e gli scavi della Fabbrica di San Pietro alla cava della «Sepoltura di Nerone» (Pietro Zander); Iscrizioni sepolcrali di Sextus Appius Severus e di sua figlia Appia Severa, sposa del console Lucius Ceionius Commodus (Claudia Lega); Un «cippo con bassorilievo di Diana» dall’area della cosiddetta Sepoltura di Nerone (Alessandro Locchi e Fabrizio Vistoli); Grottarossa: ipotesi su di un nuovo luogo di culto cristiano (Licia Capannolo). Parte II: Il monumento. Il sepolcro di Publio Vibio Mariano: analisi dei dati epigrafici e prosopografici (Silvia Evangelisti); Su alcune iscrizioni e graffiti della «Tomba di Nerone» (Licia Capannolo e Ilaria De Luca); Il restauro conservativo della Tomba di Publio Vibio Mariano (Cristina Giagnacovo, Luigi Loi e Marco Santancini); Sistemazione e valorizzazione dell’area circostante il sarcofago di Publio Vibio Mariano. Relazione tecnico-illustrativa (Francesco Coccia e Pietro Scaglione); Parte III: Approfondimenti tematici. «Antegressae causae Principatus». Un brano di storia romana su un singolare rilievo tardo-repubblicano dalla via Cassia (Alessandro Locchi e Fabrizio Vistoli); Casal Saraceno e la chiesetta di Sant’Andrea Apostolo: una messa a punto (Rossana Nicolò e Fabrizio Vistoli); Villa Paladini-Casartelli a Tomba di Nerone (Rossana Nicolò e Fabrizio Vistoli); L’omicidio della pellegrina Anna Kotten presso «Tomba di Nerone» nei suoi risvolti letterari, storico-religiosi e topografici (Fabrizio Vistoli); André-Jacques Garnerin e il globo aerostatico caduto a «Tomba di Nerone» nel 1804 (Roberto Bonuglia); Architetture del XX secolo a Roma Nord: una panoramica (Laura Annesi e Rossana Nicolò). Referenze iconografiche.
Più o meno con queste parole, quasi un secolo fa, lo scrittore Edoardo Martinori apriva la sua fortunata guida sulla via Flaminia, una delle principali strade ricordate, voluta dal censore – poi console – Gaio Flaminio al tempo della CXXXIX Olimpiade (anno 531 di Roma) e portata a compimento in soli quattro anni nel percorso principale da Roma a Rimini.
Da allora le conoscenze acquisite su questo importantissimo iter, specie nel tratto più vicino all’Urbe, sono esponenzialmente aumentate, grazie a sapienti indagini archeologiche e metodici accertamenti scientifici in corso d’opera dagli inizi degli anni Ottanta del secolo scorso.
I risultati di tali esplorazioni, che hanno consentito il riordinamento, l’aggiornamento e talvolta la correzione di precedenti studi e ricostruzioni a firma di insigni archeologi e storici dell’Ottocento e degli inizi del Novecento (Thomas Ashby, Giacomo Boni, Ersilia Caetani Lovatelli, Giuseppe Antonio Guattani, Rodolfo Lanciani, Antonio Nibby, Carlo Promis, Fritz Töbelmann, et coetera), vogliono ora essere portati alla più ampia attenzione della collettività, con duplice intento: innanzitutto far avvicinare il pubblico, specie quello più giovane, alle testimonianze del passato meno conosciute, al fine di suscitarne la sensibilità e favorirne approcci nuovi; in secondo luogo, fissare capisaldi di conoscenza da cui partire per avviare progetti di recupero e di fruizione dal punto di vista latamente culturale oltre che turistico.
SOMMARIO: Presentazioni; Premesse; Introduzione. I Saggi: La via Flaminia antica più vicina a Roma: stato dell’arte e prospettive future (Fabrizio Vistoli); «G. Flaminius censor viam Flaminiam muniit». Genesi e storia della via Flaminia (Francesco Laddaga); La via Flaminia non più «devia spinis et terra alte obruta». Due casi esemplari: gli horti di Ovidio e il mausoleo di Tor di Quinto (Fabrizio Vistoli); Le galline e gli allori dell’«Ulisse in gonnella». Note sulla villa di Livia ad Gallinas albas (Maria Pia Partisani); «Illo die hostem Romanorum esse periturum». Da Ponte Milvio a Malborghetto: la battaglia di Saxa Rubra e la conversione di Costantino (Francesco Laddaga). Referenze iconografiche.
Essa ha inteso ripercorrere tanto le vicende storiche riguardanti il vasto comprensorio conosciuto con il nome di “Acqua Traversa” entro cui ricade il grandioso impianto progettato dal celebre architetto Armando Brasini (1879-1965), a sua volta costruito al di sopra dei resti emergenti della residenza suburbana dell’imperatore Lucio Vero (161-169 d.C.), quanto fare il punto delle numerose scoperte archeologiche concernenti lo specifico tratto della via Cassia antica all’altezza del V miglio localizzato all’interno dell’area citata e rivelatosi particolarmente ricco di implicazioni scientifiche.
Papers by Fabrizio Vistoli
Guida pratica e di facile consultazione per turisti e visitatori, il volume si presta a diventare uno strumento di conoscenza a supporto di studiosi e insegnanti che vogliano interessarsi di storia locale, nonché auspicabile opportunità, per la popolazione residente, di recupero della propria identità “comunitaria”.
Un singolare obiettivo su Cesano, alla scoperta di tesori e curiosità dalle epoche più remote sino all’età moderna e contemporanea, in una sorta di itinerario guidato ai “Luoghi della Cultura”.
SOMMARIO. - Gerardo BIANCO, "Premessa"; Fabrizio VISTOLI, "Introduzione". * Nathalie de HAAN, "Umberto Zanotti Bianco e l’archeologia della Magna Grecia nell’Italia fascista". - Michel GRAS, "Siris non fu mai apoikia". - Giovanna GRECO, "Umberto Zanotti Bianco: un cavaliere rose-croix a difesa di monumenti, paesaggi e ambiente". - Pietro Giovanni GUZZO, "La Società Magna Grecia e il suo ruolo sociale. Passato e presente". - Gianfranco MADDOLI, "Passato, presente e futuro dell’impegno meridionalistico e archeologico della Società Magna Grecia". - Mario MAZZA, "Ricerca storica e impegno meridionalistico: la Società Magna Grecia da Zanotti Bianco a Pugliese Carratelli". - Marina RUBINICH, "Elisa Lissi e gli scavi degli anni Cinquanta a Locri Centocamere". - Claudio SABBIONE, "I pinakes di Locri Epizefiri: un lungo percorso di conoscenza con la Società Magna Grecia". - Roberto SPADEA, "A Sibari, con Paola Zancani Montuoro". - Giuliana TOCCO, Marianna FRANCO, "L’impegno della Società Magna Grecia per la salvaguardia e la valorizzazione dell’Appia antica nel solco segnato da Umberto Zanotti Bianco". - Fabrizio VISTOLI, «Bisogna pubblicare i pinakes!» Controstoria dell’edizione dei rilievi fittili locresi alla luce di nuova documentazione d’archivio. * "Atti e Memorie della Società Magna Grecia. Indici 1928-2021", a cura di Fabrizio VISTOLI.
La storiografia contemporanea ha riservato al tema della "fondazione di città" un'attenzione prevalentemente tesa a smascherare il richiamo alla dimensione identitaria come mero strumento ideologico. Diversamente, in questa sede, si avanza una proposta di lettura che rileva ed enfatizza l’efficacia simbolica e concreta delle fondazioni urbane nel processo di costruzione di identità collettive prima e di democrazie nazionali poi.
Una leggenda popolare designa con questo appellativo un sepol-cro romano situato sul lato destro dell’antica via Cassia, nei pressi della sesta scansione miliaria. Si tratta, in realtà, di un imponente sarcofago marmoreo, eretto su podio, con coperchio displuviato, appartenuto – come dichiara la tabella appostavi – al cavaliere der-tonese Publio Vibio Mariano e alla di lui moglie Reginia Maxima.
Questo singolare monumento funerario ricade oggi in territorio comunale, a ridosso ed internamente al Grande Raccordo Anulare, lungo il percorso moderno della citata ex Consolare (km, 9,800), mentre nell’antichità era ubicato nel distretto extra-urbano di Roma. La sua presenza, anzi, fin dalla sua costruzione (seconda metà del III sec. d.C.) e poi oltre in epoca medievale e moderna, ha contraddistinto un omogeneo comparto territoriale – denomi-nato nel tempo «Tenuta Casal Saraceno o S. Andrea» – ricchissi-mo di emergenze archeologiche, dimore storiche, chiese e giar-dini, assai poco noti.
Nell’intento di colmare tale lacuna di conoscenza a più livelli, si è ritenuto opportuno procedere ad una tripartizione di comodo dell’ingente ed eterogenea materia sottoposta a vaglio critico.
Nel «capitolo» iniziale sono stati così posti in luce i principali aspetti della topografia storica locale, come emersi dall’analisi di diversi documenti d’archivio, cartografici e fotografici; nella seconda parte, invece, sono stati presentati nuovi studi – apposi-tamente affidati – sul monumento principe dell’area, tra cui la re-lazione tecnica sul restauro del manufatto antico, nonché la presentazione del piano di assetto e riqualificazione urbanistica di un segmento della cinquantatreesima zona toponomastica del Comune di Roma. Chiude il tomo, infine, una coda di approfondimenti tematici che danno conto di aneddoti e curiosità connessi con l’areale in esame.
SOMMARIO: Presentazioni; Premesse; Introduzione. Gaetano Messineo dicatum. Gaetano Messineo. In memoriam (Fabrizio Vistoli); Gaetano Messineo: appassionato custode del patrimonio storico-archeologico d’Abruzzo (Francesca Ranieri); Parte I: Il comprensorio. «Tomba di Nerone»: un’esperienza di studio e ricerca sul Suburbio romano (Fabrizio Vistoli); La vicenda della sepoltura di Nerone: coordinate storiche e risvolti leggendari (Alessandro Locchi); Lungo la via Cassia. Paesaggio storico e vestigia architettoniche nella tenuta della «Sepoltura di Nerone» (Rossana Nicolò); Memorie di ricerche antiquarie nella tenuta della «Sepoltura di Nerone» (1780-1796) tratte dall’archivio del Capitolo Vaticano (Alexis Gauvain); Gli scavi del Capitolo di San Pietro nella tenuta della «Sepoltura di Nerone»: dati antiquari dagli archivi e dai Musei di Roma (Alessandro Locchi e Fabrizio Vistoli); Sculture antiche dall’area della cosiddetta «Tomba di Nerone» nei Musei Vaticani (Giandomenico Spinola); Tituli sepulchrales di Taminia Novatilla e della gens Laecania (Claudia Lega); L’inedito sarcofago di Taminia Novatilla e gli scavi della Fabbrica di San Pietro alla cava della «Sepoltura di Nerone» (Pietro Zander); Iscrizioni sepolcrali di Sextus Appius Severus e di sua figlia Appia Severa, sposa del console Lucius Ceionius Commodus (Claudia Lega); Un «cippo con bassorilievo di Diana» dall’area della cosiddetta Sepoltura di Nerone (Alessandro Locchi e Fabrizio Vistoli); Grottarossa: ipotesi su di un nuovo luogo di culto cristiano (Licia Capannolo). Parte II: Il monumento. Il sepolcro di Publio Vibio Mariano: analisi dei dati epigrafici e prosopografici (Silvia Evangelisti); Su alcune iscrizioni e graffiti della «Tomba di Nerone» (Licia Capannolo e Ilaria De Luca); Il restauro conservativo della Tomba di Publio Vibio Mariano (Cristina Giagnacovo, Luigi Loi e Marco Santancini); Sistemazione e valorizzazione dell’area circostante il sarcofago di Publio Vibio Mariano. Relazione tecnico-illustrativa (Francesco Coccia e Pietro Scaglione); Parte III: Approfondimenti tematici. «Antegressae causae Principatus». Un brano di storia romana su un singolare rilievo tardo-repubblicano dalla via Cassia (Alessandro Locchi e Fabrizio Vistoli); Casal Saraceno e la chiesetta di Sant’Andrea Apostolo: una messa a punto (Rossana Nicolò e Fabrizio Vistoli); Villa Paladini-Casartelli a Tomba di Nerone (Rossana Nicolò e Fabrizio Vistoli); L’omicidio della pellegrina Anna Kotten presso «Tomba di Nerone» nei suoi risvolti letterari, storico-religiosi e topografici (Fabrizio Vistoli); André-Jacques Garnerin e il globo aerostatico caduto a «Tomba di Nerone» nel 1804 (Roberto Bonuglia); Architetture del XX secolo a Roma Nord: una panoramica (Laura Annesi e Rossana Nicolò). Referenze iconografiche.
Più o meno con queste parole, quasi un secolo fa, lo scrittore Edoardo Martinori apriva la sua fortunata guida sulla via Flaminia, una delle principali strade ricordate, voluta dal censore – poi console – Gaio Flaminio al tempo della CXXXIX Olimpiade (anno 531 di Roma) e portata a compimento in soli quattro anni nel percorso principale da Roma a Rimini.
Da allora le conoscenze acquisite su questo importantissimo iter, specie nel tratto più vicino all’Urbe, sono esponenzialmente aumentate, grazie a sapienti indagini archeologiche e metodici accertamenti scientifici in corso d’opera dagli inizi degli anni Ottanta del secolo scorso.
I risultati di tali esplorazioni, che hanno consentito il riordinamento, l’aggiornamento e talvolta la correzione di precedenti studi e ricostruzioni a firma di insigni archeologi e storici dell’Ottocento e degli inizi del Novecento (Thomas Ashby, Giacomo Boni, Ersilia Caetani Lovatelli, Giuseppe Antonio Guattani, Rodolfo Lanciani, Antonio Nibby, Carlo Promis, Fritz Töbelmann, et coetera), vogliono ora essere portati alla più ampia attenzione della collettività, con duplice intento: innanzitutto far avvicinare il pubblico, specie quello più giovane, alle testimonianze del passato meno conosciute, al fine di suscitarne la sensibilità e favorirne approcci nuovi; in secondo luogo, fissare capisaldi di conoscenza da cui partire per avviare progetti di recupero e di fruizione dal punto di vista latamente culturale oltre che turistico.
SOMMARIO: Presentazioni; Premesse; Introduzione. I Saggi: La via Flaminia antica più vicina a Roma: stato dell’arte e prospettive future (Fabrizio Vistoli); «G. Flaminius censor viam Flaminiam muniit». Genesi e storia della via Flaminia (Francesco Laddaga); La via Flaminia non più «devia spinis et terra alte obruta». Due casi esemplari: gli horti di Ovidio e il mausoleo di Tor di Quinto (Fabrizio Vistoli); Le galline e gli allori dell’«Ulisse in gonnella». Note sulla villa di Livia ad Gallinas albas (Maria Pia Partisani); «Illo die hostem Romanorum esse periturum». Da Ponte Milvio a Malborghetto: la battaglia di Saxa Rubra e la conversione di Costantino (Francesco Laddaga). Referenze iconografiche.
Essa ha inteso ripercorrere tanto le vicende storiche riguardanti il vasto comprensorio conosciuto con il nome di “Acqua Traversa” entro cui ricade il grandioso impianto progettato dal celebre architetto Armando Brasini (1879-1965), a sua volta costruito al di sopra dei resti emergenti della residenza suburbana dell’imperatore Lucio Vero (161-169 d.C.), quanto fare il punto delle numerose scoperte archeologiche concernenti lo specifico tratto della via Cassia antica all’altezza del V miglio localizzato all’interno dell’area citata e rivelatosi particolarmente ricco di implicazioni scientifiche.
sec. a.C.; Armando TALIANO GRASSO, Damiano PISARRA, I pendagli a coppia antropomorfa; Fabrizio VISTOLI, «Gioco una carta. Se sia buona nol so; lo deciderà l’avvenire». Il giovane Paolo Orsi tra Roma, Firenze e Siracusa nella corrispondenza con Carlo Fiorilli (1885-1892); Paola VIVACQUA, I kadoi del Bruttium: nuove evidenze archeologiche e archeometriche (con Appendice di Guido Biscontin, Francesca Caterina Izzo e Angela Bernardi). – RECENSIONI: Vincenzo BELLELLI, Enrico BENELLI, Gli Etruschi. La scrittura, la lingua, la società (Marie-Laurence Haack); Arthur EVANS, Sicily 1889. Appunti di viaggio tra archeologia e storia (Federica Cordano); Mégara Hyblaea 7. La ville classique, hellénistique et romaine (Roberto Spadea); Beni culturali e conflitti armati, catastrofi naturali e disastri ambientali. Le sfide e i progetti tra guerra, terrorismo, genocidi, criminalità organizzata (Fabrizio Vistoli); Massimo CULTRARO, L’ultimo sogno dello scopritore di Troia. Heinrich Schliemann e l’Italia: 1858-1890 (Fabrizio Vistoli).
Topografia e urbanistica. - R. SPADEA, Note topografiche di introduzione. - A. RACHELI, Continuità e discontinuità nella struttura della città: l'area meridionale dell'antica Kroton. - G. VERBICARO, Aree residenziali ed officine ceramiche di Crotone antica: un contributo sull'organizzazione dello spazio urbano nel quartiere centrale della polis tra l'VIII secolo a.C. e il III secolo a.C. - E. LIPPOLIS - R. STOCCO, Pianificazione e sviluppo urbano a Crotone: nuovi dati dall'area ex-Montedison. - G. AVERSA - G. VERBICARO, La necropoli della 'Carrara 3' di Crotone: rapporto preliminare di scavo. - A. RUGA, Crotone romana: dal promontorio Lacinio al sito 'acheo'. - J. C. CARTER - C. D'ANNIBALE, Ritorno al Passato. La seconda campagna di field survey dell'Istituto di Archeologia Classica dell'Università del Texas nel territorio del Marchesato di Crotone. - G. AVERSA, Coperture fittili ed edilizia a Crotone. Vecchi indizi e nuove testimonianze per una storia dello sviluppo urbano. Materiali. E. LATTANZI, Bronzetti dalla Magna Grecia nella collezione Townley e Payne Knight nel British Museum di Londra. - R. SPADEA, Una sirena di bronzo ed un frammento di gorgone in terracotta: ipotesi di officine a Crotone. - A. MULEO, Il grifo del Lacinio: problemi interpretativi e conservativi. - R. BELLI PASQUA, Munificus erga patriam suam. Note sul gruppo bronzeo di Manio Megonio Leone e dei suo famigliari a Petelia. - Tesoretti ed oreficerie dal Fondo Gesù di Crotone (Ermanno Arslan, Alfredo Ruga, Roberto Spadea). - F. CRISTIANO, Note sui cinturoni italici dalla Crotoniatide. - Varie. - P.G. GUZZO, Doni ad Hera Lacinia. - M. L. LAZZARINI, Nuovi documenti iscritti dal Capo Lacinio. - A. CARUSO, Mouseia pitagorici in Magna Grecia: questioni topografiche e culturali.
L'incontro ha lo scopo di celebrare donne e uomini di alto profilo etico e culturale che hanno vissuto in Penisola Sorrentina e le cui ‘dimore’ sono state attraversate da persone e vicende a volte cruciali per la storia del XX secolo: da Villa del Sorito, residenza di Maksim Gor’kij e luogo di accoglienza per poeti dissidenti del regime stalinista, a Villa Tritone, residenza di Benedetto Croce durante la seconda guerra mondiale e luogo catalizzatore di incontri decisivi per il destino del nostro Paese, da “Il Pizzo” di Paola Zancani Montuoro, porto sicuro per studiosi di tutto il mondo e, in particolare, per chi come Umberto Zanotti Bianco, meridionalista e archeologo, era fiero avversario del regime fascista, a Villa ‘La Rufola’, dove, ospite della aristocratica ‘ribelle’ Giuliana Benzoni, trascorse gli ultimi anni della sua vita una figura di adamantina moralità come Gaetano Salvemini, amico di Zanotti dagli inizi del secolo ed oppositore del regime fascista tra i più acerrimi. Di queste donne e questi uomini di cultura e di libertà parleranno Mirko Grasso (Fondazione Rossi-Salvemini e A.N.I.M.I), Fabrizio Vistoli (già Segretario Generale della Società Magna Grecia), Agnese Accattoli (Università Roma Tre), Simone Guagnelli (Università di Bari).
Il convegno è organizzato dall’Archeoclub d’Italia – Sede di Massa Lubrense in collaborazione con Oebalus. Studi sulla Campania nell’Antichità.
Lo storico Tito Livio, nell’estate del 216 a.C., racconta della nobile figura di Stazio Trebio di “Kampsa” che induce i suoi concittadini a consegnarsi ad Annibale.
La città, ritenuta utile per controllare le vie dal Tirreno all’Adriatico, diviene così campo base del condottiero sia per raccogliere mercenari, sia per trovare ozio nella vicina Capua.
In occasione dell’evento sismico del 1980, gli scavi eseguiti hanno riportato alla luce manufatti di epoca sannitica e romana e dato inizio a nuove ricerche archeologiche sul sito della vecchia Conza della Campania e nei territori limitrofi a ridosso del fiume Ofanto.
Questi elementi inducono a riconsiderare il percorso della via Appia irpina da Capua a Venosa, constatando che il presidio di Compsa era ritenuto snodo fondamentale sia dai romani che dai cartaginesi.
«RIFLESSI ED INFLUENZE DELLA VIA APPIA ANTICA IN IRPINIA».
Un contributo allo sviluppo dell’Irpinia in occasione del bicentenario desanctisiano.
L’evento, patrocinato dall’Amministrazione Provinciale di Avellino e dalla Società Dante Alighieri/I Parchi Letterari, si propone come un contributo allo sviluppo irpino in occasione del Bicentenario desanctisiano.
Il grande critico letterario si adoperò in ogni modo per migliorare le vie di comunicazione con l’Irpinia, requisito fondamentale per lo sviluppo economico e sociale della sua terra. Il De Sanctis lamentava inoltre la scarsa attenzione dei suoi conterranei alla propria storia, nella convinzione che chi non conosce il suo passato non può pianificare il proprio futuro.
Come da programma allegato, dopo la presentazione dell’iniziativa da parte di Celestino Grassi e Paolo Saggese, si passerà ai saluti istituzionali dei Sindaci di Morra De Sanctis e Conza della Campania e del Presidente dell’Amministrazione Provinciale. Seguiranno gli interventi dei Professori Ugo Chiocchini, Francesco Barra, Fabrizio Vistoli, Paolo Peduto ed il buffet nei granai del Castello. Nel pomeriggio è prevista una visita guidata al Parco Archeologico di Conza.
Con questo evento l'ente vuole "portare a conoscenza del grande pubblico la meritoria attività che da decenni tali associazioni conducono soprattutto nel campo della ricerca e promozione del patrimonio archeologico. Il volontariato in generale ha avuto negli ultimi anni in Italia prestigiosi riconoscimenti ufficiali e vasto è il favore popolare che lo accompagna. Inoltre il volontariato culturale ha fatto registrare un innalzamento del livello tecnico-scientifico grazie soprattutto ai numerosi giovani titolati e forti di una solida esperienza maturata, in stretta collaborazione con la Soprintendenza, in svariati interventi che vanno dallo scavo, al recupero di opere, a momenti di studio, alle iniziative per la musealizzazione e la valorizzazione. Di qui anche i frequenti rapporti, tramite i funzionari di zona, con il Ministero, gli Enti territoriali, scuole e Università. Ne emerge un quadro operativo assai vario e articolato che investe un territorio molto diversificato anche nelle problematiche archeologiche e storico-artistiche, dall’Etruria, all’area suburbana maggiormente legata a Roma e ai centri laziali di più antica origine. Tutte queste realtà, suddivise per ambiti topografici, saranno illustrate dagli stessi rappresentanti delle Associazioni, aderenti ad organizzazioni nazionali, come i Gruppi Archeologici d’Italia o l’Archeoclub, o espressione di sensibilità locali, in una serie di contributi che vedranno ulteriore arricchimento in una cospicua serie di poster incentrati su temi specifici".
L’evento si svolgerà Domenica 25 settembre 2022 presso la Necropoli della Banditaccia di Cerveteri (via della Necropoli s.n.c.) tra le ore 17 e 19.
Introdurranno Elena Gubetti e Vincenzo Bellelli.
Interverranno: Elisabetta Pallottino, Daniele Manacorda, Carlo Mario Tosco e Fabrizio Vistoli.
Sabaudia, Palazzo Mazzoni 05 agosto 2021-ore 17.30.
Nella miscellanea di studi "Città di Fondazione: comunità politiche e storia sociale", l’indagine scientifica sulle premesse e le implicazioni politiche e socio-economiche dei processi di fondazioni di nuove città, dall’età antica all’età contemporanea, incontra l’urgenza di ripensare il concetto di cittadinanza e l’organizzazione del territorio, superando tanto la dicotomia tra soggetti migranti e soggetti autoctoni, quanto quella tra spazio rurale e spazio urbano.
https://meet.google.com/qkx-rzzk-ubh
Coordinamento scientifico: S. Misiani (CRIGECIF – Università di Teramo), G. Sabatini (ISEM-CNR)
La storiografia contemporanea ha riservato al tema della "fondazione di città" un'attenzione prevalentemente tesa a smascherare il richiamo alla dimensione identitaria come mero strumento ideologico. Diversamente, in questa sede, si avanza una proposta di lettura che rileva ed enfatizza l'efficacia simbolica e concreta delle fondazioni urbane nel processo di costruzione di identità collettive prima e di democrazie nazionali poi.
L'iniziativa è nata con lo scopo di avvicinare i cittadini della Penisola Sorrentina alla conoscenza del loro patrimonio culturale, nella consapevolezza che soltanto la conoscenza storica può contribuire a rafforzare l’amore per il proprio territorio da parte dei cittadini e favorire il processo di tutela e valorizzazione.
Nel corso degli anni le conferenze hanno riguardato gli aspetti più vari della storia della Penisola Sorrentina e della Campania in generale.
A partire dal 2013 (VI ciclo), tuttavia, si è voluto dare spazio anche a un programma di conferenze su un tema specifico: in quell’occasione si è trattato delle Sirene (da qui è nata una mostra al Museo Archeologico della Penisola Sorrentina Georges Vallet e una pubblicazione).
Quest’anno (2017), sulla scia della recente mostra "Pompei e i Greci" e del precedente convegno "Contextualising early Colonisation: Archaeology, Sources, and Interpretative Models between Italy and Mediterranean" (2012), organizzato da Valentino Nizzo, Lieve Donnelan e Gert-Jan Burges, si è deciso, all’interno del X ciclo di conferenze, di inserire anche una sezione tematica, dal titolo Tra i Golfi di Cuma e Poseidonia, titolo che intende parafrasare Eratostene (in Strabone I 2, 12) a proposito della collocazione topografica delle Seirenoussai, toponimo che nell’antichità ha designato le isole de Li Galli e poi il promontorio antistante Capri e, dunque, in senso lato, la Penisola Sorrentina, territorio che separa il Golfo di Napoli (un tempo ‘cumano’) da quello di Salerno (un tempo ‘poseidoniate’).
Il ciclo di conferenze, che quest’anno viene realizzato anche in collaborazione con il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia (Roma), è, dunque, un’occasione per ridiscutere, alla luce delle nuove scoperte e dei nuovi indirizzi di ricerca, il tema del rapporto tra Greci e mondo italico e far conoscere a un più ampio pubblico il dibattito scientifico odierno.
Oltre alle relazioni relative alla sezione tematica, sono previsti anche altri eventi, come ad esempio, il ricordo della grande archeologa Paola Zancani Montuoro nel trentennale della sua scomparsa e una serata dibattito sulla ‘riforma Franceschini’ dei Beni Culturali.
Tra le rovine della antica Veio udremo poi, nel racconto del poeta latino Properzio, il corno del pastore che suona pigramente, mentre si falciano i campi su quelle che erano state le tombe principesche dei suoi abitanti.
Per lungo tempo il territorio di Veio fu poi percorso da pellegrini e crociati lungo via Francigena, quello stesso itinerario che nel ‘500 porterà le truppe dell’imperatore del Sacro Romano Impero Carlo V fino a Roma. E potremo immaginare di udire i Lanzichenecchi, accampati sotto Isola Farnese il 4 maggio del 1527, tra il clangore dei pettorali, delle alabarde e delle picche, lanciare invettive contro il Papa e la nobiltà romana che difendeva la città “corrotta”.
Molti secoli dopo, durante la prima guerra mondiale, udremo ad Isola Farnese parlare tedesco e slavo quei soldati austroungarici catturati e costretti in campi di prigionia dislocati attraverso tutta l’Italia. Alloggiati nel castello e impiegati nei lavori agricoli, qui a Veio parteciperanno nel 1918 anche agli scavi archeologici di Portonaccio e di Piazza d’Armi.
E infine, sommessamente e rispettosamente, racconteremo le ultime tremende vicende del territorio durante la seconda guerra mondiale, ancora così vive nei dolorosi ricordi di tante persone.
Interverranno: Laura d'Erme, Michele Damiani, Fabrizio Vistoli
Il libro costituisce uno straordinario viaggio attraverso il tratto suburbano della secolare arteria, tra ponte Milvio e il Casale di Malborghetto, costellato di monumenti e memorie storiche.
Realizzata da Chora Media per la Direzione Musei del Ministero della Cultura (https://choramedia.com/podcast/paladine/; https://cultura.gov.it/podcast), questa serie racconta otto storie di conquiste professionali, di coraggio, passione e tenacia, in nome dell'arte, della sua custodia, scoperta, promozione.
I musei sono luoghi sicuri che contengono la migliore produzione della cultura italiana e sono figli di una tradizione di eccellenza, competenze e passione. Questa serie podcast, che verrà distribuita su tutte le piattaforme audio e potrà essere diffusa sui portali del MiC e sui siti dei musei e dei siti archeologici, nasce con l'idea di stimolare la curiosità dei cittadini, di rimettere al centro il nostro patrimonio e far rinascere una frequentazione dopo due anni di pandemia e di chiusure. Il patrimonio artistico e culturale italiano è conosciuto e ammirato in tutto il mondo. Meno conosciuta è la storia delle protagoniste che lo hanno protetto, studiato, valorizzato e reso disponibile per il grande pubblico. “Paladine” raccoglie i ritratti di alcune delle più importanti archeologhe e storiche dell’arte che, come ricercatrici, collezioniste e museologhe hanno segnato la storia dei Beni Culturali in Italia. Storie avvincenti, virtuose, talvolta complicate da ostacoli e pregiudizi, sempre all'insegna della passione per il loro lavoro, per l'arte e la cultura italiana. Serena Dandini ci guida alla scoperta di otto personalità femminili del mondo della cultura, della sua tutela, difesa e promozione. Otto donne distanti dallo stereotipo (maschile) della “musa ispiratrice”. Otto profili di donne preparate, appassionate e combattive che hanno spesso sfidato i pregiudizi di un’Italia retrograda per portare avanti le loro idee innovative e per salvaguardare una parte importante del patrimonio artistico nazionale. Un racconto che ci permetterà di riattraversare gli anni della guerra, della ricostruzione e del boom, da un punto di vista inedito e sorprendente. Rivivremo così le vicende, a tratti rocambolesche, in cui le nostre “paladine” si sono trovate a operare per recuperare o proteggere preziosi dipinti, affreschi, sculture e altro ancora dalla brutalità del secondo conflitto mondiale. E scopriremo le sfide, gli scontri e le intuizioni che metteranno in campo per restaurare, innovare e rilanciare grandi spazi museali nel dopoguerra.