
Fabrizio Castaldini
1997
Diploma di maturità magistrale presso l'Istituto Magistrale Statale "G.Carducci" di Ferrara.
Luglio 2000
Borsa di studio e lavoro "Ampurias".
19 marzo 2003
Laurea in Conservazione dei Beni Culturali (indirizzo archeologico - ordinamento previgente) - presso Alma Mater Studiorum Università degli studi di Bologna (campus di Ravenna).
Partecipazione a diversi cantieri archeologici in Italia in qualità di tecnico di scavo-archeologo.
2016
Vincitore di concorso ordinario 105/2016 - infanzia posto comune
Vincitore di concorso ordinario 105/2016 - primaria posto comune
2017
Nomina in ruolo docente di scuola primaria-posto comune presso l'Istituto Comprensivo "don Minzoni" di Argenta (Ferrara)
19 marzo 2018
Laurea Magistrale a ciclo unico in Scienze della Formazione Primaria - Alma Mater Studiorum Università di Bologna.
22 marzo 2019
"Patrimonio in movimento. Per una didattica della storia e del patrimonio" - Corso di Alta Formazione per docenti in servizio (6 cfu) presso Alma Mater Studiorum Università di Bologna.
Attualmente in servizio presso l'Istituto Comprensivo 1 "don Minzoni" di Argenta (Ferrara) come docente di scuola primaria-posto comune presso il quale ho ricoperto diversi incarichi: membro del comitato di valutazione; membro del consiglio di Istituto, membro della giunta di Istituto; referente INVALSI; coordinatore del gruppo di lavoro "screening e monitoraggio"; coordinatore del gruppo di lavoro "curricolo di educazione civica"; referente dei tirocini, referente per la continuità.
Da tre anni collaboro con la casa editrice GiuntiScuola come autore e formatore in ambito storico per la rivista "La Vita Scolastica".
20 ottobre 2023
Master di secondo livello in Comunicazione Storica - Alma Mater di Bologna - specialista
Diploma di maturità magistrale presso l'Istituto Magistrale Statale "G.Carducci" di Ferrara.
Luglio 2000
Borsa di studio e lavoro "Ampurias".
19 marzo 2003
Laurea in Conservazione dei Beni Culturali (indirizzo archeologico - ordinamento previgente) - presso Alma Mater Studiorum Università degli studi di Bologna (campus di Ravenna).
Partecipazione a diversi cantieri archeologici in Italia in qualità di tecnico di scavo-archeologo.
2016
Vincitore di concorso ordinario 105/2016 - infanzia posto comune
Vincitore di concorso ordinario 105/2016 - primaria posto comune
2017
Nomina in ruolo docente di scuola primaria-posto comune presso l'Istituto Comprensivo "don Minzoni" di Argenta (Ferrara)
19 marzo 2018
Laurea Magistrale a ciclo unico in Scienze della Formazione Primaria - Alma Mater Studiorum Università di Bologna.
22 marzo 2019
"Patrimonio in movimento. Per una didattica della storia e del patrimonio" - Corso di Alta Formazione per docenti in servizio (6 cfu) presso Alma Mater Studiorum Università di Bologna.
Attualmente in servizio presso l'Istituto Comprensivo 1 "don Minzoni" di Argenta (Ferrara) come docente di scuola primaria-posto comune presso il quale ho ricoperto diversi incarichi: membro del comitato di valutazione; membro del consiglio di Istituto, membro della giunta di Istituto; referente INVALSI; coordinatore del gruppo di lavoro "screening e monitoraggio"; coordinatore del gruppo di lavoro "curricolo di educazione civica"; referente dei tirocini, referente per la continuità.
Da tre anni collaboro con la casa editrice GiuntiScuola come autore e formatore in ambito storico per la rivista "La Vita Scolastica".
20 ottobre 2023
Master di secondo livello in Comunicazione Storica - Alma Mater di Bologna - specialista
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Papers by Fabrizio Castaldini
Il Mediterraneo ha visto e vede tutt'ora un'intrecciarsi di relazioni, incontri, accadimenti e sconvolgimenti che hanno caratterizzato gli oltre trenta secoli della sua storia. Un periodo molto lungo e che ha visto un solo momento di unificazione durato appena tre secoli durante il periodo romano – imperiale.
Il presente lavoro vuole affrontare le due estremità della storia del Mediterraneo,
individuando, come inizio, la sua frequentazione da parte della popolazione che prima fra tutte ha avuto un ruolo egemone e dominante: la popolazione Fenicia. La supremazia che le si riconosce è frutto delle sue capacità commerciali, ma anche nelle abilità “tecnologiche” date dalla costruzione di imbarcazioni in legno di cedro. Aspetto che si concretizza in una riconosciuta abilità nella navigazione, prima di cabotaggio poi in mare aperto con l'aiuto delle costellazioni e con un miglioramento delle imbarcazioni grazie anche all'uso di catrame naturale unitamente all'invenzione dell'ancora. Primato grazie al quale i Fenici potranno solcare non solo nel Mediterraneo con una navigazione che si potrebbe definire “circolare” da oriente a occidente, ma anche nella circumnavigazione dell'Africa e oltrepassare le colonne d'Ercole alla ricerca di nuovi centri o commerciali o per rifornirsi di stagno.
Le considerazioni suesposte trovano riscontro nelle fonti di seguito citate le quali,
nonostante siano indirette, costituiscono una grande risorsa cui attingere. Tra queste, Omero, la cui presa in esame evidenzierebbe una situazione che si potrebbe definire “premessa” del dominio nel Mediterraneo, la narrazione de “Il viaggio di Unamon” in merito all'articolazione del commercio, e primo fra tutti, le “Storie” di Erodoto che costituiscono una fonte indiretta, ma particolarmente utile nel tentativo di ricostruire i rapporti che i Fenici ebbero con il Mare e con le altre civiltà.
Purtroppo, bisogna sottolineare la pressoché totale mancanza di conferme archeologiche rispetto a quanto riportato dalle fonti scritte. Da un punto di vista dei reperti archeologici, una conferma del predominio sul Mediterraneo ad opera dei navigatori Fenici, viene dalla diffusione della cosiddetta “paccottiglia” egizia egittizzante nelle regioni occidentali, favorita dalla presenza di diversi stratopeda, ovvero accampamenti nati sulle coste in qualità di punti di approdo per una sosta temporanea. Il carattere temporaneo presso questi luoghi, successivamente, diventerà una permanenza di più lunga durata e non solo a carattere commerciale, ma anche in qualità di militari mercenari assoldati per alimentare lo squadrone straniero, come evidenziato dalla presenza di iscrizioni greche, fenicie e cario – fenicie sui colossi di Abu Simbel.
.
All'estremità opposta si trovano i temi del Mediterraneo di “oggi”, che non vogliono
rappresentare una conclusione, ma un momento in continuo svolgimento caratterizzato da aspetti che sono diventati ormai quotidiani e sotto gli occhi di tutti tramite i media. La difficoltà incontrata nella trattazione è stata quella di cercare alcune linee di ricerche che andassero oltre una già troppo affrontata storia delle migrazioni, per cercare di dare al Mar Mediterraneo un'identità – altra. Il problema è che al Mare di oggi si riconosce un'unica identità fatta di viaggi della speranza su gommoni che di speranzoso hanno ben poco, frequentato da genti che tentano di fuggire da una realtà quotidiana militarizzata. E qualsiasi tematica si cerchi di affrontare, qualsiasi identità attuale si cerchi di delineare, inevitabilmente risente della drammaticità della situazione attuale.
L'identità che si è cercato di tracciare nel presente lavoro risente di questa difficoltà che si è tradotta nel momento di affrontare la questione religiosa, e nell'esplicitare chi sia il migrante, non tanto per delineare una storia personale o individuare tratti comuni tra le diverse storie personali, ma prendendo in considerazione autori che hanno tentato di tracciare una fenomenologia della figura del migrante, tra i quali troviamo anche gli scritti morali di Umberto Eco.
La difficoltà di definire il Mediterraneo oggi è data dal fatto che è un Mare che vive
del suo passato. Lo ha affermato anche lo storico Scipione Guarracino, esortando
provocatoriamente insegnanti e docenti nel non alimentare nei bambini la voglia di fare gli esploratori perché il Mediterraneo non ha più niente da dare. Tutto quello che c'era da scoprire è già stato scoperto e tutto quello che c'era da conoscere già si conosce … << e con buona pace di tutti >> (sic.). Al Mare non resta che vivere del suo passato, dal momento che oggi è vittima della globalizzazione e della tecnologia che consente l'organizzazione di un viaggio prêt-a-porter.
II – Quadro didattico, metodologico e progettuale.
La storia come disciplina non ha mai goduto di un grande favore da parte degli studenti. Probabilmente una difficoltà è data dal fatto di averla considerata unicamente come una materia testuale da verificare oralmente con un approccio a carattere trasmissivo, invece di considerarla una disciplina attiva che potrebbe suscitare un interesse diverso e diventare una passione attraverso una didattica di tipo laboratoriale. Bisogna anche evidenziare come di fronte a una rivisitazione della disciplina con un aggiornamento degli orientamenti ministeriali confluiti nelle nuove Indicazioni Nazionali del 2012, manca in maniera pressoché totale di obiettivi che si riferiscano al raggiungimento, da parte degli studenti, di una competenza specificatamente storica, il cui conseguimento, invece, viene affidato a traguardi trasversali alla disciplina di storia, quali competenze di cittadinanza attiva, salvaguardia del patrimonio storico – culturale, ricerca delle comuni radici. Mancanze
che si è soliti evidenziare nonostante la Commissione Europea nel 2006 avesse prodotto il documento considerato cardine per lo sviluppo delle competenze, intese come abilità da spendere non solo in un contesto di educazione formale, ma anche in quello informale, non formale e per la vita (long life learning), e nonostante il medesimo organismo europeo nel 1995 avesse sottolineato nel Libro Bianco Cresson – Flynn “Insegnare ed apprendere – Verso la società conoscitiva” che << l'amnesia storica si paga socialmente con la perdita di riscontri e punti di riferimento comuni >>.
Di fronte alla considerazione sottolineata nel Libro Bianco si cerca di far fronte evidenziando le principali questioni, ma anche i punti forti per una
specifica didattica della storia.
I punti di forza si è cercato di mettere in atto attraverso un progetto didattico presentato nell'anno scolastico 2015 – 2016 in una classe quarta dell'Istituto Comprensivo 1 di Argenta (FE), integrato con alcune proposte che, nello specifico non hanno trovato spazio, perché frutto di riflessioni successive. La classe è la medesima dove prestavo servizio in qualità di docente, situazione ideale anche perché ho avuto la possibilità di inserire parte del progetto nella normale programmazione di classe che, appunto, prevedeva lo studio dei quadri di civiltà oggetto della mia proposta didattica.
L’esperienza presentata è un progetto di linea del tempo in una classe prima attraverso la ricostruzione di un anno di scuola. Attraverso metodologie attive, interdisciplinari,
inclusive e cooperative che richiedono l’analisi delle fonti e partendo dalla storia personale di ogni bambino, ciascuno studente scopre di avere un preciso ruolo, spazio e tempo nella storia e, allo stesso tempo, che la propria storia è parte di una comunità caratterizzata dalla presenza di altre storie, di incontri e mai di momenti vuoti, dando così valore al concetto che recita “la Storia siamo noi”.
Abstract
The experience presented is a timeline project in a first class through the reconstruction of a school year. Through active, interdisciplinary, inclusive and cooperative methodologies that require the analysis of sources and starting from the personal history of each child, each student discovers that they have a precise role, space and time in history and, at the same time, that their own story is part of a community characterized by the presence of other stories, of encounters and never of empty moments, thus giving value to the concept that says “we are history”.
progettuali fornite dalle Indicazioni Nazionale del 2012 e dalla Programmazione di Istituto.
Abstract
This work would have a look at the history of the Mediterranean, from the Phoenicians and its hegemonic role thanks to their seafaring skills. They sailed around from east to west, at the beginning it was a cabotage navigation, then on the open sea. Instead of Egyptians who considered the Sea like a borderline, as well as a frontier of knowledge, more psychological than physical limit. Most of the knowledge came from indirect sources, first of all the Histories of Herodotus. Unfortunately, there are not archaeology finds to confirm what they say. On the other site there is a currant Mediterranean characterized by a migration of survival. These two aspects have become parts of a school project made in a fourth-grade class, following the Indicazioni Nazionali (2012) and Institute Planning, with a laboratorial, inclusive and cooperative learning.
Il Mediterraneo ha visto e vede tutt'ora un'intrecciarsi di relazioni, incontri, accadimenti e sconvolgimenti che hanno caratterizzato gli oltre trenta secoli della sua storia. Un periodo molto lungo e che ha visto un solo momento di unificazione durato appena tre secoli durante il periodo romano – imperiale.
Il presente lavoro vuole affrontare le due estremità della storia del Mediterraneo,
individuando, come inizio, la sua frequentazione da parte della popolazione che prima fra tutte ha avuto un ruolo egemone e dominante: la popolazione Fenicia. La supremazia che le si riconosce è frutto delle sue capacità commerciali, ma anche nelle abilità “tecnologiche” date dalla costruzione di imbarcazioni in legno di cedro. Aspetto che si concretizza in una riconosciuta abilità nella navigazione, prima di cabotaggio poi in mare aperto con l'aiuto delle costellazioni e con un miglioramento delle imbarcazioni grazie anche all'uso di catrame naturale unitamente all'invenzione dell'ancora. Primato grazie al quale i Fenici potranno solcare non solo nel Mediterraneo con una navigazione che si potrebbe definire “circolare” da oriente a occidente, ma anche nella circumnavigazione dell'Africa e oltrepassare le colonne d'Ercole alla ricerca di nuovi centri o commerciali o per rifornirsi di stagno.
Le considerazioni suesposte trovano riscontro nelle fonti di seguito citate le quali,
nonostante siano indirette, costituiscono una grande risorsa cui attingere. Tra queste, Omero, la cui presa in esame evidenzierebbe una situazione che si potrebbe definire “premessa” del dominio nel Mediterraneo, la narrazione de “Il viaggio di Unamon” in merito all'articolazione del commercio, e primo fra tutti, le “Storie” di Erodoto che costituiscono una fonte indiretta, ma particolarmente utile nel tentativo di ricostruire i rapporti che i Fenici ebbero con il Mare e con le altre civiltà.
Purtroppo, bisogna sottolineare la pressoché totale mancanza di conferme archeologiche rispetto a quanto riportato dalle fonti scritte. Da un punto di vista dei reperti archeologici, una conferma del predominio sul Mediterraneo ad opera dei navigatori Fenici, viene dalla diffusione della cosiddetta “paccottiglia” egizia egittizzante nelle regioni occidentali, favorita dalla presenza di diversi stratopeda, ovvero accampamenti nati sulle coste in qualità di punti di approdo per una sosta temporanea. Il carattere temporaneo presso questi luoghi, successivamente, diventerà una permanenza di più lunga durata e non solo a carattere commerciale, ma anche in qualità di militari mercenari assoldati per alimentare lo squadrone straniero, come evidenziato dalla presenza di iscrizioni greche, fenicie e cario – fenicie sui colossi di Abu Simbel.
.
All'estremità opposta si trovano i temi del Mediterraneo di “oggi”, che non vogliono
rappresentare una conclusione, ma un momento in continuo svolgimento caratterizzato da aspetti che sono diventati ormai quotidiani e sotto gli occhi di tutti tramite i media. La difficoltà incontrata nella trattazione è stata quella di cercare alcune linee di ricerche che andassero oltre una già troppo affrontata storia delle migrazioni, per cercare di dare al Mar Mediterraneo un'identità – altra. Il problema è che al Mare di oggi si riconosce un'unica identità fatta di viaggi della speranza su gommoni che di speranzoso hanno ben poco, frequentato da genti che tentano di fuggire da una realtà quotidiana militarizzata. E qualsiasi tematica si cerchi di affrontare, qualsiasi identità attuale si cerchi di delineare, inevitabilmente risente della drammaticità della situazione attuale.
L'identità che si è cercato di tracciare nel presente lavoro risente di questa difficoltà che si è tradotta nel momento di affrontare la questione religiosa, e nell'esplicitare chi sia il migrante, non tanto per delineare una storia personale o individuare tratti comuni tra le diverse storie personali, ma prendendo in considerazione autori che hanno tentato di tracciare una fenomenologia della figura del migrante, tra i quali troviamo anche gli scritti morali di Umberto Eco.
La difficoltà di definire il Mediterraneo oggi è data dal fatto che è un Mare che vive
del suo passato. Lo ha affermato anche lo storico Scipione Guarracino, esortando
provocatoriamente insegnanti e docenti nel non alimentare nei bambini la voglia di fare gli esploratori perché il Mediterraneo non ha più niente da dare. Tutto quello che c'era da scoprire è già stato scoperto e tutto quello che c'era da conoscere già si conosce … << e con buona pace di tutti >> (sic.). Al Mare non resta che vivere del suo passato, dal momento che oggi è vittima della globalizzazione e della tecnologia che consente l'organizzazione di un viaggio prêt-a-porter.
II – Quadro didattico, metodologico e progettuale.
La storia come disciplina non ha mai goduto di un grande favore da parte degli studenti. Probabilmente una difficoltà è data dal fatto di averla considerata unicamente come una materia testuale da verificare oralmente con un approccio a carattere trasmissivo, invece di considerarla una disciplina attiva che potrebbe suscitare un interesse diverso e diventare una passione attraverso una didattica di tipo laboratoriale. Bisogna anche evidenziare come di fronte a una rivisitazione della disciplina con un aggiornamento degli orientamenti ministeriali confluiti nelle nuove Indicazioni Nazionali del 2012, manca in maniera pressoché totale di obiettivi che si riferiscano al raggiungimento, da parte degli studenti, di una competenza specificatamente storica, il cui conseguimento, invece, viene affidato a traguardi trasversali alla disciplina di storia, quali competenze di cittadinanza attiva, salvaguardia del patrimonio storico – culturale, ricerca delle comuni radici. Mancanze
che si è soliti evidenziare nonostante la Commissione Europea nel 2006 avesse prodotto il documento considerato cardine per lo sviluppo delle competenze, intese come abilità da spendere non solo in un contesto di educazione formale, ma anche in quello informale, non formale e per la vita (long life learning), e nonostante il medesimo organismo europeo nel 1995 avesse sottolineato nel Libro Bianco Cresson – Flynn “Insegnare ed apprendere – Verso la società conoscitiva” che << l'amnesia storica si paga socialmente con la perdita di riscontri e punti di riferimento comuni >>.
Di fronte alla considerazione sottolineata nel Libro Bianco si cerca di far fronte evidenziando le principali questioni, ma anche i punti forti per una
specifica didattica della storia.
I punti di forza si è cercato di mettere in atto attraverso un progetto didattico presentato nell'anno scolastico 2015 – 2016 in una classe quarta dell'Istituto Comprensivo 1 di Argenta (FE), integrato con alcune proposte che, nello specifico non hanno trovato spazio, perché frutto di riflessioni successive. La classe è la medesima dove prestavo servizio in qualità di docente, situazione ideale anche perché ho avuto la possibilità di inserire parte del progetto nella normale programmazione di classe che, appunto, prevedeva lo studio dei quadri di civiltà oggetto della mia proposta didattica.
L’esperienza presentata è un progetto di linea del tempo in una classe prima attraverso la ricostruzione di un anno di scuola. Attraverso metodologie attive, interdisciplinari,
inclusive e cooperative che richiedono l’analisi delle fonti e partendo dalla storia personale di ogni bambino, ciascuno studente scopre di avere un preciso ruolo, spazio e tempo nella storia e, allo stesso tempo, che la propria storia è parte di una comunità caratterizzata dalla presenza di altre storie, di incontri e mai di momenti vuoti, dando così valore al concetto che recita “la Storia siamo noi”.
Abstract
The experience presented is a timeline project in a first class through the reconstruction of a school year. Through active, interdisciplinary, inclusive and cooperative methodologies that require the analysis of sources and starting from the personal history of each child, each student discovers that they have a precise role, space and time in history and, at the same time, that their own story is part of a community characterized by the presence of other stories, of encounters and never of empty moments, thus giving value to the concept that says “we are history”.
progettuali fornite dalle Indicazioni Nazionale del 2012 e dalla Programmazione di Istituto.
Abstract
This work would have a look at the history of the Mediterranean, from the Phoenicians and its hegemonic role thanks to their seafaring skills. They sailed around from east to west, at the beginning it was a cabotage navigation, then on the open sea. Instead of Egyptians who considered the Sea like a borderline, as well as a frontier of knowledge, more psychological than physical limit. Most of the knowledge came from indirect sources, first of all the Histories of Herodotus. Unfortunately, there are not archaeology finds to confirm what they say. On the other site there is a currant Mediterranean characterized by a migration of survival. These two aspects have become parts of a school project made in a fourth-grade class, following the Indicazioni Nazionali (2012) and Institute Planning, with a laboratorial, inclusive and cooperative learning.