Papers by Fabio Giovannini
"Montan", Schutzenkompanie Montan, Montan 2003, band 1, pp. 95-111, 2003
"Conoscenze”. Rivista semestrale Direzione regionale Beni Culturali Paesaggistici del Molise, 1-2, 2004, pp. 5-26
“Conoscenze”, Rivista semestrale Direzione regionale Beni Culturali Paesaggistici del Molise, 1-2, 2004, pp. 61-68. Il gruppo di Pozzilli - Acqua Solfa (Is) Dati biologici e sociali dal Molise altomedievale
Biologia e archeologia delle sepolture neonatali di età romana: il caso di Littamum presso Bolzano, in Littamum : una mansio nel Noricum, a cura di L. Dal Rì e S. di Stefano, Oxford 2005, BAR International Series, pp. 493-510

Le trasformazioni demografiche in Italia tra IV e V secolo, in “Le trasformazioni del V secolo. L’Italia, i barbari e l’occidente romano”, a cura di P. Delogu e S. Gasparri, atti del Seminario di Poggibonsi (Si) (18-20 ottobre 2007),
Gli studi demografici, intendendo con questo termine il complesso di indicazioni storiche ed arch... more Gli studi demografici, intendendo con questo termine il complesso di indicazioni storiche ed archeologiche in grado di fornire spunti ed elementi di comprensione delle dinamiche demografiche, descrivono con decisa coerenza i principali caratteri della demografia d'età tardo imperiale . Si tratta di un sistema ad alta natalità, cioè con numerose nascite per coppia (- figli, in media), contraddistinto da una fortissima mortalità neonatale e infantile; rispettivamente la mortalità entro il primo anno era intorno al % e quella complessiva entro i cinque anni oscillava tra e % dei bambini nati. La speranza di vita alla nascita era ferma intorno o poco sopra i venti anni. Si tratterrebbe del tipico modello da "antico regime demografico", vale a dire un sistema ad alta pressione disinnescato solo tramite una mortalità generale molto elevata e soprattutto una fortissima mortalità infantile.

Archeologia e Demografia dell’Italia medievale, “Popolazione e Storia”, II, 2002, pp. 63-82
Archaeology and Demography in Medieval Italy
This research is based on a large collection of pal... more Archaeology and Demography in Medieval Italy
This research is based on a large collection of paleodemographic data pertaining to Italian territory between the 6th and 14th century. The presence of a few documented sources in literature (and even the inconsistencies that can be found among them) raises the necessity of making the best use of archaeological findings in the aim of explaining the stagnant demography characterizing Italy from 600 to 1000 A.D.
Even though it is always possible to consider demographic parameters such as age-group composition, sex ratios and mortality factors in a community, due to the methodological limitations of ageing and sexing procedures used in demography, the paleodemographical interpretation based only on human skeletal remains has proven to be often unsatisfactory.
Bioarchaeological data, on the contrary, are much more reliable and can successfully be considered in order to retrieve various biological information on birth-rate and death-rate. Peaks of dental caries in young females, dietary effects on children and sub-adults, first-born female abandonment or even infanticide, contraception by means of natural methods, nutritional and pathological standards, are all well-detectable parameters which can contribute to investigate Italian medieval demographic trends on a scientific in basis, which could have hardly been achieved otherwise.
La politica demografica di Maioriano e il mutamento sociale e culturale della seconda metà del V secolo, in “The Ancient History Bullettin”, 15.3 (2001), pp. 135-142

Le sepolture neonatali di età romana rinvenute nel sito archeologico di Laion (Bolzano), “Atti dell’Accademia roveretana degli Agiati”, a. 257, 2007, ser. VIII, vol. VII, B, pp. 239-256
GIOVANNINI F., 2007. Neonatals burials in the roman village of Laion (Bolzano).
At Laion, thirte... more GIOVANNINI F., 2007. Neonatals burials in the roman village of Laion (Bolzano).
At Laion, thirteen infants were buried between the end of the third century AD and the end of the fourth century AD. Both male and female individuals were found, all buried within forty days of birth, which according to ancient texts is the usual age limit for sepulchra suggrundiaria. Abortion, infanticide, and family neglect should be excluded as the cause of these burials, as should the idea of high infant mortality as an explanation. The sepulchra suggrundaria at Laion belong to a Roman cultural community. These burials are in fact part of a ritual of roman funerary practice, reserved for infants that died within forty days of birth. At the end of fourth century, the return of indigenous practices (deromanization process) regarded also neonatals burials.
RIASSUNTO GIOVANNINI F., 2007. Le sepolture neonatali di età romana rinvenute nel sito archeologico di Laion (Bolzano). L'analisi antropologica effettuata sui resti ossei umani rinvenuti durante lo scavo del sito archeologico di Laion (Bz) ha individuato 13 neonati sepolti presso le abita-zioni e i luoghi di lavoro tra la seconda metà del secolo III e la fine del secolo IV d. C. I bambini sono risultati di età compresa tra i 20 giorni prima ed i 30 giorni dopo il termine della gestazione, e tra loro sono state identificate almeno 3 femmine e 3 ma-schi. L'analisi ha mostrato che tutti i bambini sia prematuri che morti dopo un mese di vita subivano un identico rito di sepoltura. Inoltre, non si osserva una differenza tra femmine e maschi, né dal punto di vista numerico che per la tipologia di sepoltura. Non si sono rilevate carenze nutrizionali tali da far ipotizzare una condizione alimentare materna particolarmente difficile. Infine, fenomeni quali infanticidio femminile o maschile, come anche unesagerata mortalità da parto, sembrano da escludersi. Secondo le indicazioni dello studio, con la seconda metà del IV secolo il villaggio di Laion, che in età costantiniana aveva raggiunto almeno le 200 persone ed era pienamente inserito nel quadro culturale tipico delletà romano imperiale, mutò profondamente.
Sovrintendenza archeologica della Lombardia. Notiziario 2010-2011, pp. 60-63
Nella fase II (1456-1459) si costruisce il muro di contenimento del fossato. Il muro è complessiv... more Nella fase II (1456-1459) si costruisce il muro di contenimento del fossato. Il muro è complessivamente, sui quattro lati, in buono stato di conservazione; la metà ovest del tratto meridionale è crollata nel 2008. È costruito in corsi di ciottoli, disposti a spina di pesce, con ricorsi di mattoni. Questa tessitura presenta alcune varianti, ad esempio sulla frequenza dei ricorsi di mattoni, che potrebbero dipendere da differenti fasi costruttive e indicare momenti costruttivi diversi per i vari lati del fossato. Si nota, inoltre, una discontinuità muraria nel muro ovest, dove questo, presso l'angolo sud-ovest del fossato, si appoggia a un tratto murario di realizzazione non coeva e con ricorsi di mattoni più radi.

Biologia e sussistenza delle antiche popolazioni dell’Umbria. Recenti scavi di necropoli a Spoleto e Norcia (2010-2012), “Spoletium” 49, 2012, pp. 123-129
A partire dal giugno 2010, su impulso della dottoressa Liliana Costamagna e nell'ambito delle azi... more A partire dal giugno 2010, su impulso della dottoressa Liliana Costamagna e nell'ambito delle azioni di recupero e tutela promosse dalla Sovrintendenza Archeologica dell'Umbria, gli scavi archeologici di necropoli nell'area di Spoleto e Norcia hanno annoverato anche lo studio e la schedatura dei resti umani rinvenuti. L'effetto è stata la raccolta sistematica di una consistente massa di dati antropologici, antropometrici e biologici. Essa, finora, è stata studiata solo attraverso una prima lettura in cantiere: una analisi macroscopica e preliminare, quindi, che però sembra già offrire alcune indicazioni, sinteticamente esposte in questo lavoro. Ulteriori analisi in fase di post scavo, tuttavia, consentiranno senza dubbio di affinare questi dati preliminari e attivarne tutto il potenziale scientifico. Metodologia La bioarcheologia usa tecniche di antropologia forense con l'obiettivo di restituire sia gli aspetti individuali che il quadro storico sociale e culturale nel quale i resti umani vanno collocati. Essa è quindi interessata a ricostruire l'età alla morte, il sesso di ogni singolo individuo rinvenuto, gli elementi morfometrici (robustezza, statura, caratteri etnici) e quelli patologici (malattie, condizioni di vita e salute, alimentazione, causa di morte); allo stesso tempo vengono però raccolti tutti i dati utili a ricostruire i riti e gli aspetti culturali legati alla morte, individuando i processi tafonomici e quelli diagenetici, cioè inter-venuti sul corpo al momento e successivamente alla deposizione nella tomba. Infine, si cercano di interpretare i dati per ricostruire il quadro biosociale nel quale ogni singolo individuo è vissuto, identificando le dinamiche demografiche, gli aspetti legati alla produzione agricola, alle condizioni di vita e alimentari del gruppo, oltre che gli elementi di eventuale differenziazione etnica. Le tecniche di studio sono quelle usate dalla principale letteratura internazionale: cioè i manuali di Brothwell e Ubelaker per le determinazioni e le restituzioni degli individui 1 , il testo di Bass per le misurazioni 2 , la Cambridge Encyclopedia of Paleopathology per le patologie 3 , il testo di Hillson per i denti 4 , i lavori di Kòsa e Schutkowsky rispettivamente per l'età della morte e il sesso dei neonati 5 . Come manuali sono stati anche considerati i testi italiani di Borgognini Tarli -Pacciani e di Canci -Minozzi 6 . Per l'applicazione della metodologia antropologica alla demografia si rimanda ad alcuni miei lavori 7 , nonché ad una specifica letteratura di confronto 8 . Discussione dei dati I dati provenienti da questa area dell'Umbria di cui è possibile avvalersi sono quelli della grande necropoli di Norcia rinvenuta tra 2010 e 2011 durante la realizzazione del nuovo stabilimento della Grifolatte, nella zona industriale; la necropoli rinvenuta a Spoleto nella zona di piazza d'Armi nella prima metà del 201 (cantiere Di Marco) e due ritrovamenti più isolati, quello di Castellocchio di Eggi (2011) e quello di Ocosce di Cascia (2012). Occorre sottolineare come, specialmente nel caso della necropoli di Norcia, l'analisi si trova in uno stadio del tutto iniziale. Si tratta di una realtà molto complessa − anche dal punto di vista quantitativo − che impegnerà a lungo professionalità e studiosi di diverse discipline. La necropoli di Norcia -Grifolatte ha restituito all'incirca 350 tombe, databili tra il VII-VI a.C. e il III d.C. La maggior parte delle sepolture, tuttavia, risale al periodo tra il III-II a.C. e il I-II d.C. Sono una decina, invece, le tombe che possono essere assegnate all'epoca più antica. I dati complessivi segnalano una presenza equilibrata di donne e uomini, e lo specchio abbastanza realistico della speranza di vita della comunità nursina tra età repubblicana e imperiale. Il 40 % delle tombe appartiene a bambini morti nei primi giorni di vita, o addirittura prematuri. Un ulteriore 10 % è rappresentato da bambini tra il sesto mese e il decimo anno di vita. Nel complesso, dunque, la mortalità neonatale e infantile era intorno il 50 %. Raggiungeva l'età senile solo il 7 % del campione [1]. Nonostante possano colpire, si tratta di dati del tutto omogenei a quelli di altre realtà del mondo romano, e non indicano condizioni di vita particolarmente negative. Anzi, questa comunità, al di là delle differenze che si possono percepire nella periodizzazione cronologica, appare nel complesso in buone condizioni di vita e la-
Funzioni delle forme ceramiche e modelli alimentari medievali, in “La Ceramica medievale e moderna di Roma e del Lazio”, III, (Roma, apr. 1996), Roma 1998, pp. 15-22

Papers of the “Medieval Europe Brugge 1997” Conference (Bruges, ott. 1997), 9, Zellik 1997, pp. 31-43
L’IMPORTANCE CENTRALE DU BOVIN AU MOYEN AGE EN EUROPE OCCIDENTALE: L’ELEVAGE, L’UTILISATION DE SA... more L’IMPORTANCE CENTRALE DU BOVIN AU MOYEN AGE EN EUROPE OCCIDENTALE: L’ELEVAGE, L’UTILISATION DE SA FORCE-TRAVAIL, SA CONSOMMATION ALIMENTAIRE.
A la suite des invasions barbares au V-VI siècle et de la crise du système agricole romain qui suivit, dans plusieurs régions européennes une série de changements eut lieu dans le paysage, dans l’organisation rurale et dans les modèles alimentaires des populations.
Au contraire de ce qu’on a souvent pensé, les données archéologiques (les os humains, les os d’animaux cuits, les céramiques pour la cuisson) qui proviennent de nombreux lieux médiévaux d’Italie, de France et d’Angleterre indiquent que l’exploitation agricole et alimentaire du bovin est restée d’importance centrale. Mais ce bovin médiéval subit un changement considérable dans son aspect et dans le type d’élevage.
Talks by Fabio Giovannini
The presence of main animal species in medieval Italy on the base of archaelogical data, in “The road of food habits in the Mediterranean Area, Abstracts of the International Congress” (Napoli, maggio 1997), Poster Session (a), Napoli 1997
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Papers by Fabio Giovannini
This research is based on a large collection of paleodemographic data pertaining to Italian territory between the 6th and 14th century. The presence of a few documented sources in literature (and even the inconsistencies that can be found among them) raises the necessity of making the best use of archaeological findings in the aim of explaining the stagnant demography characterizing Italy from 600 to 1000 A.D.
Even though it is always possible to consider demographic parameters such as age-group composition, sex ratios and mortality factors in a community, due to the methodological limitations of ageing and sexing procedures used in demography, the paleodemographical interpretation based only on human skeletal remains has proven to be often unsatisfactory.
Bioarchaeological data, on the contrary, are much more reliable and can successfully be considered in order to retrieve various biological information on birth-rate and death-rate. Peaks of dental caries in young females, dietary effects on children and sub-adults, first-born female abandonment or even infanticide, contraception by means of natural methods, nutritional and pathological standards, are all well-detectable parameters which can contribute to investigate Italian medieval demographic trends on a scientific in basis, which could have hardly been achieved otherwise.
At Laion, thirteen infants were buried between the end of the third century AD and the end of the fourth century AD. Both male and female individuals were found, all buried within forty days of birth, which according to ancient texts is the usual age limit for sepulchra suggrundiaria. Abortion, infanticide, and family neglect should be excluded as the cause of these burials, as should the idea of high infant mortality as an explanation. The sepulchra suggrundaria at Laion belong to a Roman cultural community. These burials are in fact part of a ritual of roman funerary practice, reserved for infants that died within forty days of birth. At the end of fourth century, the return of indigenous practices (deromanization process) regarded also neonatals burials.
RIASSUNTO GIOVANNINI F., 2007. Le sepolture neonatali di età romana rinvenute nel sito archeologico di Laion (Bolzano). L'analisi antropologica effettuata sui resti ossei umani rinvenuti durante lo scavo del sito archeologico di Laion (Bz) ha individuato 13 neonati sepolti presso le abita-zioni e i luoghi di lavoro tra la seconda metà del secolo III e la fine del secolo IV d. C. I bambini sono risultati di età compresa tra i 20 giorni prima ed i 30 giorni dopo il termine della gestazione, e tra loro sono state identificate almeno 3 femmine e 3 ma-schi. L'analisi ha mostrato che tutti i bambini sia prematuri che morti dopo un mese di vita subivano un identico rito di sepoltura. Inoltre, non si osserva una differenza tra femmine e maschi, né dal punto di vista numerico che per la tipologia di sepoltura. Non si sono rilevate carenze nutrizionali tali da far ipotizzare una condizione alimentare materna particolarmente difficile. Infine, fenomeni quali infanticidio femminile o maschile, come anche unesagerata mortalità da parto, sembrano da escludersi. Secondo le indicazioni dello studio, con la seconda metà del IV secolo il villaggio di Laion, che in età costantiniana aveva raggiunto almeno le 200 persone ed era pienamente inserito nel quadro culturale tipico delletà romano imperiale, mutò profondamente.
A la suite des invasions barbares au V-VI siècle et de la crise du système agricole romain qui suivit, dans plusieurs régions européennes une série de changements eut lieu dans le paysage, dans l’organisation rurale et dans les modèles alimentaires des populations.
Au contraire de ce qu’on a souvent pensé, les données archéologiques (les os humains, les os d’animaux cuits, les céramiques pour la cuisson) qui proviennent de nombreux lieux médiévaux d’Italie, de France et d’Angleterre indiquent que l’exploitation agricole et alimentaire du bovin est restée d’importance centrale. Mais ce bovin médiéval subit un changement considérable dans son aspect et dans le type d’élevage.
Talks by Fabio Giovannini
This research is based on a large collection of paleodemographic data pertaining to Italian territory between the 6th and 14th century. The presence of a few documented sources in literature (and even the inconsistencies that can be found among them) raises the necessity of making the best use of archaeological findings in the aim of explaining the stagnant demography characterizing Italy from 600 to 1000 A.D.
Even though it is always possible to consider demographic parameters such as age-group composition, sex ratios and mortality factors in a community, due to the methodological limitations of ageing and sexing procedures used in demography, the paleodemographical interpretation based only on human skeletal remains has proven to be often unsatisfactory.
Bioarchaeological data, on the contrary, are much more reliable and can successfully be considered in order to retrieve various biological information on birth-rate and death-rate. Peaks of dental caries in young females, dietary effects on children and sub-adults, first-born female abandonment or even infanticide, contraception by means of natural methods, nutritional and pathological standards, are all well-detectable parameters which can contribute to investigate Italian medieval demographic trends on a scientific in basis, which could have hardly been achieved otherwise.
At Laion, thirteen infants were buried between the end of the third century AD and the end of the fourth century AD. Both male and female individuals were found, all buried within forty days of birth, which according to ancient texts is the usual age limit for sepulchra suggrundiaria. Abortion, infanticide, and family neglect should be excluded as the cause of these burials, as should the idea of high infant mortality as an explanation. The sepulchra suggrundaria at Laion belong to a Roman cultural community. These burials are in fact part of a ritual of roman funerary practice, reserved for infants that died within forty days of birth. At the end of fourth century, the return of indigenous practices (deromanization process) regarded also neonatals burials.
RIASSUNTO GIOVANNINI F., 2007. Le sepolture neonatali di età romana rinvenute nel sito archeologico di Laion (Bolzano). L'analisi antropologica effettuata sui resti ossei umani rinvenuti durante lo scavo del sito archeologico di Laion (Bz) ha individuato 13 neonati sepolti presso le abita-zioni e i luoghi di lavoro tra la seconda metà del secolo III e la fine del secolo IV d. C. I bambini sono risultati di età compresa tra i 20 giorni prima ed i 30 giorni dopo il termine della gestazione, e tra loro sono state identificate almeno 3 femmine e 3 ma-schi. L'analisi ha mostrato che tutti i bambini sia prematuri che morti dopo un mese di vita subivano un identico rito di sepoltura. Inoltre, non si osserva una differenza tra femmine e maschi, né dal punto di vista numerico che per la tipologia di sepoltura. Non si sono rilevate carenze nutrizionali tali da far ipotizzare una condizione alimentare materna particolarmente difficile. Infine, fenomeni quali infanticidio femminile o maschile, come anche unesagerata mortalità da parto, sembrano da escludersi. Secondo le indicazioni dello studio, con la seconda metà del IV secolo il villaggio di Laion, che in età costantiniana aveva raggiunto almeno le 200 persone ed era pienamente inserito nel quadro culturale tipico delletà romano imperiale, mutò profondamente.
A la suite des invasions barbares au V-VI siècle et de la crise du système agricole romain qui suivit, dans plusieurs régions européennes une série de changements eut lieu dans le paysage, dans l’organisation rurale et dans les modèles alimentaires des populations.
Au contraire de ce qu’on a souvent pensé, les données archéologiques (les os humains, les os d’animaux cuits, les céramiques pour la cuisson) qui proviennent de nombreux lieux médiévaux d’Italie, de France et d’Angleterre indiquent que l’exploitation agricole et alimentaire du bovin est restée d’importance centrale. Mais ce bovin médiéval subit un changement considérable dans son aspect et dans le type d’élevage.