Papers by Enrico Manzi
Da Pianosa a Procchio, l’eccidio nazifascista dell’Arcipelago Toscano, 2020
Una rappresaglia omicida, premeditata e brutale, nel carcere di Pianosa, perla dell'Arcipelago To... more Una rappresaglia omicida, premeditata e brutale, nel carcere di Pianosa, perla dell'Arcipelago Toscano e del Parco Nazionale. Una fucilazione sommaria sulla spiaggia di Procchio, oggi meta ambita del turismo balneare elbano. Un breve paper storiografico per comprendere le cause del massacro più efferato compiuto in questi territori durante la Seconda Guerra Mondiale, nel caotico e complesso contesto italiano post otto settembre 1943.
Dalla lettura dei testi di Pastore, è possibile comprendere le dinamiche che, durante l'età moder... more Dalla lettura dei testi di Pastore, è possibile comprendere le dinamiche che, durante l'età moderna, hanno permesso l'avvicendarsi della scienza medica con quella giuridica, in particolare il ruolo preponderante che hanno acquisito le perizie medico-legali affidate dai tribunali a soggetti con specifiche competenze. Questi soggetti, di varie tipologie, soprattutto a partire dal XVI secolo, si sono riuniti in collegi o corporazioni e hanno stabilito fra loro complicate relazioni più o meno professionali, e quando chiamati in causa, hanno coadiuvato l'autorità giudiziaria, religiosa e civile, interpretando per loro i segni interni ed esterni del

Gli anni '50 sono tristemente ricordati, tra le altre cose, per gli esperimenti nucleari. Decine ... more Gli anni '50 sono tristemente ricordati, tra le altre cose, per gli esperimenti nucleari. Decine di bombe sono state fatte esplodere dalle due superpotenze atomiche, Stati Uniti e Unione Sovietica, seguite poi da Francia, Gran Bretagna e Cina. Queste armi hanno rivoluzionato, dal 6 agosto 1945, le relazioni internazionali e il concetto stesso della guerra. L'utilizzazione della tecnologia nucleare, sia in ambito militare che civile, è stata al centro di animate discussioni per la sua pericolosità sia sul piano morale che su quello politico. Gli scienziati furono i protagonisti sia nel bene che nel male, mentre l'opinione pubblica tardava ad emergere anche per il clima di segretezza disposto dai governi e dai vertici militari che detenevano il potere. Le armi nucleari hanno influenzato la politica estera di ogni nazione del mondo mentre le tensioni tra i due blocchi hanno influito sulle relazioni che dovevano essere obbligatoriamente intraprese da parte degli stati nucleari per regolamentare l'utilizzo della nuova tecnologia. Dopo molti anni difficili, il primo grande passo, decisivo per un cambio di rotta, successe il 5 agosto del 1963, il giorno in cui è stato firmato il Partial Test Ban Treaty (PTBT). In questo breve scritto cercherò di mettere in luce i fattori che hanno portato la comunità internazionale, dopo lunghi negoziati, a ratificare questo fondamentale trattato, punto di partenza verso la non proliferazione nucleare e risultato della prima grande distensione fra Usa e Urss. Negli anni che precedettero la stipula del trattato, venne messa in discussione la legittimità della detenzione e l'utilizzo delle armi nucleari. Gli stati nucleari cominciarono ad approcciarsi allo spinoso tema della proliferazione nucleare. Oltre a ciò, ben presto (metà anni 50, dopo le prime esplosioni termonucleari e i primi incidenti) gli stati avvertirono il bisogno di creare una giurisdizione internazionale per combattere non solo la proliferazione, ma anche gli aspetti riguardanti i test nucleari e una eventuale politica di disarmo. Le numerose crisi furono superate grazie alla prudenza che ambedue le leadership adottarono prima di ogni decisione, ben sapendo la drammaticità di una guerra atomica.

Il 3 settembre 1943 1 fu siglato a Cassibile l'armistizio che sancì la resa incondizionata della ... more Il 3 settembre 1943 1 fu siglato a Cassibile l'armistizio che sancì la resa incondizionata della monarchia italiana. La storiografia recente considera l'evento il punto di svolta per l'Italia durante la Seconda Guerra Mondiale. Sono molte le interpretazioni date per spiegare le cause e le conseguenze di questa decisione "obbligata" che il nuovo governo Badoglio prese per cercare di interrompere la follia fascista per soddisfare la volontà della popolazione. Non è mio obiettivo argomentare le diverse sfaccettature e i significati che gli storici hanno attribuito all'armistizio, ma presentare e contestualizzare, a partire dalla stessa data, alcuni avvenimenti dei seguenti e concitati giorni per capirne il significato, come la rapida occupazione nazista, le stragi di civili in Toscana e i bombardamenti aerei. L'occupazione di Piombino, ad esempio, fu esemplare poiché ha rappresentato nella memoria collettiva una probante anticipazione di ciò che sarebbe accaduto nell'imminente futuro, ossia la resistenza e la lotta di alcune frange della popolazione italiana contro l'ex alleato, diventato uno sgradito occupante. Oppure il bombardamento tedesco di Portoferraio del 16/09/1943, una rappresaglia motivata dal rifiuto alla richiesta di resa del comando tedesco. Ciò è occasione per mettere in evidenza la "disumanità" e le implicazioni dei bombardamenti aerei sulle popolazioni, dopo aver preso visione del testo a cura di Nicola Labanca, « i bombardamenti aerei sull'Italia », consultato per la stesura di questa relazione; infatti "la morte dal cielo" è stata una pratica utilizzata sia dall'Asse che dagli Alleati, per motivazioni e obiettivi diversi ma raggiungendo il medesimo fine: terrorizzare le popolazioni colpite. Inoltre, analizzando il saggio di Gianluca Fulvetti, « Uccidere i Civili », sarà possibile parlare della tendenza dei nazisti alla violenza nei confronti della popolazione civile che nei venti mesi di occupazione fu l'espressione di una vera e propria politica impartita dall'alto comando tedesco che lasciò in tutta Italia, specialmente in Toscana, segni indelebili con stragi atte a eliminare chiunque osteggiasse la nuova azione nazista e repubblichina. L'armistizio e l'occupazione tedesca Marzo 1943, con lo slogan "pane e pace" i lavoratori italiani delle fabbriche del nord insorsero nel modo più rumoroso che potevano, cioè con gli scioperi. Le masse operaie si Dopo Cassibile: occupazione tedesca, stragismo e bombardamenti Enrico Manzi 2 unirono e i partiti italiani misero da parte i contrasti ideologici nel nome dell'antifascismo. Il Paese, dopo quasi tre anni di guerra era logorato e la popolazione impaurita non si sentiva più al sicuro a causa dell'inadeguatezza dello Stato fascista che era sull'orlo del baratro, pieno di dissidi interni, non riuscendo più a garantire la sicurezza della popolazione urbana alla mercé delle bombe alleate. Secondo recenti studi, proprio i bombardamenti con i loro effetti sul morale della popolazione che direttamente e indirettamente ne subiva le conseguenze, hanno accelerato il processo di destabilizzazione della popolazione, in parallelo ovviamente a quello di disgregazione del regime. Nella collettività si era formato un profondo malessere causato dal protrarsi della guerra che Mussolini era sicuro di portare a termine brevemente. In tutti gli strati della società italiana, soprattutto quella urbana e operaia, c'era grande preoccupazione per le sorti della Nazione. Più passavano i mesi e più la situazione sembrava peggiorare. Le disfatte sui fronti furono un segnale: a Stalingrado si arrestò l'avanzata italo-tedesca (marzo '43) mentre nel deserto egiziano si scrisse una delle pagine più tristi per le forze armate Italiane che, nonostante diedero prova di grande valore, furono massacrati ad El Alamein (novembre '42) dagli Alleati i quali poterono concludere la liberazione del Nordafrica nel maggio del '43. La situazione militare continuava a peggiorare mettendo in evidenza la minore organizzazione ed efficienza delle divisioni Italiane rispetto non solo alle armate alleate ma anche al cospetto di quelle naziste che le affiancarono nel tentativo di difendere la Sicilia invasa nel luglio del '43, dando inizio alla sanguinosa Campagna d'Italia. Tutto ciò, mentre insistevano i bombardamenti, accentuò la spaccatura fra la società e il fascismo di fatto "forzando" la mano al Re che decise per la defenestrazione di Mussolini il 25 luglio 1943 mediante una sorta di "golpe" ordito dallo stesso Vittorio Emanuele e da personalità di spicco del Gran Consiglio del Fascismo, con alla testa Dino Grandi. Il Duce fu messo agli arresti e, tra manifestazioni di giubilo per le strade delle città per quello che sembrava la fine di un incubo, già qualcuno percepiva una possibile rottura con i tedeschi e ciò incuteva angoscia tra gli addetti ai lavori; tra questi c'era il Maresciallo Badoglio al quale fu conferito l'incarico di formare il nuovo governo. Il Maresciallo formò il suo Governo fatto di tecnici e funzionari che rispecchiasse le volontà di casa Savoia, ossia procedere "a tappe" nella defascistizzazione delle istituzioni. Badoglio cercò di intraprendere un percorso di dialogo con i partiti i cui programmi non coincidevano con quelli del Re, poiché avrebbero preferito dare un taglio netto alle istituzioni fasciste donando un sapore rivoluzionario al loro operato, Enrico Manzi 8 tout court si fa ancora più stringente » 7 ; infatti in questa fase di ritirata aggressiva si attua uno stragismo "frenetico" che precede di poche ore l'arrivo degli alleati, con caratteri connessi alla disobbedienza civile motivata dalla requisizione forzata di beni materiali e umani.
Thesis Chapters by Enrico Manzi

Perseguitati e antifascisti elbani, 2020
L’antifascismo elbano si può considerare come una prosecuzione del più vasto e antecedente fenome... more L’antifascismo elbano si può considerare come una prosecuzione del più vasto e antecedente fenomeno del sovversivismo, delineatosi negli anni delle lotte sindacali ben prima dell’avvento del fascismo; ed è racchiuso nelle storie dei suoi oltre duecento protagonisti, cui si dovrebbero aggiungere anche quelle dei resistenti, pronti e solidali durante i nove mesi di occupazione nazista e durante la battaglia di liberazione: storie di fughe notturne, di persecuzioni fin oltre i confini nazionali, di carcere, di esili in isole lontane, di famiglie divise con figli costretti a crescere senza la figura paterna, di dissenso e malessere interiore covato per un lungo tempo, di sabotaggi e iscrizioni murarie. Non diversamente da altre zone d’Italia, questi individui, in larghissima parte anarchici e socialisti, dopo aver tentato di combattere politicamente i fasci, dopo aver provato a resistere allo squadrismo per almeno un lustro uscendone con le ossa rotte, combattuti dagli eventi furono costretti ad assaggiare il ‘pugno di ferro’ del fascismo, quando furono emanate le tristemente celebri leggi liberticide, le ‘fascistissime’, nel biennio 1925 - 1926 e funzionali al processo di trasformazione dell’ordinamento giuridico del Regno in un regime totalitario. Furono in particolare i « Provvedimenti per la difesa dello Stato », legge del 26 novembre 1926, a legittimare la repressione del dissenso politico e istituendo nuovi strumenti di vigilanza poliziesca e rafforzandone altri, concedendo maggiori poteri alle autorità di Pubblica Sicurezza.
Books by Enrico Manzi

Enrico Manzi, 2020
[..] Dunque, la tesi racconta, seguendo il più fedelmente possibile una linea cronologica, l’avve... more [..] Dunque, la tesi racconta, seguendo il più fedelmente possibile una linea cronologica, l’avvento del fascismo nel consolidato contesto industriale e minerario dell’isola d’Elba, le cui vicende restano in primissimo piano fino al 1924; pertanto ho cercato di indagare le modalità con le quali il fascismo si è insediato sull’isola e gli eventi che lo hanno portato a soverchiare, similmente al resto d’Italia, le altre forze politiche, così come invitare a riflettere sulle fasi più importanti della sua esistenza politica attraverso una ricca serie di esempi, di fatti e personaggi. Così ho cercato di riassumere, grazie soprattutto alle notizie dei periodici dell’epoca, unitamente al contributo di alcuni storici, le circostanze che hanno portato il fascismo ad inserirsi politicamente nelle dinamiche della società, con la singolare vicenda dello scontro fra fascisti e combattenti, messa in rilievo anche dal Prof. Ivano Tognarini; la consistenza e i numeri
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del PNF sull’isola e il rapporto tra fascismo e popolazione, dalla Marcia su Roma agli anni del consolidamento del Regime, quando ormai ogni manifestazione di dissenso fu azzerata e la repressione divenuta norma. Poi, attraverso le vicende del personaggio più rappresentativo del fascismo elbano, Epaminonda Pasella, unitamente ad un paragrafo dove ho ‘tirato le somme’ sul fascismo post – 1926 sulla base di alcune testimonianze dei minatori, ho cercato di ripercorrere le fasi salienti del fascismo dal punto di vista del suo centro di comando di Portoferraio. Infine, un ritorno sugli antifascisti e sul fenomeno dell’ antifascismo elbano, già incontrato nelle vicende di Lessi e Cacciò, ma guardandolo dalla prospettiva generale ed istantanea dei numeri, per poi passare ad altre esplicative biografie di antifascisti le cui storie ho ritenuto essere valenti di significati, non potendo, per ragioni di spazio parlare di tutti gli oltre duecento ‘ribelli’ non allineati e schedati dalla polizia politica durante il Ventennio [..]
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del PNF sull’isola e il rapporto tra fascismo e popolazione, dalla Marcia su Roma agli anni del consolidamento del Regime, quando ormai ogni manifestazione di dissenso fu azzerata e la repressione divenuta norma. Poi, attraverso le vicende del personaggio più rappresentativo del fascismo elbano, Epaminonda Pasella, unitamente ad un paragrafo dove ho ‘tirato le somme’ sul fascismo post – 1926 sulla base di alcune testimonianze dei minatori, ho cercato di ripercorrere le fasi salienti del fascismo dal punto di vista del suo centro di comando di Portoferraio. Infine, un ritorno sugli antifascisti e sul fenomeno dell’ antifascismo elbano, già incontrato nelle vicende di Lessi e Cacciò, ma guardandolo dalla prospettiva generale ed istantanea dei numeri, per poi passare ad altre esplicative biografie di antifascisti le cui storie ho ritenuto essere valenti di significati, non potendo, per ragioni di spazio parlare di tutti gli oltre duecento ‘ribelli’ non allineati e schedati dalla polizia politica durante il Ventennio [..]
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del PNF sull’isola e il rapporto tra fascismo e popolazione, dalla Marcia su Roma agli anni del consolidamento del Regime, quando ormai ogni manifestazione di dissenso fu azzerata e la repressione divenuta norma. Poi, attraverso le vicende del personaggio più rappresentativo del fascismo elbano, Epaminonda Pasella, unitamente ad un paragrafo dove ho ‘tirato le somme’ sul fascismo post – 1926 sulla base di alcune testimonianze dei minatori, ho cercato di ripercorrere le fasi salienti del fascismo dal punto di vista del suo centro di comando di Portoferraio. Infine, un ritorno sugli antifascisti e sul fenomeno dell’ antifascismo elbano, già incontrato nelle vicende di Lessi e Cacciò, ma guardandolo dalla prospettiva generale ed istantanea dei numeri, per poi passare ad altre esplicative biografie di antifascisti le cui storie ho ritenuto essere valenti di significati, non potendo, per ragioni di spazio parlare di tutti gli oltre duecento ‘ribelli’ non allineati e schedati dalla polizia politica durante il Ventennio [..]