Papers by Eleonora Adorni
Nottetempo , 2020
L'Abbecedario della differenza nasce dalla volontà di ricordare e rinnovare l’impegno di Alice Ce... more L'Abbecedario della differenza nasce dalla volontà di ricordare e rinnovare l’impegno di Alice Ceresa nello scardinare parola per parola l’“ineguaglianza tra le ineguaglianze, quella fra uomini e donne”. Filosofi, filosofe, scrittrici, scrittori, poeti e poetesse hanno contribuito alla redazione libera dei lemmi che compongono questa appendice del Piccolo dizionario dell'inuguaglianza femminile, nel quale si trovano anche due voci inedite della Ceresa stessa, Deserto e Prossimo.
Kaizen - Sonda Edizioni , 2019
Quando osserviamo gli animali, spesso ci dimentichiamo che siamo a nostra volta oggetto del loro ... more Quando osserviamo gli animali, spesso ci dimentichiamo che siamo a nostra volta oggetto del loro sguardo e della loro curiosità. È proprio l’analisi di questa reciprocità di relazioni a essere il cardine dell’etologia filosofica di Vinciane Despret, docente all’Università di Liegi e da oltre vent’anni impegnata in una ricerca interdisciplinare volta a comprendere «che cosa rispondono gli animali se facciamo le domande giuste», come
recita il titolo del suo libro più famoso.

Un girovagare rapsodico e inquieto. Sarà come seguire il volo di un calabrone (Vespa crabro), il ... more Un girovagare rapsodico e inquieto. Sarà come seguire il volo di un calabrone (Vespa crabro), il percorso che compiremo nelle prossime pagine cercando di tracciare il ruolo che gli animali nonumani ricoprono nell’esperienza letteraria di Roberto Marchesini, filosofo ed etologo conosciuto per il suo apporto all’interno della corrente della filosofia Posthuman e dell’etologia cognitiva, ma che ha da sempre – anzi, da ancor prima di divenir “scienziato” – accostato alla ricerca una costante produzione narrativa. Compiremo - seguendo il grosso vespide, vero animale-totem dell’opera marchenisiana - sondaggi sparsi in alcune delle opere principali dell’autore, dalla prima raccolta lirica Il Dio Pan (Firenze Libri 1988) per arrivare alla recente autobiografia Ricordi di animali (Mursia 2013), cercando di mettere in luce come i nonumani hanno rivestito un ruolo chiave nell’evoluzione del pensiero dell’autore. Non, quindi, figure emerse dall’espediente narrativo della rappresentazione metaforica (l’animale come icona, raffigurazione, metonimia, allegoria), ma presenze concrete nella vita dell’autore (l’animale come soggetto) capaci di generare senso condiviso e negoziare attivamente il proprio essere-nel-mondo.
Lei parla a più riprese di «amore per zoe» e della necessità di andare oltre i confini di specie.... more Lei parla a più riprese di «amore per zoe» e della necessità di andare oltre i confini di specie. Quindi, se intendiamo bene, dovremmo guardare alla "specie" come a una sorta di costrutto artificiale? Dobbiamo sottoporre la "specie" alla stessa decostruzione a cui è andata incontro la nozione di "genere"?

Che relazione intercorre tra sviluppo tecno-scientifico e liberazione degli animali non umani? Qu... more Che relazione intercorre tra sviluppo tecno-scientifico e liberazione degli animali non umani? Quali conseguenze si avranno, sul piano teorico come su quello della prassi, nel nostro rapporto con la natura a fronte della costante e progressiva accelerazione che le nuove tecnologie stanno operando in ogni campo del reale? E ancora, che posto avranno i non umani negli stridenti ossimori che oggi campeggiano in tutte le agende politiche dello “sviluppo sostenibile” e della “green economy”? Questi sono stati solo alcuni dei quesiti che hanno animato la terza conferenza europea dell’Institute for Crititcal Animal Studies (ICAS) che si è tenuta presso il Karlsruher Institut für Technologie (KIT) in Germania, dal 28 al 30 ottobre 2013, che ha visto relatori e partecipanti provenienti da tutta Europa e dagli Stati Uniti. Filosofi, sociologi, etologici a vario titolo implicati nella “questione animale”, ma anche attivisti e artisti che per tre giornate hanno voluto circoscrivere gli scenari attuali e delinearne futuri in relazione al nostro complesso rapporto con i non umani e l’ambiente biotico più in generale.

Breve premessa: un resoconto etnografico in un museo del vivente
Il tradimento degli animali. Cos... more Breve premessa: un resoconto etnografico in un museo del vivente
Il tradimento degli animali. Così potremmo declinare, ai fini di quanto si
sosterrà nelle prossime pagine, il titolo del celebre dipinto di René Magritte
La trahison des images dove, nel cortocircuito percettivo che un’immagine
(una pipa) e la sua didascalia (ceci n’est pas une pipe) inaugurano,
si genera un problema ontologico di vasta portata che potrebbe essere
riassunto dal seguente quesito: che relazione sussiste tra oggetto (o, come
vedremo nel nostro caso, soggetto) esposto e la sua rappresentazione?
Sarà questa la domanda cardine attorno alla quale ruoteranno le mie
riflessioni circa la problematicità di natura etica che luoghi come acquari
e zoo – veri e propri musei del vivente – hanno insite nella propria ragione
d’essere: esporre una vita, spesso esotica e misteriosa, per farla conoscere
a un vasto pubblico tramite la logica primigenia che associa il vedere al
sapere (per cui vedere è sapere).

Quando il cibo ha un'anima. Implicazioni antropologiche del mangiar animali E A, F... more Quando il cibo ha un'anima. Implicazioni antropologiche del mangiar animali E A, F C Introduzione Preferiamo trasformare in bistecche, pasticci, grigliate, spiedini e salsicce degli esseri che potrebbero farci comprendere ciò che siamo, ciò che significa amare, vivere, sentire; degli esseri che potrebbero aprirci a forme di relazione e comunicazione che non sospettiamo, permetterci di allargare la nostra immaginazione, di trasformare la nostra organizzazione sociale, di dar loro tante cose fondamentali, le stesse cose fondamentali che potrebbero darci. Ucciderli per mangiarli è come usare la Gioconda per accendere il camino, quando abbiamo in casa dei pezzi di legno adatti alla bisogna. . A. G, Antropologia del mangiare e del bere, Altravista, Torrazza Coste , pp. ss. Sul parallelo tra alimentazione e codice comunicativo ci preme ricordare inoltre M. D, Purezza e pericolo. Un'analisi dei concetti di contaminazione e tabù, trad. it. A. Vatta, Il Mulino, Bologna . . A. R-B, Structures and Functions in Primitive Society, Free Press, Glencoe , p. . ISBN 978-88-548-xxxx-x DOI 10.4399/97888548xxxxx18 pag. 163-?? (ottobre 2014)

Pensare non consola, né rende felici . Questo è quanto sentenziò Michel Foucault, consegnandoci i... more Pensare non consola, né rende felici . Questo è quanto sentenziò Michel Foucault, consegnandoci in espressione lapidaria quel destino che accompagna da sempre il pellegrinare incerto della ricerca filosofica nei meandri della vita e dell’esperienza. Filosofia che, come ha sottolineato anche David Wood nel saggio Come non mangiare, non dovrebbe solamente essere delucidazione di come operano i nostri concetti o e nostre categorie, ma rispondere fattivamente - sporcandosi essa stessa le mani in un continuo lavoro di minuzioso vaglio critico - alle istanze che bussano alla porta della nostra contemporaneità. Da qui forse, il destino all’infelicità.
Filosofia quindi, come presa in carico di ciò che non è stato ancora adeguatamente formulato. In tale luce, la dicotomia Uomo/altri animali – e la natura di alterità vertiginosamente-altra qual è l’animale dinanzi all’essere umano - costituisce forse, il nodo gordiano per antonomasia in grado di tenere sotto scacco intere schiere di pensatori che, nel tentare di evadere dalla gabbia antropocentrica, non hanno fatto altro che far riaffiorare le più profonde radici di quell’umanesimo che volevano sradicare (penso a Heidegger, Lévinas, Husserl).
L’argomento di dibattito del saggio di Wood è l’opera di decostruzione propria del lavoro di Jacques Derrida con particolar attenzione alla sua genealogia e a ciò che il filosofo algerino afferma nello specifico a proposito del “mangiare bene”, in occasione dell’intervista con Jean-Luc Nancy convogliata poi nel volume Il faut bien manger. O calcolo del soggetto . L’intervista permette a Wood di allargare il raggio della riflessione al modo in cui Derrida guarda alle alterità non umane e di evidenziare come, giunto al momento critico di valutare la nostra responsabilità nei loro confronti da una prospettiva etica e politica, in ultima istanza, carnale, Derrida manchi di coraggio facendo in qualche modo fallire la propria impresa di decostruzione su un tema centrale qual è “il mangiare animali”.
The event Animal Mind (Mente Animale) organized by SIUA across Italy in 2013 registered a great s... more The event Animal Mind (Mente Animale) organized by SIUA across Italy in 2013 registered a great success of audience. SIUA, the School of Human-Animal Interaction founded and directed by Roberto Marchesini -the well-known cognitive ethologist who is also considered worldwide a leading figure within the field of human-animal interaction -planned in fact several conferences open to everyone who may be interested or intrigued by nonhuman animals lives. The major Italian cities touched by the event throughout the entire year were Turin, Milan, Rome, Verona, Trieste and Bologna. The events hosted scholars, animal rights activists and stakeholders who are in different ways involved in the animal issue in order to spread largely a new way and culture to think about nonhuman animal worlds.
According to Aristotle, man is zóon logòn échon, the animal for whom language is the main etiolog... more According to Aristotle, man is zóon logòn échon, the animal for whom language is the main etiological and constitutive element. From the Greek philosopher to our age, the primacy of language has affected all field of human knowledge, from philosophy to cognitive science, marking the border between what is rational - and therefore worthy of being studied - and what belongs to instinct, irrationality, primitivity. Donovan O. Schaefer wants to show the fallacy of this perspective, and opens his ambitious Religious Affects with a famous ethological anecdote: the famous “waterfall dance” recognized by primatologist Jane Goodall as the proof of religious beliefs also among non-human animals, typically considered devoid of language.

Les Animaux Amoureux (Animals in Love) is a full-length documentary by Laurent Charbonnier, who i... more Les Animaux Amoureux (Animals in Love) is a full-length documentary by Laurent Charbonnier, who is an experienced and skilful French filmmaker already known to have realized several animal documentaries allowing him to sharpen sophisticated techniques by shooting animals at a close distance without disturbing them. The film represents an interesting overview of a topic not often tackled by scientists, that is, as the title suggests, the emotional sphere of nonhuman animals. Since ancient times, love has represented a mysterious bond capable to combine for unknown reasons two individuals: why do we choose one particular partner instead of another? Contrary to those who want to reduce this emotion only to a reproductive goal, like the blind and selfish transmission of genes, nowadays it seems clear that the question is much more complicated than that both for human and nonhuman animals. In this perspective, the documentary – which took two years to shoot – offers a unique reportage tacking the viewer across fifteen countries to discover how eighty animal species conveyed the art of love with its colorful rituals, cruel fights and disarming fondness.

There is no doubt that we need to think unheard-of thoughts about animals, that we need new langu... more There is no doubt that we need to think unheard-of thoughts about animals, that we need new languages, new artworks, new histories, even new sciences and philosophies. Matthew Calarco, Zoographies hroughout history, artists have chosen to represent certain animal species over many others, adopting specific aesthetic canons for their paintings, sculptures and various handcrafts. What are these and why were they chosen? How have they changed over time? These are the main questions that the exposition poses, guiding the visitor throughout its three sections: Observation, Prejudice, and Discoveries. Animals in the first section, Observation, are deemed worthy to be represented in virtue of aesthetic standards (aspect, proportions, colours, etc.). Those in the second section, Prejudice, embody widespread loci of fear, repulsion, and bias. Animals portrayed in the third and final section, Discoveries, epitomize the exotic and thus the most elaborate creation of the artist himself. Anim al subjects ad vivum What is the fil rouge of the exhibition? What do all pieces have in common? Which elements, quoting the curator Emanuelle Héran, have served during the preliminary steps of the mounting as crossroads for the selection of the material to place on display? (2012: 12) The artworks that appear in this exhibition represent, almost exclusively, non-human animals thus disclosing the main goal of its curators, which is to highlight the importance of animals in the history of art. In Beauté Animale the animals are the main, if not the only, protagonists, forcing the visitor to leave behind the idea of other animals so very often represented as furniture, corollary to the human world. There is no doubt that in this choice lies one of the peculiarities that gives this exhibition a unique and innovative look on the artistic international scene for, despite a conspicuous animal presence in the history of art, this had never been displayed in one same place (Clark 1977). Beauté Animale looks at this animal presence in a way that reveals its tremendous historical relevance and potential in terms of the unique archeo-cultural heritage it carries within, disclosing new horizons in the field of the multifaceted relationship between humans and those living beings so often merely labelled " animals " .
Books by Eleonora Adorni
Zanichelli, 2021
Traduzione della quarta edizione italiana condotta sulla decima edizione americana.
Zanichelli, 2020
Traduzione dei testi antologici per la quarta edizione di Ugo Fabietti, Storia dell'antropologia,... more Traduzione dei testi antologici per la quarta edizione di Ugo Fabietti, Storia dell'antropologia, Zanichelli, 2020.
I testi tradotti sono di Marilyn Strathern, Janet Carsten, Aihwa Ong, Clara Han, Alfred Gell e Tim Ingold.

Disposal è il titolo dell’opera – libera rivisitazione di Morte di Procri di Piero di Cosimo – de... more Disposal è il titolo dell’opera – libera rivisitazione di Morte di Procri di Piero di Cosimo – dell’artista tedesca Karin Andersen che fornisce il punto di partenza per questa introduzione al dialogo che i filosofi Roberto Marchesini e Leonardo Caffo hanno intrattenuto nel mese di ottobre 2013 attraverso un fitto scambio epistolare.
In quello che si appalesa ai nostri occhi come un landscape di transizione tra mondo umano, fatto di skyline e impianti di perforazione petroliferi, e ambiente postumano, una coppia di mutanti dai tratti zoomorfi sta per disinnescare un ordigno. Che bomba è quella che brillerà da lì a pochi secondi? La bomba si chiama Umanesimo ed è rappresentazione metonimica di quel sistema filosofico che ha informato il pensiero occidentale a partire dal XIV secolo, filiando quelle categorie disgiuntive che possono essere stigmatizzate nella dicotomia natura/cultura. Un’epistemologia della cesura che ha separato il vivente, non solo in isole non comunicanti, ma in un sistema antropocentrico in cui l’umano è divenuto metro e sussunzione dei propri predicati (un uomo vitruviano), essere autoreferenziale destinato a vaneggianti soliloqui.

Past the Human: Narrative Ontologies and Ontological Stories
Our existence, the existence of our ... more Past the Human: Narrative Ontologies and Ontological Stories
Our existence, the existence of our species and its cognitive evolution, is far from being pure and confined within secure margins. From the mitochondria all the way up, the human is constantly mixed with the nonhuman. It reveals itself by way of hybridizations. For this reason, a perfectly consequent atlas of human biology would be a treatise on xenobiology. A compelling example is that of the bacteria colonies that constitute our microbiome. Even though they do not have anything “human” in their genetic code, they are an integral part of our body and our health.
Open to transformations, the human is materially and historically permeable to other natures, other matters, and other cultural agents. To be properly human is therefore, in a certain sense, to go past the boundaries of human “nature.” This is the meaning of posthumanism, as theorists such as Donna Haraway, Karen Barad, Roberto Marchesini, Bruno Latour, Andrew Pickering, Rosi Braidotti, or Cary Wolfe conceptualize it. For these authors, posthumanism is a vision of reality according to which the human and the nonhuman are confluent, co-emergent, and defining each other in mutual relations. More precisely, a posthumanist vision rejects the essentialist separation between the human and the nonhuman, and emphasizes their hybridizations and their active interplay. Relations’ double issue on posthumanism will explore these topics from two points of view: that of literature and ecocriticism (guest-editor Serenella Iovino) and that the ethical-ontological approach of zoo-anthropology (guest-editors Roberto Marchesini and Eleonora Adorni).
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Papers by Eleonora Adorni
recita il titolo del suo libro più famoso.
Il tradimento degli animali. Così potremmo declinare, ai fini di quanto si
sosterrà nelle prossime pagine, il titolo del celebre dipinto di René Magritte
La trahison des images dove, nel cortocircuito percettivo che un’immagine
(una pipa) e la sua didascalia (ceci n’est pas une pipe) inaugurano,
si genera un problema ontologico di vasta portata che potrebbe essere
riassunto dal seguente quesito: che relazione sussiste tra oggetto (o, come
vedremo nel nostro caso, soggetto) esposto e la sua rappresentazione?
Sarà questa la domanda cardine attorno alla quale ruoteranno le mie
riflessioni circa la problematicità di natura etica che luoghi come acquari
e zoo – veri e propri musei del vivente – hanno insite nella propria ragione
d’essere: esporre una vita, spesso esotica e misteriosa, per farla conoscere
a un vasto pubblico tramite la logica primigenia che associa il vedere al
sapere (per cui vedere è sapere).
Filosofia quindi, come presa in carico di ciò che non è stato ancora adeguatamente formulato. In tale luce, la dicotomia Uomo/altri animali – e la natura di alterità vertiginosamente-altra qual è l’animale dinanzi all’essere umano - costituisce forse, il nodo gordiano per antonomasia in grado di tenere sotto scacco intere schiere di pensatori che, nel tentare di evadere dalla gabbia antropocentrica, non hanno fatto altro che far riaffiorare le più profonde radici di quell’umanesimo che volevano sradicare (penso a Heidegger, Lévinas, Husserl).
L’argomento di dibattito del saggio di Wood è l’opera di decostruzione propria del lavoro di Jacques Derrida con particolar attenzione alla sua genealogia e a ciò che il filosofo algerino afferma nello specifico a proposito del “mangiare bene”, in occasione dell’intervista con Jean-Luc Nancy convogliata poi nel volume Il faut bien manger. O calcolo del soggetto . L’intervista permette a Wood di allargare il raggio della riflessione al modo in cui Derrida guarda alle alterità non umane e di evidenziare come, giunto al momento critico di valutare la nostra responsabilità nei loro confronti da una prospettiva etica e politica, in ultima istanza, carnale, Derrida manchi di coraggio facendo in qualche modo fallire la propria impresa di decostruzione su un tema centrale qual è “il mangiare animali”.
Books by Eleonora Adorni
I testi tradotti sono di Marilyn Strathern, Janet Carsten, Aihwa Ong, Clara Han, Alfred Gell e Tim Ingold.
In quello che si appalesa ai nostri occhi come un landscape di transizione tra mondo umano, fatto di skyline e impianti di perforazione petroliferi, e ambiente postumano, una coppia di mutanti dai tratti zoomorfi sta per disinnescare un ordigno. Che bomba è quella che brillerà da lì a pochi secondi? La bomba si chiama Umanesimo ed è rappresentazione metonimica di quel sistema filosofico che ha informato il pensiero occidentale a partire dal XIV secolo, filiando quelle categorie disgiuntive che possono essere stigmatizzate nella dicotomia natura/cultura. Un’epistemologia della cesura che ha separato il vivente, non solo in isole non comunicanti, ma in un sistema antropocentrico in cui l’umano è divenuto metro e sussunzione dei propri predicati (un uomo vitruviano), essere autoreferenziale destinato a vaneggianti soliloqui.
Our existence, the existence of our species and its cognitive evolution, is far from being pure and confined within secure margins. From the mitochondria all the way up, the human is constantly mixed with the nonhuman. It reveals itself by way of hybridizations. For this reason, a perfectly consequent atlas of human biology would be a treatise on xenobiology. A compelling example is that of the bacteria colonies that constitute our microbiome. Even though they do not have anything “human” in their genetic code, they are an integral part of our body and our health.
Open to transformations, the human is materially and historically permeable to other natures, other matters, and other cultural agents. To be properly human is therefore, in a certain sense, to go past the boundaries of human “nature.” This is the meaning of posthumanism, as theorists such as Donna Haraway, Karen Barad, Roberto Marchesini, Bruno Latour, Andrew Pickering, Rosi Braidotti, or Cary Wolfe conceptualize it. For these authors, posthumanism is a vision of reality according to which the human and the nonhuman are confluent, co-emergent, and defining each other in mutual relations. More precisely, a posthumanist vision rejects the essentialist separation between the human and the nonhuman, and emphasizes their hybridizations and their active interplay. Relations’ double issue on posthumanism will explore these topics from two points of view: that of literature and ecocriticism (guest-editor Serenella Iovino) and that the ethical-ontological approach of zoo-anthropology (guest-editors Roberto Marchesini and Eleonora Adorni).
recita il titolo del suo libro più famoso.
Il tradimento degli animali. Così potremmo declinare, ai fini di quanto si
sosterrà nelle prossime pagine, il titolo del celebre dipinto di René Magritte
La trahison des images dove, nel cortocircuito percettivo che un’immagine
(una pipa) e la sua didascalia (ceci n’est pas une pipe) inaugurano,
si genera un problema ontologico di vasta portata che potrebbe essere
riassunto dal seguente quesito: che relazione sussiste tra oggetto (o, come
vedremo nel nostro caso, soggetto) esposto e la sua rappresentazione?
Sarà questa la domanda cardine attorno alla quale ruoteranno le mie
riflessioni circa la problematicità di natura etica che luoghi come acquari
e zoo – veri e propri musei del vivente – hanno insite nella propria ragione
d’essere: esporre una vita, spesso esotica e misteriosa, per farla conoscere
a un vasto pubblico tramite la logica primigenia che associa il vedere al
sapere (per cui vedere è sapere).
Filosofia quindi, come presa in carico di ciò che non è stato ancora adeguatamente formulato. In tale luce, la dicotomia Uomo/altri animali – e la natura di alterità vertiginosamente-altra qual è l’animale dinanzi all’essere umano - costituisce forse, il nodo gordiano per antonomasia in grado di tenere sotto scacco intere schiere di pensatori che, nel tentare di evadere dalla gabbia antropocentrica, non hanno fatto altro che far riaffiorare le più profonde radici di quell’umanesimo che volevano sradicare (penso a Heidegger, Lévinas, Husserl).
L’argomento di dibattito del saggio di Wood è l’opera di decostruzione propria del lavoro di Jacques Derrida con particolar attenzione alla sua genealogia e a ciò che il filosofo algerino afferma nello specifico a proposito del “mangiare bene”, in occasione dell’intervista con Jean-Luc Nancy convogliata poi nel volume Il faut bien manger. O calcolo del soggetto . L’intervista permette a Wood di allargare il raggio della riflessione al modo in cui Derrida guarda alle alterità non umane e di evidenziare come, giunto al momento critico di valutare la nostra responsabilità nei loro confronti da una prospettiva etica e politica, in ultima istanza, carnale, Derrida manchi di coraggio facendo in qualche modo fallire la propria impresa di decostruzione su un tema centrale qual è “il mangiare animali”.
I testi tradotti sono di Marilyn Strathern, Janet Carsten, Aihwa Ong, Clara Han, Alfred Gell e Tim Ingold.
In quello che si appalesa ai nostri occhi come un landscape di transizione tra mondo umano, fatto di skyline e impianti di perforazione petroliferi, e ambiente postumano, una coppia di mutanti dai tratti zoomorfi sta per disinnescare un ordigno. Che bomba è quella che brillerà da lì a pochi secondi? La bomba si chiama Umanesimo ed è rappresentazione metonimica di quel sistema filosofico che ha informato il pensiero occidentale a partire dal XIV secolo, filiando quelle categorie disgiuntive che possono essere stigmatizzate nella dicotomia natura/cultura. Un’epistemologia della cesura che ha separato il vivente, non solo in isole non comunicanti, ma in un sistema antropocentrico in cui l’umano è divenuto metro e sussunzione dei propri predicati (un uomo vitruviano), essere autoreferenziale destinato a vaneggianti soliloqui.
Our existence, the existence of our species and its cognitive evolution, is far from being pure and confined within secure margins. From the mitochondria all the way up, the human is constantly mixed with the nonhuman. It reveals itself by way of hybridizations. For this reason, a perfectly consequent atlas of human biology would be a treatise on xenobiology. A compelling example is that of the bacteria colonies that constitute our microbiome. Even though they do not have anything “human” in their genetic code, they are an integral part of our body and our health.
Open to transformations, the human is materially and historically permeable to other natures, other matters, and other cultural agents. To be properly human is therefore, in a certain sense, to go past the boundaries of human “nature.” This is the meaning of posthumanism, as theorists such as Donna Haraway, Karen Barad, Roberto Marchesini, Bruno Latour, Andrew Pickering, Rosi Braidotti, or Cary Wolfe conceptualize it. For these authors, posthumanism is a vision of reality according to which the human and the nonhuman are confluent, co-emergent, and defining each other in mutual relations. More precisely, a posthumanist vision rejects the essentialist separation between the human and the nonhuman, and emphasizes their hybridizations and their active interplay. Relations’ double issue on posthumanism will explore these topics from two points of view: that of literature and ecocriticism (guest-editor Serenella Iovino) and that the ethical-ontological approach of zoo-anthropology (guest-editors Roberto Marchesini and Eleonora Adorni).