Drafts by Michele Cortese

In una canzone demotica greca tre uomini sono seduti al tavolo di un'osteria. I loro nomi sono Me... more In una canzone demotica greca tre uomini sono seduti al tavolo di un'osteria. I loro nomi sono Menoussis, Berbilis e Ressul (o Mehmet) Agas. I tre amici mangiano e bevono tra una chiacchiera e l'altra, finché il discorso cade sulle loro «belle». Uno dei tre loda la bellezza della donna di Menoussis, che domanda sorpreso all'amico cosa stia dicendo mai e dove l'abbia incontrata. L'amico risponde di averla vista il giorno prima mentre lei prendeva l'acqua al pozzo e di averle dato il suo fazzoletto perché glielo lavasse. E lei lo ha lavato, aggiunge l'amico. Menoussis non ci può credere, vuole essere sicuro che il racconto dell'amico sia vero. Domanda come fosse vestita la donna e l'amico descrive gli abiti nei particolari. Menoussis torna a casa ubriaco e ammazza la sua donna. La mattina seguente però la sbornia è passata. Menoussis si pente di averla uccisa e si dispera, piangendo la sua morte affranto e sconsolato.

Le canzoni rebetiche nascono senza padroni. Le radici del rebetiko sono profonde e ramificate, co... more Le canzoni rebetiche nascono senza padroni. Le radici del rebetiko sono profonde e ramificate, complesse. Le canzoni registrate e pubblicate dalle case discografiche a partire dall'inizio del XX secolo sono precedute e affiancate da una produzione spontanea e improvvisata, che raccoglie elementi provenienti dai ritmi dei balli delle popolazioni dell'Impero Ottomano, dalla canzone demotica, dalle mourmourika, dai maqam, le scale ereditate dalla tradizione musicale colta ottomana e bizantina, alcune delle quali sono state tramandate oralmente dal popolo nelle città subendo variazioni e innovazioni. Possiamo rintracciare le origini di alcuni elementi dell'abbigliamento, del gergo, degli atteggiamenti e dello stile dei manghes nei kapandaides e nei daides delle città ottomane, nei soldati del cosmopolita esercito ottomano, nei carcerati, negli schiavi e nei marinai che per secoli hanno solcato ilMediterraneo e abitato le città sulle sue sponde. È in questo contesto che si possono trovare le origini dei manghes, o rebetes, che avevano tatuati su braccia e petto croci e cuori trafitti come i carcerati, i marinai e i pirati del Mediterraneo e che parlavano un greco infarcito di contaminazioni turche, albanesi, veneziane. È nei quartieri più poveri di Atene e del Pireo che nasce il rebetiko pireotico, ma è la storia del Mediterraneo, oltreché della Grecia, ad aver prodotto le canzoni rebetiche. La città mette a confronto elementi diversi che si integrano, raccoglie e redistribuisce le ricchezze. Questo accade da millenni in tutto il bacino mediterraneo, ed è accaduto per centinaia di anni anche nelle grandi città portuali dell'Impero Ottomano. La città insieme alle merci accoglie persone, e con loro simboli, parole, storie, novità, che rimescola e che, rimescolate, sparge in altre città.
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