Papers by Augusto Sainati

L’articolo indaga le forme in cui le ossessioni definitorie che percorrono da sempre l’universo c... more L’articolo indaga le forme in cui le ossessioni definitorie che percorrono da sempre l’universo cattolico sono state adattate a seconda dei contesti, e considera il cinema una sorta di cartina di tornasole. Attraverso il cinema infatti e possibile far luce non solo sulle ambiguita di talune posizioni cattoliche, ma anche sulle differenze che distinguono la ricezione di alcuni film emblematici in Italia e in America. Questo fenomeno oscillatorio pero non e nuovo e trova radici profonde nel dibattito cinquecentesco sulla “convenevolezza” delle rappresentazioni. Fin da quell’epoca, infatti, il tentativo di classificare le immagini sconvenienti e stato spesso aggirato in nome di una fluidita del giudizio che conferma ancora una volta come i confini tra categorie prescrittive e istanze espressive siano meno nitidi di quanto si vorrebbe far apparire.This article investigates the ways that the obsessive definitions that have circulated throughout the history of the Catholic universe have b...
Il volume contiene alcuni esiti delle ricerche condotte nell’ambito del progetto PRIN 2012 I cat... more Il volume contiene alcuni esiti delle ricerche condotte nell’ambito del progetto PRIN 2012 I cattolici e il cinema in Italia tra gli anni ’40 e gli anni ’70 , coordinato dall’Universita degli Studi di Milano, capitalizzando riflessioni emerse nel corso di una serie di convegni che si sono succeduti dal 2014 al 2016. The issue contains some outcomes of the research project PRIN 2012 The Catholics and Cinema in Italy between the 40s and the 70s , coordinated by University of Milan, capitalizing reflections shared during a series of congresses between 2014 and 2016.
Comunicazioni Sociali, 2001
La Valle dell'Eden, n. 32, 2018

amici, come va?». Con questa espressione decisamente colloquiale scritta da un ospite d'eccezione... more amici, come va?». Con questa espressione decisamente colloquiale scritta da un ospite d'eccezione come Pier Paolo Pasolini inizia nell'inverno 1966-67 il primo articolo del primo numero 1 di «Cinema&Film» (titolo senza spazi, nda), rivista controcorrente fondata da un gruppo di giovani critici attenti al nuovo che si respira in quel tempo. In realtà il numero si apre con un breve editoriale che dà la linea della rivista. Ma il vero inizio del lavoro è segnato da quell'attacco così singolare, eppure indicativo di un orientamento anticonformista: infatti «Cinema&Film» è forse il prodotto editoriale più innovativo di tutta la cultura cinematografica italiana degli anni Sessanta. La scelta di Pasolini come manifesto della rivista ha già di per sé un evidente valore politico-culturale, ma aprire con quella formula così orale segnala la volontà dei 'giovani turchi' di «Cinema&Film» di rompere con la tradizione della critica cinematografica, spesso ancorata a formule consunte e abusate.

Diceva Ennio Flaiano che lo sceneggiatore è un tale che attacca il padrone dove vuole l'asino. De... more Diceva Ennio Flaiano che lo sceneggiatore è un tale che attacca il padrone dove vuole l'asino. Depurato dal sarcasmo tipicamente flaianeo, questo piccolo paradosso allude a modo suo al carattere spurio, ibrido, in certo senso "impuro" del lavoro di scrittura per il cinema, spesso legato a circostanze impreviste o casuali, a intromissioni subite e commistioni cercate, a scelte suggerite da ragioni economiche o culturali, a influenze inconsce o riconosciute. Quello dello sceneggiatore è un lavoro che si regge su un equilibrio sottilissimo e difficile tra invenzione personale e adeguamento alle condizioni esterne. Più di quanto non accada all'autore letterario, che si confronta essenzialmente con il suo editore, lo sceneggiatore si trova a negoziare con una serie di circostanze (la fattibilità materiale di una scena immaginata, l'adattabilità di un dialogo a un certo attore, le location prescelte per le riprese, i limiti imposti dalla produzione ecc.) che spesso condizionano in maniera determinante il suo lavoro. Del resto, in senso più lato, ogni film è il prodotto di una serie di contributi di varia natura che non si possono mai ricondurre a una sola persona.
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