Con l'autonomia della scuola la programmazione non spetta più al ministero con l'emanazione dei p... more Con l'autonomia della scuola la programmazione non spetta più al ministero con l'emanazione dei programmi nazionali, ma il ministero assicura un riferimento comune, con l'emanazione delle indicazioni, dove vengono indicati gli obiettivi essenziali e vengono indicate le discipline che devono essere insegnate in ogni ordine di scuola. A livello locale, ogni scuola elabora il proprio piano dell'offerta formativa ed un proprio curricolo didattico. Al di là delle tante versioni delle indicazioni è importante sottolineare il fatto che il testo delle indicazioni per il curricolo del primo ciclo del 2007, pone con grande forza il tema della centralità della persona e la necessità di una scuola che sia veramente inclusiva. Attenzione alla persona, significa attenzione alla diversità. La scuola esercita appieno la propria funzione quando opera per il successo formativo di tutti gli alunni, con una particolare attenzione al sostegno delle varie forme di diversità, di disabilità o di svantaggio. La persona è davvero messa al centro solo se è parte di una comunità. Il compito della scuola è di allestire un ambiente di apprendimento capace di rispondere alla presenza di alunni con origini etniche e culturali diverse o agli alunni con disabilità, ma anche a quella vasta gamma di bambini con problemi di apprendimento, incapacità di prestare attenzione o disturbi di comportamento. Trovarsi di fronte a comportamenti difficili da gestire può essere fonte di preoccupazione da parte dell'insegnante, che può sbrigativamente etichettare il bambino come difficile, così da poterlo affidare a qualche specialista. La prima cosa da fare è preventiva, e riguarda l'allestimento del contesto, sia della classe che della scuola. Di particolare importanza è la qualità delle relazioni interpersonali, quando in una scuola i rapporti interpersonali sono curati, si respira un ambiente sereno e incoraggiante e questo consente di mettere a disposizione dell'alunno il tempo necessario all'apprendimento e di evitare un eccessiva pressione. Una scuola della persona, una scuola comunità, ha bisogno di disporre anche di strumenti professionali che consentono di tradurre i valori affermati in pratiche didattiche. L'accoglienza ha bisogno della competenza, almeno quanto la competenza ha bisogno dell'accoglienza. Questa fa si che la scuola inclusiva, per essere tale, ha bisogno di disporre di un ambiente di apprendimento inclusivo, di strategie didattiche inclusive. La predisposizione dell'ambiente di apprendimento non basta per risolvere i problemi che la diversità pone. C'è bisogno di un agire competente e che l'insegnante disponga di strategie e tecniche adeguati. Ma anche la competenza tecnica non basta se non c'è un adeguato contesto, che deve essere accogliente con tutti. 2 A misura di ciascuno la qualità dell'azione didattica si valuta non dall'impiego di tecnologie didattiche o di soluzioni metodologiche all'avanguardia, ma dalla capacità di intercettare i bisogni di ciascun alunno e di formulare proposte su misura. Quando l'insegnate si pone dal punto di vista dell'apprendimento la sua prospettiva cambia, gli appare con maggior evidenza come il suo compito consista nella facilitazione dei processi di personale conquista dei significati da parte dei suoi alunni, piuttosto che far acquisire loro dei contenuti già confezionati. Non si tratta di un compito facile, ma è possibile individuare criteri che possono guidare l'azione del docente. Li riportiamo all'interno della legge generale dell'agire didattico: insegnare il meno possibile, far scoprire il più possibile. Questo principio richiede di abbandonare due opposte posizioni, quella trasmissiva e quella sostitutiva. Nel primo caso i contenuti vengono trasmessi con sistematicità ed esaustività. All'alunno non resta altro che ascoltare, eseguire e ripetere. La metodologia utilizzata fa riferimento ad uno standard medio e non tiene conto delle diversità. La seconda posizione vede l'insegnate così preoccupato di facilitare il compito di apprendimento, al punto da giungere di sostituirsi allo sforzo
Con l'autonomia della scuola la programmazione non spetta più al ministero con l'emanazione dei p... more Con l'autonomia della scuola la programmazione non spetta più al ministero con l'emanazione dei programmi nazionali, ma il ministero assicura un riferimento comune, con l'emanazione delle indicazioni, dove vengono indicati gli obiettivi essenziali e vengono indicate le discipline che devono essere insegnate in ogni ordine di scuola. A livello locale, ogni scuola elabora il proprio piano dell'offerta formativa ed un proprio curricolo didattico. Al di là delle tante versioni delle indicazioni è importante sottolineare il fatto che il testo delle indicazioni per il curricolo del primo ciclo del 2007, pone con grande forza il tema della centralità della persona e la necessità di una scuola che sia veramente inclusiva. Attenzione alla persona, significa attenzione alla diversità. La scuola esercita appieno la propria funzione quando opera per il successo formativo di tutti gli alunni, con una particolare attenzione al sostegno delle varie forme di diversità, di disabilità o di svantaggio. La persona è davvero messa al centro solo se è parte di una comunità. Il compito della scuola è di allestire un ambiente di apprendimento capace di rispondere alla presenza di alunni con origini etniche e culturali diverse o agli alunni con disabilità, ma anche a quella vasta gamma di bambini con problemi di apprendimento, incapacità di prestare attenzione o disturbi di comportamento. Trovarsi di fronte a comportamenti difficili da gestire può essere fonte di preoccupazione da parte dell'insegnante, che può sbrigativamente etichettare il bambino come difficile, così da poterlo affidare a qualche specialista. La prima cosa da fare è preventiva, e riguarda l'allestimento del contesto, sia della classe che della scuola. Di particolare importanza è la qualità delle relazioni interpersonali, quando in una scuola i rapporti interpersonali sono curati, si respira un ambiente sereno e incoraggiante e questo consente di mettere a disposizione dell'alunno il tempo necessario all'apprendimento e di evitare un eccessiva pressione. Una scuola della persona, una scuola comunità, ha bisogno di disporre anche di strumenti professionali che consentono di tradurre i valori affermati in pratiche didattiche. L'accoglienza ha bisogno della competenza, almeno quanto la competenza ha bisogno dell'accoglienza. Questa fa si che la scuola inclusiva, per essere tale, ha bisogno di disporre di un ambiente di apprendimento inclusivo, di strategie didattiche inclusive. La predisposizione dell'ambiente di apprendimento non basta per risolvere i problemi che la diversità pone. C'è bisogno di un agire competente e che l'insegnante disponga di strategie e tecniche adeguati. Ma anche la competenza tecnica non basta se non c'è un adeguato contesto, che deve essere accogliente con tutti. 2 A misura di ciascuno la qualità dell'azione didattica si valuta non dall'impiego di tecnologie didattiche o di soluzioni metodologiche all'avanguardia, ma dalla capacità di intercettare i bisogni di ciascun alunno e di formulare proposte su misura. Quando l'insegnate si pone dal punto di vista dell'apprendimento la sua prospettiva cambia, gli appare con maggior evidenza come il suo compito consista nella facilitazione dei processi di personale conquista dei significati da parte dei suoi alunni, piuttosto che far acquisire loro dei contenuti già confezionati. Non si tratta di un compito facile, ma è possibile individuare criteri che possono guidare l'azione del docente. Li riportiamo all'interno della legge generale dell'agire didattico: insegnare il meno possibile, far scoprire il più possibile. Questo principio richiede di abbandonare due opposte posizioni, quella trasmissiva e quella sostitutiva. Nel primo caso i contenuti vengono trasmessi con sistematicità ed esaustività. All'alunno non resta altro che ascoltare, eseguire e ripetere. La metodologia utilizzata fa riferimento ad uno standard medio e non tiene conto delle diversità. La seconda posizione vede l'insegnate così preoccupato di facilitare il compito di apprendimento, al punto da giungere di sostituirsi allo sforzo
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