
Andrea Fiasco
PhD Classical Archaeology, Sapienza Università di Roma.
Archeologo Conservatore, esperto nell'ambito dell'archeologia preventiva e della valorizzazione, direttore tecnico società di Servizi Culturali Articolo Nove Arte in Cammino, collabora come conservatore con il MUDI di Castel San Pietro Romano e con la Diocesi di Palestrina.
Negli ultmi anni ha portato avanti diversi progetti di studio, ricerca e valorizzazione del patrimonio culturale della città di Palestrina, quali il complesso monumentale della Villa Imperiale, la cripta della Cattedrale di Sant’Agapito Martire, la chiesa della Madonna del Truglio.
Nel 2015 ha collaborato ai lavori di apertura e valorizzazione del Complesso degli Edifici del Foro di Praeneste e dal 2017 collabora con il Polo Museale del Mibac e il Comune di Palestrina alla realizzazione della rassegna Luci su Fortuna.
Negli ultimi anni ha diretto diverse campagne di ricerca archeologica sul territorio prenestino, alcune delle quali hanno condotto a scoperte di rilevanza nazionale, come il ritrovamento nel 2014 della cassa reliquiario dei Santi Agapito Abbondio e Gordiano nella cripta della Cattedrale di Palestrina.
Archeologo Conservatore, esperto nell'ambito dell'archeologia preventiva e della valorizzazione, direttore tecnico società di Servizi Culturali Articolo Nove Arte in Cammino, collabora come conservatore con il MUDI di Castel San Pietro Romano e con la Diocesi di Palestrina.
Negli ultmi anni ha portato avanti diversi progetti di studio, ricerca e valorizzazione del patrimonio culturale della città di Palestrina, quali il complesso monumentale della Villa Imperiale, la cripta della Cattedrale di Sant’Agapito Martire, la chiesa della Madonna del Truglio.
Nel 2015 ha collaborato ai lavori di apertura e valorizzazione del Complesso degli Edifici del Foro di Praeneste e dal 2017 collabora con il Polo Museale del Mibac e il Comune di Palestrina alla realizzazione della rassegna Luci su Fortuna.
Negli ultimi anni ha diretto diverse campagne di ricerca archeologica sul territorio prenestino, alcune delle quali hanno condotto a scoperte di rilevanza nazionale, come il ritrovamento nel 2014 della cassa reliquiario dei Santi Agapito Abbondio e Gordiano nella cripta della Cattedrale di Palestrina.
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Papers by Andrea Fiasco
L’esame della documentazione fotografica di volo, integrata con lo studio della documentazione archivistica, con il riesame del corpus epigrafico già noto e con una serie di altri dati desunti dalle ricognizioni sul terreno e dai catasti storici, rappresentano un cospicuo dossier di informazioni che, incrociate e riordinate, hanno permesso di elaborare una proposta di localizzazione dell’anfiteatro della città.
L’edificio fu costruito nel corso del I secolo durante il regno dell’imperatore Claudio (41-54 d.C.) attraverso l’evergetismo di un liberto della famiglia dei Vareni, la quale qualche anno prima si era contraddistinta anche nella vicina Tibur (Tivoli) in opere di munificenza cittadina, come nel caso della costruzione della Mensa Ponderaria della città con annesso Augusteum. L’anfiteatro dovette sorgere sul plateau orientale della città di Praeneste, un’area strategica sotto il profilo topografico in quanto ben servita dalla viabilità extraurbana della città - qui transitava il prolungamento della via Prenestina che volgeva in direzione dell’area orientale dell’Ager Praenestinus - e ottimamente posizionata in rapporto all’abitato urbano, seppur fuori la cinta muraria.
L’inquadramento proposto per la prima volta, negli studi sulla topografia di Praeneste, offre una plausibile localizzazione dell’edificio per spettacoli della città, il quale fu sede anche di una delle tappe della passio Agapiti nel corso della seconda metà del III secolo d.C.: non deve risultare casuale la vicinanza dell’edificio con gli altri luoghi noti, a partire dalla tradizione letteraria e dai ritrovamenti archeologici, collegati alla morte del Santo, a conferma della storicità della vicenda agiografica connessa al suo martirio.
Lo studio ha offerto anche l’occasione per rivisitare gli importanti resti dell’edificio conosciuto dalla tradizione erudita come “Ninfeo del Sole”, situato sempre in questo quadrante, verosimilmente da identificare, per cronologia e altri dati archeologici proposti, con una parte della lussuosa residenza dell’importante curatore dei giochi gladiatori Cnaeus Voesius Aper, molto impegnato proprio nell’ambito delle attività ludiche a favore della popolazione prenestina e ben inserito nelle dinamiche socio-politiche della Praeneste pagana della fine del III secolo d.C., all’interno della quale doveva rappresentare uno strenuo difensore dei culti politeistici cittadini, come ad esempio quello di Fortuna Primigenia.
L’esame della documentazione fotografica di volo, integrata con lo studio della documentazione archivistica, con il riesame del corpus epigrafico già noto e con una serie di altri dati desunti dalle ricognizioni sul terreno e dai catasti storici, rappresentano un cospicuo dossier di informazioni che, incrociate e riordinate, hanno permesso di elaborare una proposta di localizzazione dell’anfiteatro della città.
L’edificio fu costruito nel corso del I secolo durante il regno dell’imperatore Claudio (41-54 d.C.) attraverso l’evergetismo di un liberto della famiglia dei Vareni, la quale qualche anno prima si era contraddistinta anche nella vicina Tibur (Tivoli) in opere di munificenza cittadina, come nel caso della costruzione della Mensa Ponderaria della città con annesso Augusteum. L’anfiteatro dovette sorgere sul plateau orientale della città di Praeneste, un’area strategica sotto il profilo topografico in quanto ben servita dalla viabilità extraurbana della città - qui transitava il prolungamento della via Prenestina che volgeva in direzione dell’area orientale dell’Ager Praenestinus - e ottimamente posizionata in rapporto all’abitato urbano, seppur fuori la cinta muraria.
L’inquadramento proposto per la prima volta, negli studi sulla topografia di Praeneste, offre una plausibile localizzazione dell’edificio per spettacoli della città, il quale fu sede anche di una delle tappe della passio Agapiti nel corso della seconda metà del III secolo d.C.: non deve risultare casuale la vicinanza dell’edificio con gli altri luoghi noti, a partire dalla tradizione letteraria e dai ritrovamenti archeologici, collegati alla morte del Santo, a conferma della storicità della vicenda agiografica connessa al suo martirio.
Lo studio ha offerto anche l’occasione per rivisitare gli importanti resti dell’edificio conosciuto dalla tradizione erudita come “Ninfeo del Sole”, situato sempre in questo quadrante, verosimilmente da identificare, per cronologia e altri dati archeologici proposti, con una parte della lussuosa residenza dell’importante curatore dei giochi gladiatori Cnaeus Voesius Aper, molto impegnato proprio nell’ambito delle attività ludiche a favore della popolazione prenestina e ben inserito nelle dinamiche socio-politiche della Praeneste pagana della fine del III secolo d.C., all’interno della quale doveva rappresentare uno strenuo difensore dei culti politeistici cittadini, come ad esempio quello di Fortuna Primigenia.
Il poster ricostruisce l’indagine archeologica svolta e i dati emersi dalle attività di restauro e studio dei pavimenti, particolare testimonianza di quel processo di rielaborazione di canoni ellenistici in formato “italico”.
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Dall'11 febbraio al 31 maggio 2023 a Palestrina nel Complesso degli Edifici del Foro di Praeneste, Piazza Regina Margherita