Papers by Amelia Ciadamidaro
Lettere ai tempi di conflitti e di guerre nel Novecento, 2020
Dottorato di ricerca in Scienze letterarie, retorica e tecniche dell'interpretazione, XVIII c... more Dottorato di ricerca in Scienze letterarie, retorica e tecniche dell'interpretazione, XVIII ciclo, A.a. 2005-2006Università della Calabria, Dipartimento di filologi
Filologia antica e moderna
Viene ripreso il discorso della stessa Ciadamidaro in "Tra norma e infrazione: la ricerca metrica... more Viene ripreso il discorso della stessa Ciadamidaro in "Tra norma e infrazione: la ricerca metrica negli 'Ossi di seppia'", apparso sul numero 25 (2003) di "Filologia Antica e Moderna". I versi degli "Ossi" oscillano fra 'trasgressione' e 'rifondazione' della norma, ma con nuova maturità artistica a partire dall'edizione Ribet del 1928.
Filologia antica e moderna
L'autrice espone e verifica su testi degli "Ossi" montaliani "alcuni dei procedimenti formali più... more L'autrice espone e verifica su testi degli "Ossi" montaliani "alcuni dei procedimenti formali più ricorrenti nella tecnica compositiva e correttoria del poeta" (p. 107). Dal punto di vista stilistico e metrico l'operazione compiuta da Montale oscilla fra i poli opposti della destrutturazione dei procedimenti canonici della lirica italiana fino all'inizio del Novecento e della loro ricomposizione all'interno di un organismo regolato.
Grazie a chi ci segnala gli errori Segnalate gli errori e le proposte di correzione su www.zanich... more Grazie a chi ci segnala gli errori Segnalate gli errori e le proposte di correzione su www.zanichelli.it/correzioni. Controlleremo e inseriremo le eventuali correzioni nelle ristampe del libro. Nello stesso sito troverete anche l'errata corrige, con l'elenco degli errori e delle correzioni.
Grazie a chi ci segnala gli errori Segnalate gli errori e le proposte di correzione su www.zanich... more Grazie a chi ci segnala gli errori Segnalate gli errori e le proposte di correzione su www.zanichelli.it/correzioni. Controlleremo e inseriremo le eventuali correzioni nelle ristampe del libro. Nello stesso sito troverete anche l'errata corrige, con l'elenco degli errori e delle correzioni.

Il saggio rielabora l'introduzione alla tesi di dottorato "I 'Sermoni' di Gabriello Chiabrera. Te... more Il saggio rielabora l'introduzione alla tesi di dottorato "I 'Sermoni' di Gabriello Chiabrera. Testo critico e commento", discussa nel Dipartimento di Filologia dell'Università della Calabria. Dopo aver tracciato il quadro della tradizione manoscritta e a stampa dei "Sermoni", Ciadamidaro si sofferma sulla diversità dell'esperienza poetica di questi componimenti rispetto alla precedente produzione di Chiabrera; ricorda la presenza in essi della storia internazionale, nazionale e locale; richiama i caratteri giovenaliani piuttosto che oraziani della satira; pone in luce il permanere dei tratti autobiografici, ma diversamente che nelle liriche civili, senza per questo che il 'delectare' sia disgiunto dal 'docere'. "Il filo conduttore dell'opera è la riflessione sull'incontentabilità dei desideri umani" (p. 28), anche se possono essere indicati esempi positivi da proporre a modello. Ciadamidaro si occupa poi di individuare le fonti letterarie dei "Sermoni", al di là, naturalmente, di Orazio, e rintraccia autori antichi e moderni i cui testi sono stati sottoposti a riuso originale, come accade per Giovenale, Marziale, alcune volte per Persio, molto per Ercole Bentivoglio, Antonio Fileremo Fregoso, ma anche Dante, Petrarca, Boccaccio. Dal punto di vista linguistico invece gli autori di riferimento sono Angelo Poliziano e Niccolò da Correggio prima di tutti, ma anche Tasso e Marino. La scelta della forma epistolare (cui si ispira la stessa struttura retorica dei componimenti), la predilezione accordata all'endecasillabo sciolto, il registro ironico, l'utilizzo sapiente degli artifici stilistici e metrici contribuiscono insieme ad un risultato armonico che ha il suo punto di forza nella ricerca dell'equilibrio.

AA.VV. L'ARTE DELLA SCRITTURA DELLE VITE Contesti auto-biografici e autobiografismo nella letteratura italiana del Novecento
Che in ogni singola lirica di Alda Merini la poesia sia profondamente legata al dato autobiografi... more Che in ogni singola lirica di Alda Merini la poesia sia profondamente legata al dato autobiografico non è certo una novità. L’esperienza traumatica della guerra e la marginalizzazione sociale in quanto donna prima, la nevrosi e il manicomio poi, la felice povertà da ultimo sono entrate nel tessuto compositivo della sua opera sino a fondersi in uno “spontaneo” gioco di alchimie, per cui “istintiva ed epifanica” sarà pure la stesura dei testi che spesso nasceranno di getto. Tale è la sovrapposizione dei due piani che, rimarca Riccardo Redivo, Alda Merini. Dall’orfismo alla canzone, «Il passato e i vissuti vengono molto spesso da lei mitizzati, poetizzati e trasformati in una vita da leggenda», per cui si mette a punto un fecondo e singolarissimo interscambio che fa sì che la propria vicenda privata divenga opera d’arte e viceversa. Ne consegue che l’introiezione, nei termini di una lucida rielaborazione soprattutto del periodo dell’internamento, assume i contorni di una epopea personale e generale densa di simboli: «Dapprincipio lei vive all’interno di una realtà tragica in modo allucinato e sembra vinta; poi la stessa realtà irrompe nell’universo memoriale e da lì è proiettata nell’immaginario e diviene una visione poetica dove ormai è lei a vincere, a dominare, non più la realtà» (Maria Corti, Introduzione a Fiore di poesia). La critica, che, per la verità, ad eccezione di Maria Corti, ha nutrito sempre una certa diffidenza nei confronti della produzione della poetessa e che solo ora comincia a muoversi nell’intrico di componimenti, talvolta di carattere meramente comunicativo e terapeutico, ha concentrato però l’attenzione prevalentemente su Diario di una diversa, e La terra promessa, a buon diritto considerato il suo capolavoro, tralasciando gli altri scritti. Obiettivo dell’intervento sarà, pertanto, analizzare alcuni brani di Delirio Amoroso (1989), «il massimo libro autobiografico che abbia mai scritto» per ammissione stessa dell’autrice, e Reato di vita (1994), volumi nei quali «si sente scorrere […] una vena lirica, si coglie l’incomparabile penetrazione di un mondo artistico unico, di un’unica maniera di vedere il reale» per cui toccherà «indagare finalmente con acutezza critica i percorsi stilistici dell’autrice, il movimento di quelle “molecole di narratività”, come le chiamò Renato Minore, che negli ultimi anni stavano dando luogo anche a testi misti, in cui poesia e prosa convivono dirimpettaie sulle pagine» (ancora Corti, Fiore di poesia). Appare evidente, infatti, che le opere in questione possano essere considerate, a buon diritto, il germe di un più vasto rinnovamento che coinvolgerà l’intera produzione meriniana. Gli scritti verranno così messi in relazione con i testi più significativi delle raccolte poetiche e con le prose immediatamente precedenti e coeve, al fine di cogliere gli sviluppi di una delle più incisive autorappresentazioni letterarie novecentesche.

Otto/Novecento, 2011
Il viaggio compiuto da Edgardo Limentani “dalla prospettiva di Giovecca fino alla periferia di Co... more Il viaggio compiuto da Edgardo Limentani “dalla prospettiva di Giovecca fino alla periferia di Codigoro”, ne L’airone di Giorgio Bassani, è metafora certa di un “viaggio verso la morte”, “tutto disseminato di simboli mortuari”.
Paradossalmente, al vagare disperato del protagonista corrisponde la staticità dei luoghi e delle situazioni che si offrono al suo sguardo, sintomo questo della stasi esistenziale e premonizione dell’imminente ed eterna requie. E se, come sostiene Walter Moretti, per l’autore la fissità assoluta è paragonabile a “l'estrema tensione della scrittura, con il suo tendere a una sfera di rivelazioni eterne”, allora quello di Edgardo è l’ultimo e titanico gesto di ribellione a compimento del suo viaggio verso la vera vita.
Nel ripercorrere gli spazi fisici e le connotazioni simboliche ad essi connesse nel “romanzo di Codigoro”, si tenterà perciò di eseguire una ricognizione tra le posizioni critiche assunte dagli studiosi in merito a una querelle mai sopita sul vitalissimo rapporto che intercorre tra immobilità e dinamicità nella poetica di uno scrittore del Novecento italiano troppo poco studiato e riconosciuto.
Books by Amelia Ciadamidaro

La realtà non basta a spiegare se stessa. Questi racconti degli studenti del Liceo Eliano-Luzzat... more La realtà non basta a spiegare se stessa. Questi racconti degli studenti del Liceo Eliano-Luzzatti di Palestrina lo fanno affrontando il tema dei temi: quando l'umanità mangia se stessa.
Quando il cannibalismo diventa virale, fra specie, religioni e generi che si sentono superiori perché più numerosi o perché solo più aggressivi. Il 9 Dicembre del 1948, l’Assemblea generale dell’Organizzazione della Nazioni Unite ha adottato una convenzione che punisce il genocidio, commesso sia in tempo di guerra che di pace. Lo qualifica: l’uccisione di membri d’un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso; lesioni gravi all’integrità fisica o mentale di membri del gruppo; la sottomissione del gruppo a condizioni d’esistenza in grado di cagionarne la distruzione fisica, totale o parziale; misure intese ad impedire nuove nascite in seno al gruppo, quali aborto obbligatorio, sterilizzazioni, impedimenti al matrimonio o quant’altro. Definizione inserita, all’art. 6, nello Statuto della Corte penale internazionale, firmato a Roma il 17 Luglio 1998. Tale è il retaggio giuridico positivo del secolo XX, frutto d’un periodo orrendo per massacri, di cui oggi ci si stia dimenticando.
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Paradossalmente, al vagare disperato del protagonista corrisponde la staticità dei luoghi e delle situazioni che si offrono al suo sguardo, sintomo questo della stasi esistenziale e premonizione dell’imminente ed eterna requie. E se, come sostiene Walter Moretti, per l’autore la fissità assoluta è paragonabile a “l'estrema tensione della scrittura, con il suo tendere a una sfera di rivelazioni eterne”, allora quello di Edgardo è l’ultimo e titanico gesto di ribellione a compimento del suo viaggio verso la vera vita.
Nel ripercorrere gli spazi fisici e le connotazioni simboliche ad essi connesse nel “romanzo di Codigoro”, si tenterà perciò di eseguire una ricognizione tra le posizioni critiche assunte dagli studiosi in merito a una querelle mai sopita sul vitalissimo rapporto che intercorre tra immobilità e dinamicità nella poetica di uno scrittore del Novecento italiano troppo poco studiato e riconosciuto.
Books by Amelia Ciadamidaro
Quando il cannibalismo diventa virale, fra specie, religioni e generi che si sentono superiori perché più numerosi o perché solo più aggressivi. Il 9 Dicembre del 1948, l’Assemblea generale dell’Organizzazione della Nazioni Unite ha adottato una convenzione che punisce il genocidio, commesso sia in tempo di guerra che di pace. Lo qualifica: l’uccisione di membri d’un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso; lesioni gravi all’integrità fisica o mentale di membri del gruppo; la sottomissione del gruppo a condizioni d’esistenza in grado di cagionarne la distruzione fisica, totale o parziale; misure intese ad impedire nuove nascite in seno al gruppo, quali aborto obbligatorio, sterilizzazioni, impedimenti al matrimonio o quant’altro. Definizione inserita, all’art. 6, nello Statuto della Corte penale internazionale, firmato a Roma il 17 Luglio 1998. Tale è il retaggio giuridico positivo del secolo XX, frutto d’un periodo orrendo per massacri, di cui oggi ci si stia dimenticando.
Paradossalmente, al vagare disperato del protagonista corrisponde la staticità dei luoghi e delle situazioni che si offrono al suo sguardo, sintomo questo della stasi esistenziale e premonizione dell’imminente ed eterna requie. E se, come sostiene Walter Moretti, per l’autore la fissità assoluta è paragonabile a “l'estrema tensione della scrittura, con il suo tendere a una sfera di rivelazioni eterne”, allora quello di Edgardo è l’ultimo e titanico gesto di ribellione a compimento del suo viaggio verso la vera vita.
Nel ripercorrere gli spazi fisici e le connotazioni simboliche ad essi connesse nel “romanzo di Codigoro”, si tenterà perciò di eseguire una ricognizione tra le posizioni critiche assunte dagli studiosi in merito a una querelle mai sopita sul vitalissimo rapporto che intercorre tra immobilità e dinamicità nella poetica di uno scrittore del Novecento italiano troppo poco studiato e riconosciuto.
Quando il cannibalismo diventa virale, fra specie, religioni e generi che si sentono superiori perché più numerosi o perché solo più aggressivi. Il 9 Dicembre del 1948, l’Assemblea generale dell’Organizzazione della Nazioni Unite ha adottato una convenzione che punisce il genocidio, commesso sia in tempo di guerra che di pace. Lo qualifica: l’uccisione di membri d’un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso; lesioni gravi all’integrità fisica o mentale di membri del gruppo; la sottomissione del gruppo a condizioni d’esistenza in grado di cagionarne la distruzione fisica, totale o parziale; misure intese ad impedire nuove nascite in seno al gruppo, quali aborto obbligatorio, sterilizzazioni, impedimenti al matrimonio o quant’altro. Definizione inserita, all’art. 6, nello Statuto della Corte penale internazionale, firmato a Roma il 17 Luglio 1998. Tale è il retaggio giuridico positivo del secolo XX, frutto d’un periodo orrendo per massacri, di cui oggi ci si stia dimenticando.