Papers by Alessio Patalocco

L'involucro, elemento 'di transizione' tra architettura e immagine, e sempre stato im... more L'involucro, elemento 'di transizione' tra architettura e immagine, e sempre stato importante nella storia della progettazione architettonica: lo stesso Leon Battista Alberti si e cimentato piu volte nel 'rivestimento' di edifici, conferendo ad un volume, un valore in piu: quello della comunicazione di un alto contenuto simbolico; la quantita di architetti che ha lavorato sul problema dell'involucro costituisce una parte sostanziale della storia dell'architettura. Il tema dell'involucro' (cosi come lo concepiamo oggi) entra nei problemi di progettazione contemporanea con l'International Style e arriva a noi come una 'scatola generica' priva di legame tra il contenuto e il packaging dell'architettura: il volume sfruttato al massimo viene avvolto in una superficie 'emittente' alla quale e stata demandata anche la funzione di separazione e comunicazione con l'esterno. Questa separazione, col passare del tempo, si e arricch...
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LA CATTEDRALE DI VITERBO RILETTURA DI UN MANUFATTO ARCHITETTONICO, 2021
Il presente lavoro nasce dall’esigenza di chiarire alcuni punti essenziali inerenti la storia edi... more Il presente lavoro nasce dall’esigenza di chiarire alcuni punti essenziali inerenti la storia edilizia della Cattedrale di S. Lorenzo a Viterbo poiché, sebbene indagata, essa presenta ancora degli interrogativi per via di una situazione stratigrafica molto complessa dovuta ai molteplici interventi che hanno interessato la struttura nel corso dei secoli.
Per quanto concerne le fasi più antiche, per le quali sono molto scarse le fonti d’archivio e completamente assenti elementi strutturali, il panorama appare piuttosto confuso anche a causa di una serie di ipotesi e datazioni inesatte avanzate da molti storici ed eruditi locali nella prima metà del Novecento che hanno portato ad una lettura errata delle fasi della struttura. Un caso esemplare è quello riferibile all’abside sinistra (a cornu Epistolae), l’unica delle tre absidi rimasta originale, a lungo erroneamente datata all’Altomedioevo a causa dell’apparecchiatura muraria di cui parleremo e, nonostante lo sforzo profuso da alcuni studiosi per rettificare l’errore, in alcune pubblicazioni recenti appare ancora datata al IX-X secolo.
Anche per i periodi successivi la situazione non è del tutto definita: benché le fonti d’archivio a nostra disposizione divengano molto più numerose, è emersa la necessità di una loro sistemazione tramite l’analisi incrociata delle stesse con gli elementi architettonici e strutturali ancora leggibili che ha portato in alcuni casi a confermare quanto già noto, in altri a modificare quanto si riteneva oramai acquisito sulla storia dell’edificio. Va sottolineato che proprio per i periodi più ricchi di documentazione scritta ci si è spesso imbattuti in varie incongruenze rispetto a quanto si riscontrava nell’analisi del manufatto architettonico come, ad esempio, il rifacimento “totale” della navata centrale eseguito nel XV secolo di cui si parlerà nel testo.
Nella presente pubblicazione si è tentato pertanto di definire le principali fasi costruttive della Cattedrale cercando di far collimare, senza forzature, quanto desunto dalla ricerca documentale con l’osservazione diretta del monumento.
Partendo dalle fonti d’archivio edite e inedite, si è proceduto all’analisi della fabbrica prendendo in considerazione anche le murature e le aperture con l’intento di definirne le relazioni stratigrafiche rispetto alla struttura. Tutto questo ha avuto come fine ultimo quello di raccogliere dati utili a una definizione cronologica sia delle singole parti sia dell’insieme del complesso chiesastico.
19
Per quanto concerne la ricerca d’archivio, oltre ai testi editi, alcuni dei quali come ricordato in precedenza non del tutto attendibili, si sono rivelati fondamentali i documenti inediti e in particolare il manoscritto di Giuseppe Signorelli, Chiese, conventi e confraternite di Viterbo conservato presso la Biblioteca Comunale degli Ardenti, le Sacre visite ed alcuni inventari conservati presso il Ce.Di.Do. (Centro Diocesano di Documentazione per la storia e la cultura religiosa di Viterbo), questi ultimi particolarmente utili per una definizione, anche se parziale, delle cappelle presenti in chiesa prima della loro chiusura nel 1952. Successivamente si è passati all’individuazione, tramite lo studio diretto della struttura, delle fasi costruttive della chiesa. La Cattedrale è stata scomposta in corpi di fabbrica dei quali si è tentato di tracciare le tappe edilizie fondamentali, essenziali per desumerne l’evoluzione architettonica. Ciò ha permesso una suddivisione in fasi che sono state rese visivamente, quando possibile, con la realizzazione di planimetrie. L’analisi è stata integrata anche da alcune considerazioni di carattere critico: in queste pagine viene messa in evidenza una serie di caratteristiche e di considerazioni finora rimaste inedite anche per i motivi accennati sopra.
Infine l’analisi delle murature, eseguita tramite confronti con contesti già studiati o datati grazie alle fonti archivistiche, ha portato, oltre che ad alcune conferme, a nuove definizioni cronologiche dell’edificio. Alcune interessanti considerazioni sul linguaggio utilizzato per il disegno della facciata (che era ancora in cerca di una paternità) concludono il nostro percorso dimostrando, da ultimo, anche l’importanza architettonica del S. Lorenzo di Viterbo per il territorio viterbese e non solo.
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Per quanto concerne le fasi più antiche, per le quali sono molto scarse le fonti d’archivio e completamente assenti elementi strutturali, il panorama appare piuttosto confuso anche a causa di una serie di ipotesi e datazioni inesatte avanzate da molti storici ed eruditi locali nella prima metà del Novecento che hanno portato ad una lettura errata delle fasi della struttura. Un caso esemplare è quello riferibile all’abside sinistra (a cornu Epistolae), l’unica delle tre absidi rimasta originale, a lungo erroneamente datata all’Altomedioevo a causa dell’apparecchiatura muraria di cui parleremo e, nonostante lo sforzo profuso da alcuni studiosi per rettificare l’errore, in alcune pubblicazioni recenti appare ancora datata al IX-X secolo.
Anche per i periodi successivi la situazione non è del tutto definita: benché le fonti d’archivio a nostra disposizione divengano molto più numerose, è emersa la necessità di una loro sistemazione tramite l’analisi incrociata delle stesse con gli elementi architettonici e strutturali ancora leggibili che ha portato in alcuni casi a confermare quanto già noto, in altri a modificare quanto si riteneva oramai acquisito sulla storia dell’edificio. Va sottolineato che proprio per i periodi più ricchi di documentazione scritta ci si è spesso imbattuti in varie incongruenze rispetto a quanto si riscontrava nell’analisi del manufatto architettonico come, ad esempio, il rifacimento “totale” della navata centrale eseguito nel XV secolo di cui si parlerà nel testo.
Nella presente pubblicazione si è tentato pertanto di definire le principali fasi costruttive della Cattedrale cercando di far collimare, senza forzature, quanto desunto dalla ricerca documentale con l’osservazione diretta del monumento.
Partendo dalle fonti d’archivio edite e inedite, si è proceduto all’analisi della fabbrica prendendo in considerazione anche le murature e le aperture con l’intento di definirne le relazioni stratigrafiche rispetto alla struttura. Tutto questo ha avuto come fine ultimo quello di raccogliere dati utili a una definizione cronologica sia delle singole parti sia dell’insieme del complesso chiesastico.
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Per quanto concerne la ricerca d’archivio, oltre ai testi editi, alcuni dei quali come ricordato in precedenza non del tutto attendibili, si sono rivelati fondamentali i documenti inediti e in particolare il manoscritto di Giuseppe Signorelli, Chiese, conventi e confraternite di Viterbo conservato presso la Biblioteca Comunale degli Ardenti, le Sacre visite ed alcuni inventari conservati presso il Ce.Di.Do. (Centro Diocesano di Documentazione per la storia e la cultura religiosa di Viterbo), questi ultimi particolarmente utili per una definizione, anche se parziale, delle cappelle presenti in chiesa prima della loro chiusura nel 1952. Successivamente si è passati all’individuazione, tramite lo studio diretto della struttura, delle fasi costruttive della chiesa. La Cattedrale è stata scomposta in corpi di fabbrica dei quali si è tentato di tracciare le tappe edilizie fondamentali, essenziali per desumerne l’evoluzione architettonica. Ciò ha permesso una suddivisione in fasi che sono state rese visivamente, quando possibile, con la realizzazione di planimetrie. L’analisi è stata integrata anche da alcune considerazioni di carattere critico: in queste pagine viene messa in evidenza una serie di caratteristiche e di considerazioni finora rimaste inedite anche per i motivi accennati sopra.
Infine l’analisi delle murature, eseguita tramite confronti con contesti già studiati o datati grazie alle fonti archivistiche, ha portato, oltre che ad alcune conferme, a nuove definizioni cronologiche dell’edificio. Alcune interessanti considerazioni sul linguaggio utilizzato per il disegno della facciata (che era ancora in cerca di una paternità) concludono il nostro percorso dimostrando, da ultimo, anche l’importanza architettonica del S. Lorenzo di Viterbo per il territorio viterbese e non solo.
Per quanto concerne le fasi più antiche, per le quali sono molto scarse le fonti d’archivio e completamente assenti elementi strutturali, il panorama appare piuttosto confuso anche a causa di una serie di ipotesi e datazioni inesatte avanzate da molti storici ed eruditi locali nella prima metà del Novecento che hanno portato ad una lettura errata delle fasi della struttura. Un caso esemplare è quello riferibile all’abside sinistra (a cornu Epistolae), l’unica delle tre absidi rimasta originale, a lungo erroneamente datata all’Altomedioevo a causa dell’apparecchiatura muraria di cui parleremo e, nonostante lo sforzo profuso da alcuni studiosi per rettificare l’errore, in alcune pubblicazioni recenti appare ancora datata al IX-X secolo.
Anche per i periodi successivi la situazione non è del tutto definita: benché le fonti d’archivio a nostra disposizione divengano molto più numerose, è emersa la necessità di una loro sistemazione tramite l’analisi incrociata delle stesse con gli elementi architettonici e strutturali ancora leggibili che ha portato in alcuni casi a confermare quanto già noto, in altri a modificare quanto si riteneva oramai acquisito sulla storia dell’edificio. Va sottolineato che proprio per i periodi più ricchi di documentazione scritta ci si è spesso imbattuti in varie incongruenze rispetto a quanto si riscontrava nell’analisi del manufatto architettonico come, ad esempio, il rifacimento “totale” della navata centrale eseguito nel XV secolo di cui si parlerà nel testo.
Nella presente pubblicazione si è tentato pertanto di definire le principali fasi costruttive della Cattedrale cercando di far collimare, senza forzature, quanto desunto dalla ricerca documentale con l’osservazione diretta del monumento.
Partendo dalle fonti d’archivio edite e inedite, si è proceduto all’analisi della fabbrica prendendo in considerazione anche le murature e le aperture con l’intento di definirne le relazioni stratigrafiche rispetto alla struttura. Tutto questo ha avuto come fine ultimo quello di raccogliere dati utili a una definizione cronologica sia delle singole parti sia dell’insieme del complesso chiesastico.
19
Per quanto concerne la ricerca d’archivio, oltre ai testi editi, alcuni dei quali come ricordato in precedenza non del tutto attendibili, si sono rivelati fondamentali i documenti inediti e in particolare il manoscritto di Giuseppe Signorelli, Chiese, conventi e confraternite di Viterbo conservato presso la Biblioteca Comunale degli Ardenti, le Sacre visite ed alcuni inventari conservati presso il Ce.Di.Do. (Centro Diocesano di Documentazione per la storia e la cultura religiosa di Viterbo), questi ultimi particolarmente utili per una definizione, anche se parziale, delle cappelle presenti in chiesa prima della loro chiusura nel 1952. Successivamente si è passati all’individuazione, tramite lo studio diretto della struttura, delle fasi costruttive della chiesa. La Cattedrale è stata scomposta in corpi di fabbrica dei quali si è tentato di tracciare le tappe edilizie fondamentali, essenziali per desumerne l’evoluzione architettonica. Ciò ha permesso una suddivisione in fasi che sono state rese visivamente, quando possibile, con la realizzazione di planimetrie. L’analisi è stata integrata anche da alcune considerazioni di carattere critico: in queste pagine viene messa in evidenza una serie di caratteristiche e di considerazioni finora rimaste inedite anche per i motivi accennati sopra.
Infine l’analisi delle murature, eseguita tramite confronti con contesti già studiati o datati grazie alle fonti archivistiche, ha portato, oltre che ad alcune conferme, a nuove definizioni cronologiche dell’edificio. Alcune interessanti considerazioni sul linguaggio utilizzato per il disegno della facciata (che era ancora in cerca di una paternità) concludono il nostro percorso dimostrando, da ultimo, anche l’importanza architettonica del S. Lorenzo di Viterbo per il territorio viterbese e non solo.