La morte, l'estinzione e la perdita di capacità della parte: effetti sulla pendenza del giudizio ... more La morte, l'estinzione e la perdita di capacità della parte: effetti sulla pendenza del giudizio arbitrale tra prosecuzione del processo ed osservanza del principio del contraddittorio ALESSIO CAROSI 1. La disciplina ante riforma ex D. Lgs. 2 febbraio 2006, n. 40. -La materia, oggi oggetto di specifica disciplina da parte dell'art. 816-sexies c.p.c., è stata, per lungo tempo, caratterizzata da un vuoto normativo, a colmare il quale era stato chiamato l'art. 820, comma 3, c.p.c. Non poteva, però, sfuggire che tale norma riguardava il solo caso di morte della parte, limitandosi a prevedere una proroga ex lege di trenta giorni del termine per la pronuncia del lodo. Restavano, quindi, prive di esplicita regolamentazione sia le diverse fattispecie dell'estinzione e della perdita della capacità di stare in giudizio della parte, così come difettava qualsiasi previsione relativa agli effetti che tali eventi (morte inclusa) avrebbero avuto sul procedimento arbitrale ed alle attività che gli arbitri avrebbero dovuto compiere in siffatte ipotesi. In un simile contesto, è spettato agli operatori del diritto e, in particolare, della materia arbitrale, proporre le soluzioni utili a districarsi nelle molteplici problematiche connesse al verificarsi degli eventi idonei a determinare l'estinzione o la perdita della capacità delle parti.
La morte, l'estinzione e la perdita di capacità della parte: effetti sulla pendenza del giudizio ... more La morte, l'estinzione e la perdita di capacità della parte: effetti sulla pendenza del giudizio arbitrale tra prosecuzione del processo ed osservanza del principio del contraddittorio ALESSIO CAROSI 1. La disciplina ante riforma ex D. Lgs. 2 febbraio 2006, n. 40. -La materia, oggi oggetto di specifica disciplina da parte dell'art. 816-sexies c.p.c., è stata, per lungo tempo, caratterizzata da un vuoto normativo, a colmare il quale era stato chiamato l'art. 820, comma 3, c.p.c. Non poteva, però, sfuggire che tale norma riguardava il solo caso di morte della parte, limitandosi a prevedere una proroga ex lege di trenta giorni del termine per la pronuncia del lodo. Restavano, quindi, prive di esplicita regolamentazione sia le diverse fattispecie dell'estinzione e della perdita della capacità di stare in giudizio della parte, così come difettava qualsiasi previsione relativa agli effetti che tali eventi (morte inclusa) avrebbero avuto sul procedimento arbitrale ed alle attività che gli arbitri avrebbero dovuto compiere in siffatte ipotesi. In un simile contesto, è spettato agli operatori del diritto e, in particolare, della materia arbitrale, proporre le soluzioni utili a districarsi nelle molteplici problematiche connesse al verificarsi degli eventi idonei a determinare l'estinzione o la perdita della capacità delle parti.
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