The artisanal process of extracting new shapes from recycled materials, especially those classifi... more The artisanal process of extracting new shapes from recycled materials, especially those classified as worthless, requires a lot of attention, concentration, and perseverance. In the shadow of conscious actions and repetitive ritual practices such as sewing, embroidery, mending, and reappropriation of used fabrics or contents of visual culture, the revolutionary potential of organic work emerges, consequently revealing the intertwining of hybrid forms in the assemblages. Silvia Federici, in her book Re-Enchanting the World: Feminism and the Politics of the Commons, wrote that dedication to affective and manual labour has a revolutionary potential, due to its collective specificity. Despite the fleeting nature of these repetitive gestures, their enforcing power lies in consistency, commitment, and the possibility of creating connections in communities. The rituals that accompany organic work and daily practices are characterised by creativity in combining heterogeneous, incompatible elements with ephemeral specificity which, however, are usually subject to neglect, underestimation, and relegation to the periphery of collective memory. As a result, contemporary sculpture is often presented as evidence of personal microcosms, created through the playful reuse of recycled materials or archival documents. The inclusion of a deconstruction strategy that takes into account the artist’s personal experiences is usually placed in a specific socio-political context and often refers to the legacy of modernist architecture. This is usually achieved by abstracting objects or structures from everyday life into a new context. Therefore, contemporary sculptural installations are not perceived as permanent objects, but as fluid elements, subject to constant change, often treated in cinematic categories, constituting testimony to the collective imagination and memory.
Nell’opera The Finesse (2022) l'artista Christopher Kulendran Thomas ricostruisce, collaborando c... more Nell’opera The Finesse (2022) l'artista Christopher Kulendran Thomas ricostruisce, collaborando con l'intelligenza artificiale, la narrazione della lotta rivoluzionaria per l'indipendenza della sua terra natale, il Tamil. The Finesse esamina alcune delle eredità perdute del movimento di liberazione della patria della famiglia dell’artista, lo Sri Lanka. L’installazione cinematografica coinvolgente fonde la cultura popolare con la scienza politica e combina filmati d’archivio con avatar generati da un algoritmo, mettendo in discussione l’autenticità delle immagini già presenti nell’archivio. L'opera ripercorre il tentativo del movimento di liberazione del Tamil di immaginare un'economia cooperativa basata sull'energia rinnovabile, un bene comune che sfuma i confini tra la ricerca storica e la proposta fantascientifica di una realtà alternativa. Un dialogo paritario richiede la ricostruzione delle narrazioni dominanti in modo da poterle disimparare, rivedendo le immagini create con progetti di sviluppo urbano alternativi presentati nello spazio della galleria sotto forma di installazione immersiva. Kulendran Thomas cerca di recuperare informazioni storiche, spesso perdute, agendo sia come archivista che come curatore gestendo opere create da un algoritmo sotto forma di serie di dipinti astratti e di ceramiche. Il lavoro era simultaneamente coreografato su schermi monolitici a specchio e su una proiezione per formare un'allucinazione architettonica. L’opera si dimostra come archivio-anarchivio, non funzionando solo come banca dati, ma piuttosto come archivio frammentario e intercambiabile, e come tale richiede intervento e interpretazione umana e non solo elaborazione meccanica. L'archivio non è mai un sistema unitario, ma rimane sempre aperto e mutevole nel tempo, tendendo a basarsi talvolta sull'analisi di fonti inattendibili, ma che lasciano tracce confuse. Tuttavia ogni frammento può essere recuperato e riclassificato. La memoria si basa senza dubbio su una serie di manipolazioni, sovrapposizioni e cancellature che rendono impossibile registrare tutto ciò che sperimentiamo collettivamente o individualmente. Grazie all'intervento dell'artista e alla collaborazione con l'algoritmo, i documenti d'archivio danno la possibilità di avviare la dialettica tra le immagini, sulla base delle tracce lasciate, contribuendo al recupero della storia e immaginando una narrazione alternativa.
Non-binary humanoids of figurative contemporary painting. Szawel Plociennik, 2022
In contemporary visual culture, Catherine Malabou's concept of "plasticity" offers an opportunity... more In contemporary visual culture, Catherine Malabou's concept of "plasticity" offers an opportunity to reflect on the potential of what lies between the dualisms imposed by Western culture, such as nature and culture(artifact), what is considered male and female, artificial and natural. Plasticity characterizes the relationship between materiality and accidental events accompanying the evolution of form, which, taking on a new shape, irreversibly destroys the possibility of returning to the previous form. For Malabou, plasticity means the ability to evolve the form of the subject and the accompanying enthusiasm to give or take a new shape through the conscious selection of the components that constitute it. It seems that it is in this key that the Warsaw artist, Szawel Płóciennik, creates non-binary bodies on the painting canvas, escaping the classical aesthetic categories. Like the artists who created the neo-avant-garde canon of the 1980s, Płóciennik is not indifferent to the socio-political context of his times. In his deliberations, he analyses contemporary critical discourse, trying to work through the problems faced by his masters and the contemporary Polish artistic community.
Nel catalogo della mostra per introdurre l'opera di Vincenzo Vecchiarino, c'è riferimento al Mito... more Nel catalogo della mostra per introdurre l'opera di Vincenzo Vecchiarino, c'è riferimento al Mito di Sisifo di Camus. Nel Mito di Sisifo infatti, Albert Camus mira a mostrare che anche l'oscura dottrina dell'esistenzialismo contiene tracce di speranza. Sisifo, negando ogni forma di trascendenza, accetta l'assurdità del suo stato e si libera dalla domanda "perché" trovando libertà e felicità nelle difficoltà dei suoi sforzi, nella sua stessa lotta. "Anche una lotta per la vetta è sufficiente per riempire il cuore di un uomo. Dobbiamo immaginare Sisifo felice." L'opera si basa sull'idea di angoscia esistenziale, sofferenza primordiale: la condizione assurda di un Uomo, così piccolo, in una realtà così grande. Semplicemente un mortale in un universo eterno. Questa riflessione può essere il punto di partenza per l'interpretazione delle opere di Vincenzo Vecchiarino, artista pugliese che, formatosi nell'Accademia fiorentina, non visse per vedere la fama ed il riconoscimento che indubbiamente merita.
Negli ultimi giorni di settembre si è tenuta, negli spazi espositivi di Manifattura Tabacchi a Fi... more Negli ultimi giorni di settembre si è tenuta, negli spazi espositivi di Manifattura Tabacchi a Firenze, la mostra collettiva "nel paese delle ultime cose". Il percorso della mostra riesce a immergerci in un viaggio attraverso i paradossi del presente, in cui il visitatore viene invitato a tracciare visioni utopiche della vita comunitaria ai margini del mondo post-apocalittico. In questa poetica, ispirata al libro nel paese delle ultime cose del famoso scrittore Paul Auster, si può seguire una strategia organizzativa della vita sociale alternativa a quella del tardo capitalismo, in cui l'ordine delle cose non è basato sull'individualità e sullo sfruttamento della natura, ma trova espressione nella messa in discussione del proprio ordine sociale, nel riutilizzo di materiali di scarto e nella riflessione sul concetto di esperienza di vita collettiva.
Magdalena Lazar in her latest artistic practice focuses on exploring the topic of interspecies re... more Magdalena Lazar in her latest artistic practice focuses on exploring the topic of interspecies relations. The result of her activities are objects and video works that aim to establish inclusive relationships between humans and non-human beings. In her work, Lazar often raises the issue of appropriation of the body in a system based on the constant reproduction of labor power. At the BWA Krosno exhibition, which will last from May 11 to June 2, 2024, the artist, in cooperation with curator Zofia Małysa-Janczy, explores the affirmative bond and the entanglement of the subject in a network of relationships with other organisms. This means that the concept of difference is no longer defined negatively, but becomes a starting point for celebrating non-antagonistic interspecies relations.
The artisanal process of extracting new shapes from recycled materials, especially those classifi... more The artisanal process of extracting new shapes from recycled materials, especially those classified as worthless, requires a lot of attention, concentration, and perseverance. In the shadow of conscious actions and repetitive ritual practices such as sewing, embroidery, mending, and reappropriation of used fabrics or contents of visual culture, the revolutionary potential of organic work emerges, consequently revealing the intertwining of hybrid forms in the assemblages. Silvia Federici, in her book Re-Enchanting the World: Feminism and the Politics of the Commons, wrote that dedication to affective and manual labour has a revolutionary potential, due to its collective specificity. Despite the fleeting nature of these repetitive gestures, their enforcing power lies in consistency, commitment, and the possibility of creating connections in communities. The rituals that accompany organic work and daily practices are characterised by creativity in combining heterogeneous, incompatible elements with ephemeral specificity which, however, are usually subject to neglect, underestimation, and relegation to the periphery of collective memory. As a result, contemporary sculpture is often presented as evidence of personal microcosms, created through the playful reuse of recycled materials or archival documents. The inclusion of a deconstruction strategy that takes into account the artist’s personal experiences is usually placed in a specific socio-political context and often refers to the legacy of modernist architecture. This is usually achieved by abstracting objects or structures from everyday life into a new context. Therefore, contemporary sculptural installations are not perceived as permanent objects, but as fluid elements, subject to constant change, often treated in cinematic categories, constituting testimony to the collective imagination and memory.
Nell’opera The Finesse (2022) l'artista Christopher Kulendran Thomas ricostruisce, collaborando c... more Nell’opera The Finesse (2022) l'artista Christopher Kulendran Thomas ricostruisce, collaborando con l'intelligenza artificiale, la narrazione della lotta rivoluzionaria per l'indipendenza della sua terra natale, il Tamil. The Finesse esamina alcune delle eredità perdute del movimento di liberazione della patria della famiglia dell’artista, lo Sri Lanka. L’installazione cinematografica coinvolgente fonde la cultura popolare con la scienza politica e combina filmati d’archivio con avatar generati da un algoritmo, mettendo in discussione l’autenticità delle immagini già presenti nell’archivio. L'opera ripercorre il tentativo del movimento di liberazione del Tamil di immaginare un'economia cooperativa basata sull'energia rinnovabile, un bene comune che sfuma i confini tra la ricerca storica e la proposta fantascientifica di una realtà alternativa. Un dialogo paritario richiede la ricostruzione delle narrazioni dominanti in modo da poterle disimparare, rivedendo le immagini create con progetti di sviluppo urbano alternativi presentati nello spazio della galleria sotto forma di installazione immersiva. Kulendran Thomas cerca di recuperare informazioni storiche, spesso perdute, agendo sia come archivista che come curatore gestendo opere create da un algoritmo sotto forma di serie di dipinti astratti e di ceramiche. Il lavoro era simultaneamente coreografato su schermi monolitici a specchio e su una proiezione per formare un'allucinazione architettonica. L’opera si dimostra come archivio-anarchivio, non funzionando solo come banca dati, ma piuttosto come archivio frammentario e intercambiabile, e come tale richiede intervento e interpretazione umana e non solo elaborazione meccanica. L'archivio non è mai un sistema unitario, ma rimane sempre aperto e mutevole nel tempo, tendendo a basarsi talvolta sull'analisi di fonti inattendibili, ma che lasciano tracce confuse. Tuttavia ogni frammento può essere recuperato e riclassificato. La memoria si basa senza dubbio su una serie di manipolazioni, sovrapposizioni e cancellature che rendono impossibile registrare tutto ciò che sperimentiamo collettivamente o individualmente. Grazie all'intervento dell'artista e alla collaborazione con l'algoritmo, i documenti d'archivio danno la possibilità di avviare la dialettica tra le immagini, sulla base delle tracce lasciate, contribuendo al recupero della storia e immaginando una narrazione alternativa.
Non-binary humanoids of figurative contemporary painting. Szawel Plociennik, 2022
In contemporary visual culture, Catherine Malabou's concept of "plasticity" offers an opportunity... more In contemporary visual culture, Catherine Malabou's concept of "plasticity" offers an opportunity to reflect on the potential of what lies between the dualisms imposed by Western culture, such as nature and culture(artifact), what is considered male and female, artificial and natural. Plasticity characterizes the relationship between materiality and accidental events accompanying the evolution of form, which, taking on a new shape, irreversibly destroys the possibility of returning to the previous form. For Malabou, plasticity means the ability to evolve the form of the subject and the accompanying enthusiasm to give or take a new shape through the conscious selection of the components that constitute it. It seems that it is in this key that the Warsaw artist, Szawel Płóciennik, creates non-binary bodies on the painting canvas, escaping the classical aesthetic categories. Like the artists who created the neo-avant-garde canon of the 1980s, Płóciennik is not indifferent to the socio-political context of his times. In his deliberations, he analyses contemporary critical discourse, trying to work through the problems faced by his masters and the contemporary Polish artistic community.
Nel catalogo della mostra per introdurre l'opera di Vincenzo Vecchiarino, c'è riferimento al Mito... more Nel catalogo della mostra per introdurre l'opera di Vincenzo Vecchiarino, c'è riferimento al Mito di Sisifo di Camus. Nel Mito di Sisifo infatti, Albert Camus mira a mostrare che anche l'oscura dottrina dell'esistenzialismo contiene tracce di speranza. Sisifo, negando ogni forma di trascendenza, accetta l'assurdità del suo stato e si libera dalla domanda "perché" trovando libertà e felicità nelle difficoltà dei suoi sforzi, nella sua stessa lotta. "Anche una lotta per la vetta è sufficiente per riempire il cuore di un uomo. Dobbiamo immaginare Sisifo felice." L'opera si basa sull'idea di angoscia esistenziale, sofferenza primordiale: la condizione assurda di un Uomo, così piccolo, in una realtà così grande. Semplicemente un mortale in un universo eterno. Questa riflessione può essere il punto di partenza per l'interpretazione delle opere di Vincenzo Vecchiarino, artista pugliese che, formatosi nell'Accademia fiorentina, non visse per vedere la fama ed il riconoscimento che indubbiamente merita.
Negli ultimi giorni di settembre si è tenuta, negli spazi espositivi di Manifattura Tabacchi a Fi... more Negli ultimi giorni di settembre si è tenuta, negli spazi espositivi di Manifattura Tabacchi a Firenze, la mostra collettiva "nel paese delle ultime cose". Il percorso della mostra riesce a immergerci in un viaggio attraverso i paradossi del presente, in cui il visitatore viene invitato a tracciare visioni utopiche della vita comunitaria ai margini del mondo post-apocalittico. In questa poetica, ispirata al libro nel paese delle ultime cose del famoso scrittore Paul Auster, si può seguire una strategia organizzativa della vita sociale alternativa a quella del tardo capitalismo, in cui l'ordine delle cose non è basato sull'individualità e sullo sfruttamento della natura, ma trova espressione nella messa in discussione del proprio ordine sociale, nel riutilizzo di materiali di scarto e nella riflessione sul concetto di esperienza di vita collettiva.
Magdalena Lazar in her latest artistic practice focuses on exploring the topic of interspecies re... more Magdalena Lazar in her latest artistic practice focuses on exploring the topic of interspecies relations. The result of her activities are objects and video works that aim to establish inclusive relationships between humans and non-human beings. In her work, Lazar often raises the issue of appropriation of the body in a system based on the constant reproduction of labor power. At the BWA Krosno exhibition, which will last from May 11 to June 2, 2024, the artist, in cooperation with curator Zofia Małysa-Janczy, explores the affirmative bond and the entanglement of the subject in a network of relationships with other organisms. This means that the concept of difference is no longer defined negatively, but becomes a starting point for celebrating non-antagonistic interspecies relations.
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