Videos by Aimara Garlaschelli
Per ogni verso della poesia, l'AI ha prodotto un'immagine, legata alla successiva dal programma “... more Per ogni verso della poesia, l'AI ha prodotto un'immagine, legata alla successiva dal programma “Apahntasia” (creato da Vadim Epstein basato sul Modello CLIP di OpenAI e librerie FFT di Lucent). La musica è stata composta da AIVA, un'altra AI.
Si tratta di una sperimentazione artistica nella quale il linguaggio poetico si specchia nell'intelligenza artificiale. Tutte le immagini sono generate in autonomia, senza alcun intervento umano, cioè sono create dall'AI a partire da un input iniziale: la ricezione di un GPT-3 (Generative Pre-trained Transformer 3) dei versi della poesia.
Per un approfondimento sul rapporto tra linguaggio poetico e intelligenza artificiale si rimanda al libro di Aimara Garlaschelli, Alfabeto della posterità, Scalpendi 2022.
Animazione grafica in bianco e nero: Fabrizio Casotti
Voce: Giovanna Scardoni
Sound Design: Piero Chianura
Iperparametri: Ennio Bianco. 3 views
Papers by Aimara Garlaschelli
ETS, 2018
Traduzione italiana The Waste Land, con testo originale a fronte.
Il testo offre una traduzione n... more Traduzione italiana The Waste Land, con testo originale a fronte.
Il testo offre una traduzione nuova, dal linguaggio scarno e teso, che ha assimilato il valore delle transizioni brusche dell’originale, senza rinunciare né alla restituzione musicale e ritmica del verso, né alla conservazione del valore semantico del testo, per restituire al lettore italiano il poemetto di T. S. Eliot nella sua intensità.

gradiva, 2022
«Vèss òm e vèss puèta… Cum'i can / che bàjen a la lüna per natüra, / per la passiensa de stà lí a... more «Vèss òm e vèss puèta… Cum'i can / che bàjen a la lüna per natüra, / per la passiensa de stà lí a scultà…», («Essere uomo e essere poeta… Come i cani / che abbaiano alla luna per natura, / per la pazienza di star lì ad ascoltare…»), sono i versi di apertura di una delle poesie più note di Franco Loi, da Isman (Einaudi 2002). Che cosa significa «essere uomo»? è una domanda cruciale perché rappresenta la scelta (esistenziale) di se stessi e Loi è diventato ciò che era sviluppando una propria etica che, pur riduttivamente, si potrebbe sintetizzare in due polarità: l'adesione alla struttura morale della parola (la parola deve essere vera, appartenere all'esperienza profonda del poeta) e la responsabilità di esserci per l'altro. Pur immerso nei cambiamenti sociali, politici, di quasi un secolo di vita, egli ha sempre risposto alla domanda dell'altro volgendo la sua attenzione alle persone. Chiunque abbia assistito ad un suo incontro può testimoniare come la sua voce fosse una melodia sonora che a volte si trasformava in vero e proprio canto, come ad esempio, recitando i versi del poema l'Angel (San Marco dei Giustiniani 1981 e Mondadori 1994), quando la canzone popolare «t'amo t'amo sei per me la vita intera» entra prima dei versi: «e pö la Gilda, Sciarlot cun Viuletera, / la Ingrid Bergman, el Uels del Terso uomo, / nüm taccâ dré d'un tram càntum Brasil…» («T'amo, T'amo sei per me la vita, intera... / e poi Gilda, Charlot con la Violetera, / Ingrid Bergman, e Welles nel Terzo Uomo, / noi attaccati dietro i tram cantiamo Brazil…»)-o, dove una ninna nanna è inserita nel ricordo dell'infanzia: «Cade la neve, fanciullo mio, / tremo dal freddo, ardo d'amore.. / .. bambino mio, devi sapere / le donne d'Africa son tutte nere.. / Mè muè 'a me tegniva in brassu, / derre di vedri, i orti de neive: / «J à inventè 'a nötte» e guavu nevà. (Cade la neve, fanciullo mio, / tremo dal freddo, ardo d'amore.. / ..bambino mio, devi sapere / le donne d'Africa son tutte nere.. / Mia madre mi teneva in braccio / e, dietro i vetri, gli orti di neve: / «li ha inventati la notte» e guardavo nevicare»).
La Provincia, 2022
"Con voce umana. Arte e vita nei corpi di Maria Callas e di Ingeborg Bachmann", di Laura Boella, ... more "Con voce umana. Arte e vita nei corpi di Maria Callas e di Ingeborg Bachmann", di Laura Boella, è uscito il 21 aprile per Ponte alle Grazie. Una scrittura dolceamara in chiave di dono, che invita alla riflessione e si apre al dialogo. Un tema ricorrente nel libro è l'incontro, associato a persone, sentimenti, luoghi, idee, libri e proprio da qui inizia questa intervista en plein air con l'autrice. Ne libro parli dell'importanza degli incontri: momenti di ascolto durante i quali uno dei nostri "io" tace per permettere all'altro di manifestarsi. Quale tra i tuoi "io" è sfumato nell'incontro con Callas/Bachmann e quale «imprevedibile sentimento della vita» ne è nato?
La Provincia, 2022
Storia di un Biancone e come la sua epifania possa generare una proposta politica

Antinomie, 2021
The Waste Land è acqua e fuoco, insieme. Un sigillo dualistico per un testo potentemente evocativ... more The Waste Land è acqua e fuoco, insieme. Un sigillo dualistico per un testo potentemente evocativo, labirintico, tellurico, che si può percorrere verso l'alto, nella sua simbologia religiosa, iniziatica, mitica o, verso il basso, seguendo le radici di una terra spaccata dalla siccità, tra resti pietrosi dell'umanità in rovina, nell'apocalittico paesaggio del giorno precedente il Giudizio. L'intreccio di simbolismo, strutture mitiche, metalinguaggio e realtà annodati in squisita nevrosi, ha generato la lingua del poemetto, il quale, ancora oggi, non ha perduto il suo tratto sorprendente e sconvolgente. Se si accetta The Waste Land come pulsione evocativa, satura di reminiscenze, prima ancora che pura creazione, scrittura rammemorante e non immaginativa, si può comprendere il perché di infinite interpretazioni, letture, commenti nei cento anni trascorsi dalla prima edizione. Come le fiamme ardono ininterrottamente nella cascata di Chestnut Ridge, anche The Waste Land può essere spiegata senza intaccare la leggenda. Il fuoco tra le acque americane è dovuto al fatto che la fiamma, alta trenta centimetri, si trova sopra una sacca di metano, a una profondità di quattrocento metri dalle rocce percorse dall'acqua. In The Waste Land, la combustione avviene ai versi 307-311 ed è alimentata dal cadavere dell'autore, seppellito nella propria opera. Ma questa scoperta deve essere rivelata con esperto uso di pale, picconi e picconcini, zappe, carriole, secchi, palette, scopette, spazzole e cazzuole oppure, con le unghie (vv. 70-76): That corpse you planted last year in your garden, Has it begun to sprout? Will it bloom this year? Or has the sudden frost disturbed its bed? O keep the Dog far hence, that's friend to men, Or with his nails he'll dig it up again! You! hypocrite lecteur!-mon semblable,-mon frère! Quel corpo che piantasti l'altr'anno nel tuo campo Ha cominciato a germogliare? Fiorirà quest'anno? O il gelo d'un tratto ha turbato il suo letto? Oh tieni il cane lontano, egli è amico dell'uomo, O di nuovo, con le unghie lo scoprirà! Tu! hypocrite lecteur!-mon semblable,-mon frère!
Estroverso e-magazine, 2020
Limbo, o lembo, l’orlo; il limitare dell’inferno dantesco, dove rimangono sospese le anime e dove... more Limbo, o lembo, l’orlo; il limitare dell’inferno dantesco, dove rimangono sospese le anime e dove oggi abitano gli stati d’ansia e d’inquietudine, lo stare in pena. Un limbo erano i camminamenti e le mura silenziose percorsi nei primi quattro mesi da Giovanni Drogo, nell’attesa della visita medica periodica, che gli avrebbe dovuto consentire di lasciare la Fortezza Bastiani. Limbo è una danza esotica durante la quale un ballerino, senza perdere il ritmo della musica, deve passare al di sotto di un’asta flettendo all’indietro la schiena. L’asta è la quarantena, che si abbassa di settimana in settimana su di ognuno di noi e ci obbliga ad una torsione maggiore, verso terra.

Estroverso E-Magazine, 2020
Durante gli anni della ezovscina, dal 1936 al 1938, il periodo più sanguinoso del “terrore stalin... more Durante gli anni della ezovscina, dal 1936 al 1938, il periodo più sanguinoso del “terrore staliniano”, quando ogni forma
di opposizione al vertice comunista, vera o immaginata, venne annientata dalla polizia di Ezov attraverso giudizi
sommari, omicidi, deportazioni di milioni di persone, una delle voci più importanti dell’URSS, Anna Achmatova, poeta,
per molti anni sottoposta a censura, trascorse diciassette mesi in coda, dall’alba al tramonto, fuori dal carcere di
Leningrado, in attesa di avere notizie del figlio arrestato. Un giorno (lo scrive lei stessa nella prefazione alla raccolta di
poesie Requiem) qualcuno la riconobbe e «allora una donna, con le labbra livide dal freddo, che stava dietro di me, e che,
certamente, non aveva mai udito il mio nome, riprendendosi dal torpore mentale che ci accomunava, mi domandò
all’orecchio (lì tutti parlavano sussurrando): “Ma lei può descrivere questo?” E io, dissi: “Posso”. Allora una specie di
sorriso scivolò su quello che una volta era stato il suo viso».

Estroverso e-magazine, 2021
Poetessa valtellinese, Aimara Garlaschelli ha pubblicato finora la raccolta Figure di silenzio (L... more Poetessa valtellinese, Aimara Garlaschelli ha pubblicato finora la raccolta Figure di silenzio (LietoColle 2016, nota di Maurizio Cucchi), e la drammaturgia in versi Il rito delle ore (ETS 2019, postfazione di Stefano Agosti), e a breve esordirà nella Bianca Einaudi con Nel nome della madre. Sul versante critico, sua è la curatela de La terra desolata di T. S. Eliot, uscita sempre per ETS tre anni fa senza alcuna risonanza. La si potrebbe vedere come pendant de La terra devastata, l'ultimissima versione per Il Saggiatore di Carmen sugli scudi ora ovunque. Vista però l'equivalenza piena quanto a mole dell'apparato critico, per par condicio ho pensato d'intervistare la prima poetessa sulla falsariga dell'intervista fatta da Davide Brullo alla seconda (qui). E quindi: DB: Che cosa pensa del "devastata" proposto per The Waste Land da Gallo in barba alla tradizione? Può essere una scelta felice editorialmente parlando, ma sul piano critico è erronea. "Desolata" non è una sovrainterpretazione lirica, come a volte si è detto, ma un participio passato con funzione di aggettivo, che filologicamente rispetta il testo e le indicazioni dell'autore stesso. In una lettera ad Angel Flores, del 22 febbraio 1928, Eliot infatti scrive: "L'unica traduzione esatta del titolo è quella che ha scoperto il mio traduttore francese, Jean de Menasce, anche se ahimè! troppo tardi per usarla nella sua versione: La Gaste Lande. Questo titolo è proprio l'equivalente esatto, in quanto rimanda allo stesso racconto medievale". Se è così, la questione non è come interpretare l'aggettivo, ma riportare l'espressione originale nelle diverse lingue di arrivo. Il traduttore italiano,
Book Reviews by Aimara Garlaschelli
Il Manifesto, 2019
Kaleidoscope, dal greco kalós bello, eidos immagine e skopéo osservare: l'indicazione ci serve co... more Kaleidoscope, dal greco kalós bello, eidos immagine e skopéo osservare: l'indicazione ci serve come guida alla scomposizione in quelle mille visioni sparse nello spazio circostante che vengono evocate nei Tre quadernetti indiani di Dario Borso (illustrazioni di Pietro Spica, introduzione di Valerio Magrelli, con una postilla di

Il Manifesto, 2020
Autore trasversale e testardamente fuori da ogni etichettatura, artista, scrittore, curatore e id... more Autore trasversale e testardamente fuori da ogni etichettatura, artista, scrittore, curatore e ideatore di due festival letterari (Letteralmente Festival, scrivere e parlare di cultura civile e Manifestare poesia, incontri Recanatesi), Gentili è condotto dall'impeto di una parola di forte impronta sociale. Terra Arsa è la sua seconda raccolta poetica; nella prima, Illibertà, l'autore ha scelto una lingua militante, esortativa, sperimentale, rimproverando alla politica una mancanza di passione, un atteggiamento di calcolo, unincapacità di servire i cittadini affidando alla scrittura rabbia e disillusione; amarezza in cui si può registrare uneco pasoliniano: «Hai voluto che la tua vita fosse / una lotta. Ed eccola ora sui binari / morti, ecco cascare le rosse / bandiere, senza vento». IN «ILLIBERTÀ» ci sono tutte le emozioni che contraddistinguono l'esperienza della crisi, addensate come cumuli nel cielo, ma soprattutto appare per la prima volta quel segno grafico, o matrice, dell'opera poetica di Gentili: il pattern poem quadrato, o significante in forma di quadro, dettato sillabico e sonoro di parole fissate (verrebbe da dire locked down) in una gabbia di sette centimetri per sette, che sono il timbro più incalzante e incisivo di questo linguaggio che, parafrasando l'autore, letteralmente manifesta poesia: «Realtà di numeri e fatti, onore di cronaca in immaginazione», «rabbia repressa con metodo, morti spenti in commiserazione», «martiri distesi a respirare selciato», «memoria di scuro morire» (70 Traduzione). In Illibertà la maggior parte dei componimenti iniziava con la prima persona singolare del tempo presente. In grammatica il verbo è la parte variabile del discorso, che annuncia le azioni compiute dal soggetto. Per Gentili, il verbo è quel gesto quasi guerresco che ha accompagnato la scrittura fin dai suoi primi lavori, quel portare il corpo nella storia, l'esserci fisco, materico, dell'atto creativo. Sopraggiunge oggi, in questa raccolta, un tempo diverso, di bilancio: «attesa finita di un domani di luce, sguardo perduto che muove al conforto, stanchezza in ragione di corpo, niente si dona sul richiuso confine» (50 Sudore). VENGONO ALLA MEMORIA i versi di Eliot (The Waste Land è il deserto): «Sedetti sulla riva / A pescare, con l'arida pianura alle spalle». Scrive D'Ina nella prefazione, «La nostra Terra arsa è percorsa dall'immaginazione del poeta, che la propone come un labirinto, un labirinto-mondo, dove le parole diventano metallo incandescente, dove la denuncia è della nostra storia, passata e presente. Lo sguardo e le parole dell'autore sono per gli indifesi, per coloro che cadono a causa di altrui irresponsabilità, per chi resiste grazie a manifesta superiorità emozionale, per chi resta in piedi nonostante il costante abuso di attualità».

Il Manifesto, 03.03.2021, 2021
Cronache dolorose e splendenti da un monastero del 1600-Aimara Garlaschelli, 03.03.2021 SCAFFALE.... more Cronache dolorose e splendenti da un monastero del 1600-Aimara Garlaschelli, 03.03.2021 SCAFFALE. «Morte precoce», un romanzo di Cesare Greppi per le edizioni Il Canneto Il libro di Cesare Greppi, Morte precoce (prefazione di Silvia De Laude, Il Canneto editore, pp. 96, euro 12) è un ritratto in due tempi. Nel primo si racconta-ma, e vedremo perché, sarebbe più corretto scrivere si dipinge-la figura di un giovane seminarista di diciannove anni, Niccolò, che venerdì 11 febbraio, nei primi anni del 1600, dopo un'agonia di pochi giorni dovuta a un carbonchio, muore in un monastero dell'Italia settentrionale; nel secondo («Anamnesi: Paradisi»), Greppi lavora sui ricordi del giovane, rappresentandone vivamente i colori dell'anima, con una «ricercata traslucidità e trasparenza» (De Laude) di linguaggio, riportando l'immagine di quel viso a dantesca memoria (Par. III., «Quali per vetri trasparenti e tersi, / o ver per acque nitide e tranquille, / non sì profonde che i fondi sien persi, / torna d'i nostri visi le postille / debili sì, che perla in bianca fronte / non vien men forte a le nostre pupille»).
"Il Manifesto", Alias, 2021
Bachmann e Callas, l'incontro sonoro di due esperienze incarnate.
Sull'ultimo libro di Laura Boe... more Bachmann e Callas, l'incontro sonoro di due esperienze incarnate.
Sull'ultimo libro di Laura Boella, «Con voce umana», edito da Ponte alle Grazie Aimara Garlaschelli Si scrive perché la gioia. Come nell'inverno del 1956, a Milano, quando Ingeborg Bachmann assiste a una prova generale di «Traviata» e scopre Maria Callas; come, nuovamente, accade nel 2020, quando Laura Boella incontra Omaggio a Maria Callas, di Bachmann. E succede oggi a chi ha letto Laura Boella, Con voce umana. Arte e vita nei corpi di Maria Callas e Ingeborg Bachmann (edito da Ponte alle Grazie, pp. 128, euro 14), il libro che racconta di questa, e altre congiunture.
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Videos by Aimara Garlaschelli
Si tratta di una sperimentazione artistica nella quale il linguaggio poetico si specchia nell'intelligenza artificiale. Tutte le immagini sono generate in autonomia, senza alcun intervento umano, cioè sono create dall'AI a partire da un input iniziale: la ricezione di un GPT-3 (Generative Pre-trained Transformer 3) dei versi della poesia.
Per un approfondimento sul rapporto tra linguaggio poetico e intelligenza artificiale si rimanda al libro di Aimara Garlaschelli, Alfabeto della posterità, Scalpendi 2022.
Animazione grafica in bianco e nero: Fabrizio Casotti
Voce: Giovanna Scardoni
Sound Design: Piero Chianura
Iperparametri: Ennio Bianco.
Papers by Aimara Garlaschelli
Il testo offre una traduzione nuova, dal linguaggio scarno e teso, che ha assimilato il valore delle transizioni brusche dell’originale, senza rinunciare né alla restituzione musicale e ritmica del verso, né alla conservazione del valore semantico del testo, per restituire al lettore italiano il poemetto di T. S. Eliot nella sua intensità.
di opposizione al vertice comunista, vera o immaginata, venne annientata dalla polizia di Ezov attraverso giudizi
sommari, omicidi, deportazioni di milioni di persone, una delle voci più importanti dell’URSS, Anna Achmatova, poeta,
per molti anni sottoposta a censura, trascorse diciassette mesi in coda, dall’alba al tramonto, fuori dal carcere di
Leningrado, in attesa di avere notizie del figlio arrestato. Un giorno (lo scrive lei stessa nella prefazione alla raccolta di
poesie Requiem) qualcuno la riconobbe e «allora una donna, con le labbra livide dal freddo, che stava dietro di me, e che,
certamente, non aveva mai udito il mio nome, riprendendosi dal torpore mentale che ci accomunava, mi domandò
all’orecchio (lì tutti parlavano sussurrando): “Ma lei può descrivere questo?” E io, dissi: “Posso”. Allora una specie di
sorriso scivolò su quello che una volta era stato il suo viso».
Book Reviews by Aimara Garlaschelli
Sull'ultimo libro di Laura Boella, «Con voce umana», edito da Ponte alle Grazie Aimara Garlaschelli Si scrive perché la gioia. Come nell'inverno del 1956, a Milano, quando Ingeborg Bachmann assiste a una prova generale di «Traviata» e scopre Maria Callas; come, nuovamente, accade nel 2020, quando Laura Boella incontra Omaggio a Maria Callas, di Bachmann. E succede oggi a chi ha letto Laura Boella, Con voce umana. Arte e vita nei corpi di Maria Callas e Ingeborg Bachmann (edito da Ponte alle Grazie, pp. 128, euro 14), il libro che racconta di questa, e altre congiunture.
Si tratta di una sperimentazione artistica nella quale il linguaggio poetico si specchia nell'intelligenza artificiale. Tutte le immagini sono generate in autonomia, senza alcun intervento umano, cioè sono create dall'AI a partire da un input iniziale: la ricezione di un GPT-3 (Generative Pre-trained Transformer 3) dei versi della poesia.
Per un approfondimento sul rapporto tra linguaggio poetico e intelligenza artificiale si rimanda al libro di Aimara Garlaschelli, Alfabeto della posterità, Scalpendi 2022.
Animazione grafica in bianco e nero: Fabrizio Casotti
Voce: Giovanna Scardoni
Sound Design: Piero Chianura
Iperparametri: Ennio Bianco.
Il testo offre una traduzione nuova, dal linguaggio scarno e teso, che ha assimilato il valore delle transizioni brusche dell’originale, senza rinunciare né alla restituzione musicale e ritmica del verso, né alla conservazione del valore semantico del testo, per restituire al lettore italiano il poemetto di T. S. Eliot nella sua intensità.
di opposizione al vertice comunista, vera o immaginata, venne annientata dalla polizia di Ezov attraverso giudizi
sommari, omicidi, deportazioni di milioni di persone, una delle voci più importanti dell’URSS, Anna Achmatova, poeta,
per molti anni sottoposta a censura, trascorse diciassette mesi in coda, dall’alba al tramonto, fuori dal carcere di
Leningrado, in attesa di avere notizie del figlio arrestato. Un giorno (lo scrive lei stessa nella prefazione alla raccolta di
poesie Requiem) qualcuno la riconobbe e «allora una donna, con le labbra livide dal freddo, che stava dietro di me, e che,
certamente, non aveva mai udito il mio nome, riprendendosi dal torpore mentale che ci accomunava, mi domandò
all’orecchio (lì tutti parlavano sussurrando): “Ma lei può descrivere questo?” E io, dissi: “Posso”. Allora una specie di
sorriso scivolò su quello che una volta era stato il suo viso».
Sull'ultimo libro di Laura Boella, «Con voce umana», edito da Ponte alle Grazie Aimara Garlaschelli Si scrive perché la gioia. Come nell'inverno del 1956, a Milano, quando Ingeborg Bachmann assiste a una prova generale di «Traviata» e scopre Maria Callas; come, nuovamente, accade nel 2020, quando Laura Boella incontra Omaggio a Maria Callas, di Bachmann. E succede oggi a chi ha letto Laura Boella, Con voce umana. Arte e vita nei corpi di Maria Callas e Ingeborg Bachmann (edito da Ponte alle Grazie, pp. 128, euro 14), il libro che racconta di questa, e altre congiunture.