Il volume raccoglie novantasei scritti, che colleghi e amici di Massimo Medica hanno voluto dedic... more Il volume raccoglie novantasei scritti, che colleghi e amici di Massimo Medica hanno voluto dedicargli in omaggio alla sua lunga e brillante carriera nei Musei Civici d'Arte Antica di Bologna, presso i quali dal 2001 al 2024 ha retto l'incarico di direttore. Studioso di rilievo internazionale, Massimo Medica è noto per gli studi sull'arte medievale e rinascimentale, che ha condotto con specifico riguardo soprattutto all'ambito della miniatura e della scultura, pubblicando numerosi interventi e saggi in riviste specializzate e cataloghi. Appassionato nell'attività di tutela, conoscenza e promozione del patrimonio museale, ha curato varie mostre, non solo a Bologna, ma anche all'estero. Gli scritti raccolti in questa occasione ripercorrono le tracce dei suoi interessi, con approfondimenti e nuovi apporti su argomenti di pittura, scultura, museografia, museologia, storia della critica, entro un arco cronologico che procede dal Medioevo fino al Duemila.
Delineare il percorso della miniatura a Pistoia-dalla seconda metà del ii secolo al primo venten... more Delineare il percorso della miniatura a Pistoia-dalla seconda metà del ii secolo al primo ventennio del Quattrocento-permette di riconsiderare temi e problemi di grande interesse, al centro di una rete di rapporti artistici proiettata oltre i confini cittadini, in direzione di centri non soltanto toscani. Se nel Xii secolo la prestigiosa stagione della committenza capitolare della cattedrale di San Zeno fu caratterizzata da aspetti di uniformità e di compattezza sotto il profilo decorativo dei codici, il filo rosso che attraversa la miniatura delle epoche successive si rivela tutt'altro che lineare, in uno scenario complesso e variegato, certamente non immune da perdite o dispersioni. In questo contributo intendo soprattutto proporre alcuni spunti di riflessione, a partire dai nodi critici emersi negli studi degli ultimi anni. 1 L'arrivo della reliquia di san Jacopo: un evento eccezionale sullo sfondo della biblioteca della cattedrale di San Zeno Un piccolo manoscritto, modesto nella sua veste esteriore e privo di decorazione miniata, databile nel 1240-1250, è testimone dell'evento che inserì la città in una dimensione europea, lungo le vie principali dei pellegrinaggi. Il Liber de legenda sancti Jacobi (o Libellus sancti Jacobi), conservato nell'Archivio di Stato di Pistoia (Documenti vari, 1), tramanda il racconto dell'arrivo da Santiago de Compostela della reliquia dell'apostolo Giacomo il Maggiore (Jacopo, secondo il nome in uso in città), intorno al 1140, e della consacrazione nel 1145 dell'altare contenente la sacra spoglia nella cattedrale di San Zeno, su iniziativa del vescovo vallombrosano Atto. 2 A commissionare il Libellus fu con ogni probabilità l'Opera di San Jacopo, l'istituzione che sovrintendeva all'organizzazione delle funzioni liturgiche nella cappella dedicata all'apostolo in cattedrale. Era infatti questo il luogo a cui il codice fu destinato. Vi furono inoltre trascritti, in forma abbreviata, componimenti agiografici già sontuosamente confezionati nel Codex Calixtinus, testo-cardine del culto jacopeo, iniziato sotto l'egida dell'arcivescovo compostelano Diego Gelmírez e concluso nell'ottavo decennio del Xii secolo, con un notevole apparato illustrativo attribuito a miniatori della Francia nord-occidentale (Santiago de Compostela, Archivio della cattedrale). 3 Alla metà del Duecento, quando fu commissionato il Libellus, l'Opera di San Jacopo e la gestione della devozione verso l'apostolo erano ormai passate dal controllo vescovile alla tutela del Comune, con una forte valenza civica e politica. Tra il clero officiante la cappella di San Jacopo (chiusa da cancellate entro le prime due campate della navata meridionale della cattedrale, con un ingresso autonomo dalla piazza antistante) e il collegio canonicale di San Zeno si stabilì una separazione non soltanto fisica ma anche liturgica. 4 Eppure, un secolo prima, l'arrivo della reliquia dell'apostolo aveva rafforzato il potere del vescovo Atto e favorito un rapporto di equilibrio tra la Chiesa pistoiese e la magistratura consolare del Comune. Il capitolo della cattedrale viveva allora un periodo di particolare floridezza economica: le numerose donazioni di benefattori laici erano segno del prestigio morale goduto dai canonici presso la cittadinanza. Questa straordinaria congiuntura fa da sfondo all'opera del più importante miniatore attivo a Pistoia nel Xii secolo, il cosiddetto Maestro della Prima Bibbia della Casanatense, un nome La miniatura a Pistoia paradigma di convergenze artistiche ada labriola Maestro di Sant'Alessio in Bigiano, Giudizio universale. Pistoia, Biblioteca Comunale Forteguerriana, Museo Civico 126 (già 231), f. 2v.
Il volume raccoglie novantasei scritti, che colleghi e amici di Massimo Medica hanno voluto dedic... more Il volume raccoglie novantasei scritti, che colleghi e amici di Massimo Medica hanno voluto dedicargli in omaggio alla sua lunga e brillante carriera nei Musei Civici d'Arte Antica di Bologna, presso i quali dal 2001 al 2024 ha retto l'incarico di direttore. Studioso di rilievo internazionale, Massimo Medica è noto per gli studi sull'arte medievale e rinascimentale, che ha condotto con specifico riguardo soprattutto all'ambito della miniatura e della scultura, pubblicando numerosi interventi e saggi in riviste specializzate e cataloghi. Appassionato nell'attività di tutela, conoscenza e promozione del patrimonio museale, ha curato varie mostre, non solo a Bologna, ma anche all'estero. Gli scritti raccolti in questa occasione ripercorrono le tracce dei suoi interessi, con approfondimenti e nuovi apporti su argomenti di pittura, scultura, museografia, museologia, storia della critica, entro un arco cronologico che procede dal Medioevo fino al Duemila.
Delineare il percorso della miniatura a Pistoia-dalla seconda metà del ii secolo al primo venten... more Delineare il percorso della miniatura a Pistoia-dalla seconda metà del ii secolo al primo ventennio del Quattrocento-permette di riconsiderare temi e problemi di grande interesse, al centro di una rete di rapporti artistici proiettata oltre i confini cittadini, in direzione di centri non soltanto toscani. Se nel Xii secolo la prestigiosa stagione della committenza capitolare della cattedrale di San Zeno fu caratterizzata da aspetti di uniformità e di compattezza sotto il profilo decorativo dei codici, il filo rosso che attraversa la miniatura delle epoche successive si rivela tutt'altro che lineare, in uno scenario complesso e variegato, certamente non immune da perdite o dispersioni. In questo contributo intendo soprattutto proporre alcuni spunti di riflessione, a partire dai nodi critici emersi negli studi degli ultimi anni. 1 L'arrivo della reliquia di san Jacopo: un evento eccezionale sullo sfondo della biblioteca della cattedrale di San Zeno Un piccolo manoscritto, modesto nella sua veste esteriore e privo di decorazione miniata, databile nel 1240-1250, è testimone dell'evento che inserì la città in una dimensione europea, lungo le vie principali dei pellegrinaggi. Il Liber de legenda sancti Jacobi (o Libellus sancti Jacobi), conservato nell'Archivio di Stato di Pistoia (Documenti vari, 1), tramanda il racconto dell'arrivo da Santiago de Compostela della reliquia dell'apostolo Giacomo il Maggiore (Jacopo, secondo il nome in uso in città), intorno al 1140, e della consacrazione nel 1145 dell'altare contenente la sacra spoglia nella cattedrale di San Zeno, su iniziativa del vescovo vallombrosano Atto. 2 A commissionare il Libellus fu con ogni probabilità l'Opera di San Jacopo, l'istituzione che sovrintendeva all'organizzazione delle funzioni liturgiche nella cappella dedicata all'apostolo in cattedrale. Era infatti questo il luogo a cui il codice fu destinato. Vi furono inoltre trascritti, in forma abbreviata, componimenti agiografici già sontuosamente confezionati nel Codex Calixtinus, testo-cardine del culto jacopeo, iniziato sotto l'egida dell'arcivescovo compostelano Diego Gelmírez e concluso nell'ottavo decennio del Xii secolo, con un notevole apparato illustrativo attribuito a miniatori della Francia nord-occidentale (Santiago de Compostela, Archivio della cattedrale). 3 Alla metà del Duecento, quando fu commissionato il Libellus, l'Opera di San Jacopo e la gestione della devozione verso l'apostolo erano ormai passate dal controllo vescovile alla tutela del Comune, con una forte valenza civica e politica. Tra il clero officiante la cappella di San Jacopo (chiusa da cancellate entro le prime due campate della navata meridionale della cattedrale, con un ingresso autonomo dalla piazza antistante) e il collegio canonicale di San Zeno si stabilì una separazione non soltanto fisica ma anche liturgica. 4 Eppure, un secolo prima, l'arrivo della reliquia dell'apostolo aveva rafforzato il potere del vescovo Atto e favorito un rapporto di equilibrio tra la Chiesa pistoiese e la magistratura consolare del Comune. Il capitolo della cattedrale viveva allora un periodo di particolare floridezza economica: le numerose donazioni di benefattori laici erano segno del prestigio morale goduto dai canonici presso la cittadinanza. Questa straordinaria congiuntura fa da sfondo all'opera del più importante miniatore attivo a Pistoia nel Xii secolo, il cosiddetto Maestro della Prima Bibbia della Casanatense, un nome La miniatura a Pistoia paradigma di convergenze artistiche ada labriola Maestro di Sant'Alessio in Bigiano, Giudizio universale. Pistoia, Biblioteca Comunale Forteguerriana, Museo Civico 126 (già 231), f. 2v.
MARTEDÌ 15 NOVEMBRE La collezione di miniature di Vittorio Cini: origine della raccolta e i capol... more MARTEDÌ 15 NOVEMBRE La collezione di miniature di Vittorio Cini: origine della raccolta e i capolavori della scuola ferrarese Federica Toniolo | Università degli Studi di Padova GIOVEDÌ 24 NOVEMBRE L'eredità di Giotto nella miniatura toscana del Trecento Ada Labriola | storica dell'arte, Firenze
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