Papers in History of Occupational health by Alberto Baldasseroni
Bollettino SNOP, 1985
Questo è il mio primo lavoro a carattere storico concernente l'Ispettorato del lavoro e la legisl... more Questo è il mio primo lavoro a carattere storico concernente l'Ispettorato del lavoro e la legislazione di protezione della salute dei lavoratori. Uscì nel 1985 sui primi due numeri di una rivista forse poco nota, ma alla quale sono molto legato Il "Bollettino SNOP" organo d'informazione della Società Nazionale degli Operatori dell Prevenzione
European Journal of Public Health, 2020
The women in domestic violence situation attended by the Ceamo service are at high risk of femici... more The women in domestic violence situation attended by the Ceamo service are at high risk of femicide. Service users have very low perception of their quality of life and poor social conditions.

Epidemiologia & Prevenzione, 2020
INTRODUZIONE: gli infortuni lavorativi in Italia sono censiti
principalmente da Inail; le statist... more INTRODUZIONE: gli infortuni lavorativi in Italia sono censiti
principalmente da Inail; le statistiche riportano il numero di
eventi suddiviso per tipo di esito (temporaneo, permanente,
mortale). I dati pre-2001 includono i casi mortali solo se indennizzati
a superstiti (tipicamente coniuge, figli).
OBIETTIVI: stimare il numero di infortuni mortali senza superstiti
occorsi a lavoratori, assenti nelle statistiche Inail
1951-2000; valutare gli infortuni lavorativi italiani del periodo
1951-2017, con ogni tipo di esito, nei termini degli indicatori
dello studio Global Burden of Disease (GBD): years
lived with disability (YLD) years of life lost (YLL), disabilityadjusted
life years (DALY), per consentire l’aggregazione e il
paragone di eventi con esiti diversi e degli infortuni con altre
patologie.
DISEGNO: valutazione della stabilità del rapporto tra infortuni
mortali con e senza superstiti del periodo osservabile
(2001-2017); applicazione retrospettiva del rapporto ai dati
1951-2000. Riconduzione dei dati Inail individuali alle categorie
di lesione GBD; calcolo dei corrispondenti YLL, YLD,
DALY; determinazione dei parametri medi per tipo di evento;
applicazione ai dati italiani 1951-2017.
SETTING E PARTECIPANTI: infortuni lavorativi riconosciuti
da Inail in Italia nel periodo 1951-2017.
PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: numero di infortuni,
YLD, YLL, DALY.
RISULTATI: gli infortuni mortali di lavoratori senza superstiti,
assenti nelle statistiche nel periodo 1951-2000, sono stimati
in 26.218 casi, corrispondenti a circa 1,4 milioni di YLL.
Le conseguenze totali degli infortuni (temporanei, permanenti,
mortali con e senza superstiti) di tale periodo assommano
a 11,5 milioni di DALY, di cui la componente mortale
è 5,1 milioni di YLL.
CONCLUSIONI: il numero totale stimato di infortuni lavorativi
mortali del cinquantennio 1951-2000 corrisponde a una
rivalutazione del 28% circa rispetto ai dati censuari. In termini
di YLL, la rivalutazione raggiunge il 37%, per la maggiore
aspettativa di vita dei lavoratori senza superstiti, tipicamente
più giovani. L’aumento riferito ai DALY complessivi è 14%.
Lungo l’intero periodo 1951-2017, si osserva una riduzione
del danno e un suo cambiamento qualitativo, con contrazione
dal 55% al 30% circa della componente dovuta alla mortalità
(YLL/DALY).
Parole chiave: infortuni sul lavoro, carico di infortuni, DALY, Inail
Dagli Atti del convegno di Pisa del 19-20 maggio 2022.
Epidemiologia & Prevenzione, 1999
Vengono ricostruite le interelazioni economiche, sociali e tecniche tra la produzione dei coloran... more Vengono ricostruite le interelazioni economiche, sociali e tecniche tra la produzione dei coloranti sintetici e le epidemie di tumori della vescica occorsi tra i lavoratori. A partire dal quadro intemazionale viene fatta luce sul caso italiano, separatamente per l'area lombarda e per quella torinese. Emergono con forza ritardi ed omissione delle parti sodali, di singoli e delle istituzioni i quali, con ruoli separati, tutti hanno concorso a stabilire condizioni durature e sempre aggiornate di mancata tutela della salute dei lavoratori
Alimentazione, farmaci e malattia in Toscana fra '800 e '900 a cura di Esther Diana, 2022
Conferenza presso l'Accademia Colombaria di Firenze. Storia delle risaie nella Toscana nel XIX° s... more Conferenza presso l'Accademia Colombaria di Firenze. Storia delle risaie nella Toscana nel XIX° secolo.
Epidemiologia e Prevenzione n. 2; marzo-aprile 2012; Rubrica/Libri e storie,, 2012
Andando alla ricerca di cimeli dell’industria nei mercatini di modernariato (reali e virtuali) pu... more Andando alla ricerca di cimeli dell’industria nei mercatini di modernariato (reali e virtuali) può capitare di incontrare casualmente frammenti di vita vissuta nelle fabbriche di più di un secolo fa. È quanto è avvenuto con l’acquisto di una vecchia carta intestata ornata da un bel fregio raffigurante l’opificio e datata 14 luglio 1903. In genere queste
missive trattano di argomenti commerciali, talvolta di problemi con forniture non pagate o fallimenti. Ma stavolta l’argomento della lettera, inviata al sindaco di Lucca, sede amministrativa di riferimento dell’azienda, è di tutt’altro genere.
Genere, salute e lavoro dal fascismo alla Repubblica, 2020
Medicina & Storia, 2005
L'articolo ripercorre le principali tappe della carriera scientifica di Gaetano Pieraccini, in oc... more L'articolo ripercorre le principali tappe della carriera scientifica di Gaetano Pieraccini, in occasione del riordino del Fondo omonimo, presso la Biblioteca Nazionale di Firenze. Attraverso le vicende di Pieraccini si puo leggere anche 1'evoluzione che la disciplina della Medicina del Lavoro ha nel corso della prima meta del secolo XX nel nostro paese. Dopo una prima fase caratterizzata dalla fondazione della Clinica del Lavoro di Milano ad opera di Luigi Devoto, convive poi con it regime fascista, per tentare, con successo, una ricollocazione
all'alba della nuova fase repubblicana. Il ricco epistolario, contenuto tra le carte del Fondo, consente di seguire questa interessante vicenda.
Bollettino SNOP n.67 Aprile , 2006
Ho voluto caricare questo breve articolo di commento perchè descrive una mia esperienza di lavoro... more Ho voluto caricare questo breve articolo di commento perchè descrive una mia esperienza di lavoro presso l'Ospedale di Desio, impegnato nella Sorveglianza Sanitaria dei lavoratori addetti alla bonifica della zona inquinata dalla diossina.

Medicina Historica, 2020
S t o r i a d e l l a M e d i c i n a d e l L a v o r o "La varietà delle testimonianze storiche ... more S t o r i a d e l l a M e d i c i n a d e l L a v o r o "La varietà delle testimonianze storiche è pressoché infinita. Tutto ciò che l'uomo dice o scrive, tutto ciò che costruisce, tutto ciò che sfiora, può e deve fornire informazioni su di lui" (Marc Bloch) (1) In questo breve contributo cercheremo di deline-are scenari attuali e futuri circa la documentazione a cui attingere per descrivere le vicende e l'evoluzione della salute dei lavoratori italiani, a partire dal seco-lo decimonono a oggi. In questo excursus porremo la massima attenzione a valorizzare quelle testimonianze che rischiano di essere dimenticate, pur rivestendo la più grande importanza. Il primo periodo, "da Ramazzini a Devoto" Come descritto in altra sede (2), dopo la grande opera del Carpigiano si dovette attendere più di un se-colo affinché le sue osservazioni, raccolte nel De Mor-bis artificum diatriba venissero aggiornate, alla luce del mutato quadro economico e sociale. L'opera di aggior-namento avvenne soprattutto grazie all'interesse per le vicende della nascente industria tessile nel Piemonte Sabaudo e nella Lombardia Austro-Ungarica. Essen-ziale fu il ruolo svolto dai medici condotti o dedicati alle comunità minerarie o che fungevano da consulenti delle prime associazioni di Mutuo Soccorso fra gli ope-rai di alcuni mestieri. Erano costoro testimoni oculari e spesso autori di racconti che descrivevano le condi-zioni di salute di quelle popolazioni. Nell'Italia Unita i medici condotti, diffusamente presenti sul territorio nazionale, furono presto individuati come "terminali intelligenti" per le grandi inchieste statistiche promos-se dal nuovo Stato, alla ricerca di conoscenze capaci di orientare gli interventi sociali e sanitari indispensabi-li. Di questa diffusa attività rimangono testimonianze sparse, disperse in archivi privati e pubblici, ma in ge-nere periferici, quali quelli dei comuni o dei Consigli Sanitari Provinciali (3-4). È indispensabile promuo-verne il censimento, salvaguardarne i testi, studiarne sistematicamente significato e importanza. Per questo stesso periodo vanno anche scandagliati i giornali poli-tici operai e quelli di alcune categorie professionali che a partire dagli anni dell'Unità cominciano a denunciare e documentare condizioni di rischio e danni alla salute dei lavoratori. Anche in questo caso siamo di fronte a un lavoro non facile di reperimento e classificazione, stante l'attuale completo disordine nelle strategie di digitalizzazione di riviste e giornali di questo genere. Al momento non esiste un unico formato di digita-lizzazione e di lettura delle ormai numerose riviste e giornali del periodo post-unitario pur disponibili on-line. Non esiste nemmeno un unico data base che le censisca. Il punto di accesso più accreditato è quello di "Internet culturale" (http://www.internetculturale.it/) che però è lungi dall'esaurire le disponibilità esistenti. Il secondo periodo, "Nascita della Medicina del Lavoro" Agli inizi del XX secolo soprattutto nei due poli di Milano e Firenze, le testimonianze si moltiplicano, grazie all'attività di un gruppo di medici, guidati a Mi

G Ital Med Lav Erg 31:3 Suppl; 283-290, 2009
All'origine degli strumenti vibranti Sull'onda della "Rivoluzione industriale", aspirazione diffu... more All'origine degli strumenti vibranti Sull'onda della "Rivoluzione industriale", aspirazione diffusa, emergente con forza, era quella di scavare le mon-tagne con maggiore efficienza di quanto non facessero i minatori con gli utensili manuali. Nel secondo decennio dell'Ottocento, in Inghilterra, l'ingegnere ed inventore Ri-chard Trevethick (1771-1833), inutilmente tenta d'impie-gare il vapore per realizzare una macchina perforatrice. Accantonata l'ipotesi del vapore, la sperimentazione pro-segue alacremente, in Europa e negli Stati Uniti, con l'a-ria compressa, così come avveniva per le prime armi chia-mate in Francia "armes à vent". Dalla prima soluzione dove un martello doveva agire per colpire il fioretto si passò a quella definitiva, un pistone con moto di va e vieni e quindi ad una serie di perfezionamenti che vedono in po-chi anni, dal 1839 al 1855, un numero imprecisabile di pri-mati e brevetti difficili da ricostruire con precisione (1). Un punto di riferimento certo è il 1856. In quell'anno veniva sperimentata, alla presenza del Conte di Cavour, presso Sampierdarena, la perforatrice costruita nello Sta-bilimento Meccanico Ansaldo che verrà utilizzata al Mon-te Cenisio per i lavori di perforazione che, iniziati nel 1857, verranno conclusi nel 1870. La macchina era stata descritta nel 1853 da Giovanni Battista Piatti (1812-1867) ma passerà alla storia come la perforatrice di Gearmain Sommeiller (1815-1871) che effettivamente riuscì con successo, regolarmente dal 1861, a metterla in azione. At-trezzature della stessa concezione, dei "wind hammer", vengono impiegati ad un certo punto negli Stati Uniti, nel Massachusetts, per la realizzazione dello "Hoosac tunnel" iniziato nel 1848 e completato solo nel 1875 e quindi an-che nella miniere, per la prima volta in quella di Moresuet in Belgio, nel 1863. Le perforatrici del tipo "Ferroux" la-vorarono invece al traforo del Gottardo, rimasto famoso per l'epidemia di anchilostomiasi, iniziato nel 1872 ed inaugurato nel 1882. All'inizio c'erano sei macchine in funzione, poi otto, montate su un ponte che pesava 2500 kg, il cosiddetto vagone-trapano. Proprio durante la co-struzione della ferrovia del Gottardo nacque la perforatri-ce di Alfred Brandt (1846-1899), a rotazione, messa in ABSTRACT. VIBRATING TOOLS, WORKERS AND OCCUPATIONAL PHYSICIANS (1907-1938). Compressed air systems for excavation were tested immediately after the mid-nineteenth century in particular in the Alpine tunnels. Some decades later, at the turn of the century, pneumatic drills spread in the mines of the United States and South Africa and then in all industrialized or developing countries, involving a large number of workers in the mechanical industry (including the naval engineering), and the excavation and processing of stone and marble. While the first few manufacturers were improving, and expanding the range of vibrating tools to increase productivity, in many workplaces (i.e. in Italy, the United States, Great Britain), workers began to protest against their use, even through extended strikes. The protest was due to complained short-term adverse effects, and to concern for other more serious diseases that could have occurred in the longer term. At the base of this opposition there were also other important reasons and in primis the upheaval in the production line and organization of work caused by new instruments. After the introduction of these new tools, shipwrights workers, miners, masons lose part of their traditional professionalism, with a substantial imbalance between productivity growth and increase in wages. The first occupational physicians and especially those active in the labor inspectorates were called as experts in the dispute bargain. With the help of eyewitness accounts, reports and scientific publications positions and historical events are reconstructed, showing how these tools were immediately considered essential, a true progress. Less attention was paid to workers' complaints and, more generally, to all the effects these tools produced. As a result of this attitude, the dissemination of technical and organizational countermeasures to manage the risk to workers and also the recognition of occupational disease insurance from vibrating tools were substantially delayed or delegated directly to the workers; similarly to important others effects associated with their introduction, ie, the relevant increase in the working environment of dusts and noise.

ABSTRACT
In Italy, late compared to other industrialized countries, it appears first a history of... more ABSTRACT
In Italy, late compared to other industrialized countries, it appears first a history of occupational medicine and its pioneers at the hands of doctors and medical historians. Only in the 70s of the twentieth century come to life various initiatives aimed at outlining a history of workers' health. This season is opened and then stimulated by the seminal work
of Stefano Merli and over more than a decade are engaged academic and medical history enthusiasts in the production of materials capable of recovering the existing delay. In recent years the interest in this special branch of the history of workers is taken into a fruitful confrontation with what is produced internationally. The diligent and reasoned review of the literature is enriched with tables-appendices presenting bibliographical paths on the history of the "discoveries" of occupational medicine, on a historical facility literature written by historians of medicine and occupational physicians and one written up by historians "academic" to date.
RIASSUNTO
In Italia, tardivamente rispetto ad altri paesi industrializzati, compare per prima una storia della medicina del lavoro e dei suoi pionieri ad opera di medici e di storici della medicina. Solo negli anni ’70 del Novecento prendono corpo iniziative di vario genere tendenti a delineare una storia della salute dei lavoratori. Questa stagione viene inaugurata e poi stimolata dal fondamentale lavoro di Stefano Merli e nel corso di oltre un decennio vede impegnati storici accademici e medici appassionati nella produzione di materiali capaci di recuperare il ritardo preesistente. Negli ultimi anni l’interesse a questa speciale branca della storia dei lavoratori è ripresa in un fruttuoso confronto con quanto viene prodotto a livello internazionale. L’assidua e ragionata rassegna della letteratura è arricchita da tabelle-appendici che presentano dei percorsi bibliografici sulla cronologia delle “scoperte” della medicina del lavoro, sulla letteratura di impianto storico scritta da storici della medicina e da medici del lavoro e su quella scritta sino ad oggi da storici “accademici”
L'intervento descrive il contributo del medico Carlo Morelli alla conoscenza della pellagra, in p... more L'intervento descrive il contributo del medico Carlo Morelli alla conoscenza della pellagra, in particolare alla sua diffusione nel Granducato di Toscana intorno alla metà del secolo XIX°.
Boncinelli, il primo Ufficiale Sanitario di Firenze. Le condizioni sanitarie della città negli ul... more Boncinelli, il primo Ufficiale Sanitario di Firenze. Le condizioni sanitarie della città negli ultimi vent'anni del secolo XIX°
Il rapporto tra lavoro e salute in Italia attraverso la storia dell'ispettorato del lavoro e dell... more Il rapporto tra lavoro e salute in Italia attraverso la storia dell'ispettorato del lavoro e dell'Enpi. Le inefficienze, la mancanza di una cultura incentrata sulla prevenzione. La crisi e la riforma democratica degli anni settanta.
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Papers in History of Occupational health by Alberto Baldasseroni
principalmente da Inail; le statistiche riportano il numero di
eventi suddiviso per tipo di esito (temporaneo, permanente,
mortale). I dati pre-2001 includono i casi mortali solo se indennizzati
a superstiti (tipicamente coniuge, figli).
OBIETTIVI: stimare il numero di infortuni mortali senza superstiti
occorsi a lavoratori, assenti nelle statistiche Inail
1951-2000; valutare gli infortuni lavorativi italiani del periodo
1951-2017, con ogni tipo di esito, nei termini degli indicatori
dello studio Global Burden of Disease (GBD): years
lived with disability (YLD) years of life lost (YLL), disabilityadjusted
life years (DALY), per consentire l’aggregazione e il
paragone di eventi con esiti diversi e degli infortuni con altre
patologie.
DISEGNO: valutazione della stabilità del rapporto tra infortuni
mortali con e senza superstiti del periodo osservabile
(2001-2017); applicazione retrospettiva del rapporto ai dati
1951-2000. Riconduzione dei dati Inail individuali alle categorie
di lesione GBD; calcolo dei corrispondenti YLL, YLD,
DALY; determinazione dei parametri medi per tipo di evento;
applicazione ai dati italiani 1951-2017.
SETTING E PARTECIPANTI: infortuni lavorativi riconosciuti
da Inail in Italia nel periodo 1951-2017.
PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: numero di infortuni,
YLD, YLL, DALY.
RISULTATI: gli infortuni mortali di lavoratori senza superstiti,
assenti nelle statistiche nel periodo 1951-2000, sono stimati
in 26.218 casi, corrispondenti a circa 1,4 milioni di YLL.
Le conseguenze totali degli infortuni (temporanei, permanenti,
mortali con e senza superstiti) di tale periodo assommano
a 11,5 milioni di DALY, di cui la componente mortale
è 5,1 milioni di YLL.
CONCLUSIONI: il numero totale stimato di infortuni lavorativi
mortali del cinquantennio 1951-2000 corrisponde a una
rivalutazione del 28% circa rispetto ai dati censuari. In termini
di YLL, la rivalutazione raggiunge il 37%, per la maggiore
aspettativa di vita dei lavoratori senza superstiti, tipicamente
più giovani. L’aumento riferito ai DALY complessivi è 14%.
Lungo l’intero periodo 1951-2017, si osserva una riduzione
del danno e un suo cambiamento qualitativo, con contrazione
dal 55% al 30% circa della componente dovuta alla mortalità
(YLL/DALY).
Parole chiave: infortuni sul lavoro, carico di infortuni, DALY, Inail
missive trattano di argomenti commerciali, talvolta di problemi con forniture non pagate o fallimenti. Ma stavolta l’argomento della lettera, inviata al sindaco di Lucca, sede amministrativa di riferimento dell’azienda, è di tutt’altro genere.
all'alba della nuova fase repubblicana. Il ricco epistolario, contenuto tra le carte del Fondo, consente di seguire questa interessante vicenda.
In Italy, late compared to other industrialized countries, it appears first a history of occupational medicine and its pioneers at the hands of doctors and medical historians. Only in the 70s of the twentieth century come to life various initiatives aimed at outlining a history of workers' health. This season is opened and then stimulated by the seminal work
of Stefano Merli and over more than a decade are engaged academic and medical history enthusiasts in the production of materials capable of recovering the existing delay. In recent years the interest in this special branch of the history of workers is taken into a fruitful confrontation with what is produced internationally. The diligent and reasoned review of the literature is enriched with tables-appendices presenting bibliographical paths on the history of the "discoveries" of occupational medicine, on a historical facility literature written by historians of medicine and occupational physicians and one written up by historians "academic" to date.
RIASSUNTO
In Italia, tardivamente rispetto ad altri paesi industrializzati, compare per prima una storia della medicina del lavoro e dei suoi pionieri ad opera di medici e di storici della medicina. Solo negli anni ’70 del Novecento prendono corpo iniziative di vario genere tendenti a delineare una storia della salute dei lavoratori. Questa stagione viene inaugurata e poi stimolata dal fondamentale lavoro di Stefano Merli e nel corso di oltre un decennio vede impegnati storici accademici e medici appassionati nella produzione di materiali capaci di recuperare il ritardo preesistente. Negli ultimi anni l’interesse a questa speciale branca della storia dei lavoratori è ripresa in un fruttuoso confronto con quanto viene prodotto a livello internazionale. L’assidua e ragionata rassegna della letteratura è arricchita da tabelle-appendici che presentano dei percorsi bibliografici sulla cronologia delle “scoperte” della medicina del lavoro, sulla letteratura di impianto storico scritta da storici della medicina e da medici del lavoro e su quella scritta sino ad oggi da storici “accademici”
principalmente da Inail; le statistiche riportano il numero di
eventi suddiviso per tipo di esito (temporaneo, permanente,
mortale). I dati pre-2001 includono i casi mortali solo se indennizzati
a superstiti (tipicamente coniuge, figli).
OBIETTIVI: stimare il numero di infortuni mortali senza superstiti
occorsi a lavoratori, assenti nelle statistiche Inail
1951-2000; valutare gli infortuni lavorativi italiani del periodo
1951-2017, con ogni tipo di esito, nei termini degli indicatori
dello studio Global Burden of Disease (GBD): years
lived with disability (YLD) years of life lost (YLL), disabilityadjusted
life years (DALY), per consentire l’aggregazione e il
paragone di eventi con esiti diversi e degli infortuni con altre
patologie.
DISEGNO: valutazione della stabilità del rapporto tra infortuni
mortali con e senza superstiti del periodo osservabile
(2001-2017); applicazione retrospettiva del rapporto ai dati
1951-2000. Riconduzione dei dati Inail individuali alle categorie
di lesione GBD; calcolo dei corrispondenti YLL, YLD,
DALY; determinazione dei parametri medi per tipo di evento;
applicazione ai dati italiani 1951-2017.
SETTING E PARTECIPANTI: infortuni lavorativi riconosciuti
da Inail in Italia nel periodo 1951-2017.
PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: numero di infortuni,
YLD, YLL, DALY.
RISULTATI: gli infortuni mortali di lavoratori senza superstiti,
assenti nelle statistiche nel periodo 1951-2000, sono stimati
in 26.218 casi, corrispondenti a circa 1,4 milioni di YLL.
Le conseguenze totali degli infortuni (temporanei, permanenti,
mortali con e senza superstiti) di tale periodo assommano
a 11,5 milioni di DALY, di cui la componente mortale
è 5,1 milioni di YLL.
CONCLUSIONI: il numero totale stimato di infortuni lavorativi
mortali del cinquantennio 1951-2000 corrisponde a una
rivalutazione del 28% circa rispetto ai dati censuari. In termini
di YLL, la rivalutazione raggiunge il 37%, per la maggiore
aspettativa di vita dei lavoratori senza superstiti, tipicamente
più giovani. L’aumento riferito ai DALY complessivi è 14%.
Lungo l’intero periodo 1951-2017, si osserva una riduzione
del danno e un suo cambiamento qualitativo, con contrazione
dal 55% al 30% circa della componente dovuta alla mortalità
(YLL/DALY).
Parole chiave: infortuni sul lavoro, carico di infortuni, DALY, Inail
missive trattano di argomenti commerciali, talvolta di problemi con forniture non pagate o fallimenti. Ma stavolta l’argomento della lettera, inviata al sindaco di Lucca, sede amministrativa di riferimento dell’azienda, è di tutt’altro genere.
all'alba della nuova fase repubblicana. Il ricco epistolario, contenuto tra le carte del Fondo, consente di seguire questa interessante vicenda.
In Italy, late compared to other industrialized countries, it appears first a history of occupational medicine and its pioneers at the hands of doctors and medical historians. Only in the 70s of the twentieth century come to life various initiatives aimed at outlining a history of workers' health. This season is opened and then stimulated by the seminal work
of Stefano Merli and over more than a decade are engaged academic and medical history enthusiasts in the production of materials capable of recovering the existing delay. In recent years the interest in this special branch of the history of workers is taken into a fruitful confrontation with what is produced internationally. The diligent and reasoned review of the literature is enriched with tables-appendices presenting bibliographical paths on the history of the "discoveries" of occupational medicine, on a historical facility literature written by historians of medicine and occupational physicians and one written up by historians "academic" to date.
RIASSUNTO
In Italia, tardivamente rispetto ad altri paesi industrializzati, compare per prima una storia della medicina del lavoro e dei suoi pionieri ad opera di medici e di storici della medicina. Solo negli anni ’70 del Novecento prendono corpo iniziative di vario genere tendenti a delineare una storia della salute dei lavoratori. Questa stagione viene inaugurata e poi stimolata dal fondamentale lavoro di Stefano Merli e nel corso di oltre un decennio vede impegnati storici accademici e medici appassionati nella produzione di materiali capaci di recuperare il ritardo preesistente. Negli ultimi anni l’interesse a questa speciale branca della storia dei lavoratori è ripresa in un fruttuoso confronto con quanto viene prodotto a livello internazionale. L’assidua e ragionata rassegna della letteratura è arricchita da tabelle-appendici che presentano dei percorsi bibliografici sulla cronologia delle “scoperte” della medicina del lavoro, sulla letteratura di impianto storico scritta da storici della medicina e da medici del lavoro e su quella scritta sino ad oggi da storici “accademici”
La prima parte del libro è dedicata a Ramazzini, per inserire la sua opera in un percorso temporale molto lungo e riconoscere i motivi del suo superamento. Prima di lui le condizioni di lavoro furono descritte da autori che trattavano con cognizione di causa le intossicazioni da metalli o l’effetto delle polveri nella miniera e nella metallurgia. Ma dopo Ramazzini la sua opera ebbe su tutti i paesi avviati sulla strada della Rivoluzione industriale un’enorme influenza, in un processo vario da contesto a contesto.
La seconda parte del libro descrive particolari aspetti del rapporto fra lavoro e salute durante l’Ottocento nel nostro paese. Si parte dalla salute dei lavoratori agricoli e si affrontano gli intrecci tra igiene, sanità pubblica e problemi della medicina del lavoro a cominciare da alcuni casi-studio: i trafori alpini, il lavoro dei fanciulli e dei carusi, la pellagra, la malaria, il carbonchio, le malattie dei lavoratori del tabacco, dei fiammiferi, delle miniere, degli stracci, delle filande, delle conce, etc. Si passa poi a considerare le fabbriche raccontate da medici condotti, economisti, sociologi, imprenditori e si chiude con l’edificazione della Clinica del Lavoro di Milano e con l’attività di Gaetano Pieraccini a Firenze.
il clavicembalo L’esperienza delle 150 ore" e inoltre panoramica sui materiali disponibili per ricostruire la storia di quella eccezionale esperienza soprattutto nelle Università italiane.