Videos by Davide S . Amore
In 1927, The Crisis of the Modern World was born, a ruthless analysis of the decadence of Western... more In 1927, The Crisis of the Modern World was born, a ruthless analysis of the decadence of Western civilization. Civilization which, as Guénon points out, having long ago questioned those fundamental principles that should have represented the backbone of human existence, for this reason has long been living in that crisis of values that Nietzsche eloquently called the “death of God”. True, Oswald Spengler had already spoken of the “decline of the West” and “crisis of the European spirit”; Ortega y Gasset, Huizinga, Keyserling, and many other authors will also deal with this; but the peculiarity of the Guénonian point of view consists in the fact that it does not start from a purely philosophical presupposition, but rather from a metaphysical one. That is, it is diagnosed not as a degradation of morals, which is a perversion of the will, but as the degradation of knowledge, that is, a perversion of the intellect. 17 views
Religious minorities have always been the subject of discussion especially from the point of view... more Religious minorities have always been the subject of discussion especially from the point of view of members of the majority religion of a given country. Two types of religious minorities are in this case the subject of debate, often ferocious, in the countries of historical monotheistic tradition: those represented by the so-called competing monotheisms and those represented by native religions, often polemically defined as neo-pagan. Since this type of confrontation has always been seen in its vertical dimension, that is, from the majority religion to the minority religion and vice versa, few have investigated the dimension of such comparisons between the same minority religions. Even less so, if we talk about the relationships that could exist between members of an imported religious minority and members of an indigenous religious minority. Purpose of this study is to investigate the consistency of the relations between the imported Islamic communities and the native religious ones. 5 views
Dissertazione sulla legge del contrappasso fra Dante e l'Islam
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Books by Davide S . Amore
Protestantesimo 78(2), 2023

Dante fra Caucaso, Iran e Babilonia, 2023
Among the themes treated in the three cantos of the Comedy that would find punctual corresponde... more Among the themes treated in the three cantos of the Comedy that would find punctual correspondence in the texts of the Islamic tradition, there is undoubtedly that of the law of retaliation in punishment. Since the work of Palacios, there have been countless essays who have validated or dis-proved the supposed dependence of Dante’s work on direct sources of Muslim origin and inspiration, and the proverbial rivers of ink. Nevertheless, to date, as far as is known, there is no organic study on the development of the idea of retaliation in the afterlife in the East and how this conception has been enriched over time to make its triumphal entry into eschatological thought Western precisely with Dante’s Comedy. The purpose of this study is therefore to try to follow its traces back in time, through the works of those oriental men of letters and mystics, first Ibn Sina (Avicenna), who developed the themes and recurrences so familiar to us.
Edizioni Segno, 2023
Rumi, il più grande poeta mistico di tutti i tempi, maestro del sufismo, realizzò la visione dell... more Rumi, il più grande poeta mistico di tutti i tempi, maestro del sufismo, realizzò la visione della danza-preghiera in cui i dervisci rotanti, nell’estasi, raggiungono stati della coscienza che vanno al di là della comune percezione. L’Amore, cantato in tutte le sue forme, costituì il senso della sua esistenza e della sua opera, mentre la sua anima traboccava anche del culto della Bellezza, via regia nella ricerca del Sé e di Dio. In questo libro la sua vita è narrata per la prima volta nei dettagli, perfino nei segreti e nei misteri, tratteggiati con rispetto e delicatezza. Contemporaneo delle grandi menti del Medioevo arabo e cristiano, fonte di ispirazione per tutti, anche ai nostri giorni le sue opere, con decine di migliaia di odi e una straordinaria raccolta di pensieri, rappresentano per il lettore un’autentica folgorazione.

Follow the Money. Guida musulmana al torbido mondo della finanza, 2018
Alcune persone lavorano tutta la vita per esso. Altre ne hanno enormi quantità mentre altre ancor... more Alcune persone lavorano tutta la vita per esso. Altre ne hanno enormi quantità mentre altre ancora quasi non ne hanno affatto. Alcuni lo rubano, altri uccidono per esso. Certi uomini e certe donne si sposano a causa sua. Certuni scommettono tutto ciò che hanno sperando di vincerne di più, e infatti alcuni vincono, anche se la maggior parte perde. Alcuni mentono per esso, altri muoiono a causa sua. Molte nazioni vanno in guerra per tutto ciò. Molti dei film che vediamo e gran parte delle storie che leggiamo riguardano persone che fanno molte delle cose di cui sopra a causa sua. Ma cos'è il denaro? Il mondo moderno è un posto complesso. Le ideologie e le religioni s’intrecciano, si confondono e si dichiarano guerra fra loro. Politicamente, socialmente e militarmente, il mondo è in subbuglio.
Economia, commercio e finanza si muovono per fatti loro e muovono molte altre forze da dietro. Il tutto forma una trama curiosamente avvincente ma inquietante di fili intrecciati. E quando mai è stato altrimenti? Questo libro è stato scritto nella convinzione che se usassimo il principio dei vecchi giornalisti, “Follow the Money”, potremmo dare un senso a tutto ciò.
Abdassamad Clarke, originario dell ’ Ulster, compi gli studi a Edimburgo. Accettò l’Islam per mano dello Shaykh Dott. Abdalqadir as-Sufi nel 1973 e successivamente studiò al Cairo. Ha tradotto diverse opere classiche arabe ed è stato imam e docente presso la lhsan Mosque, sita a Norwich nel Regno Unito, oltre che rettore della Muslim faculty of Avdanced Studies. Attualmente vive con la sua famiglia in Danimarca.
English translation of classical Al-Akhdari's work on Maliki jurisprudence...
Papers by Davide S . Amore

Ars Regia, 2022
Una volta il nostro vocabolario era pieno di “francesismi”, poiché il francese, allora, era consi... more Una volta il nostro vocabolario era pieno di “francesismi”, poiché il francese, allora, era considerato la lingua colta, letteraria; poi, dopo la Seconda Guerra Mondiale, tramontò l’astro della Francia e il suo ruolo nella cultura (ormai assai più tecnologica che letteraria!) fu assunto dall’inglese. Leggete un giornale, un manifesto, ascoltate una trasmissione alla televisione o un contenuto sul web: dovunque troverete “inglesismi” a non finire! E certuni persino orribili a vedersi…
Nel Medio Evo, ai tempi di Dante, la lingua araba rivestì, in Europa, il medesimo ruolo che ha avuto il francese ieri e che ha l’inglese oggi (e, da allora, molte parole arabe sono ancor vive nella nostra lingua odierna: si pensi, ad esempio, ai vocaboli della chimica – come “zucchero”, “soda”, “alambicco” e via dicendo –, a quelli della musica – come “liuto”, “ribeca”, “chitarra”, “trovatore” da trb = musica –, ecc., ecc.) … allora, infatti, la cultura araba appariva meravigliosa, quanto di meglio potesse esservi al mondo. Principale centro di irradiamento di questa cultura (oltre alle Crociate, beninteso) fu la Spagna islamica.

The Scandinavian Kingdom of Dublin, written as a meandering series of footnotes and side notes an... more The Scandinavian Kingdom of Dublin, written as a meandering series of footnotes and side notes and appendixes, reminiscent of the Night Lessons chapter in Finnegans Wake, looms large in Joyce’s 1930 notebook VI.B.29. The merchant-historian Charles Haliday published his account of Dublin as a Viking seaport in 1881 (republished 1884, M. H. Gill & Son, 50 Upper Sackville Street, Dublin), but it’s not only about the era of the ninth century till 1014, when the Vikings after the battle of Clontarf were sent back to sea. We learn immediately that the pyramids in Egypt were called, in the middle ages, ‘the seven granaries of S. Joseph’ and almost one-third of the book is taken up by equally heavily footnoted appendixes, about the ancient name of Dublin. Haliday’s reveling in details and his unique inability to stick to the story is one of the things that must have appealed to Joyce in the book. In VI.B.29, Joyce read only up to page 173, but that was, as Vincent Deane mentions in his introduction, because Joyce had already read the book in
the Spring of 1925 and made notes in VI.B.7.
Viviana Mirela Braslasu and Robbert-Jan Henkes
Hera
Kahlil Gibran, – o meglio di Jubran Khalil Jubran – libanese d’origine e statunitense d’adozione,... more Kahlil Gibran, – o meglio di Jubran Khalil Jubran – libanese d’origine e statunitense d’adozione, uno capace di armonizzare le influenze più disparate: dal Vangelo a Nietzsche, dal Corano agli artisti rivoluzionari di Parigi e New York, da Dante alle Upanishad, da Avicenna a Beethoven, dai Preraffaelliti a Blake. E capace d’influenzare con questi densi miscugli larga parte della cultura degli Anni ’50 e ’60 che l’ha venerato come un veggente straordinario per la sua visione del mondo. Affidata oltre che ai suoi scritti a tanti dipinti, questi però meno noti (in Italia ne finirono in mostra alcuni nel 1977 quando ci fu la canonizzazione del monaco libanese maronita Charbel).

Tracce d'Eternità
Nel corso dei nostri studi storico-religiosi eravamo più volte incappati in vari indizi che ci fa... more Nel corso dei nostri studi storico-religiosi eravamo più volte incappati in vari indizi che ci facevano ragionevolmente supporre la probabilità sempre più consistente del fatto che, perlomeno, alcuni contatti fra le due sponde dell’Atlantico – o cambiando prospettiva del Pacifico, anche se la prima ipotesi ci sembra la più convincente per le ragioni che esporremo in seguito – si fossero avuti e stabiliti parecchio tempo prima di Colombo.
Il testo, per noi fondamentale, che ci aprì gli occhi su tale prospettiva fu Il mulino di Amleto di H. von Dechend e G. de Santillana, dove viene dimostrato – ormai si può dire senza ombra di ragionevole dubbio, tranne che per gli stolti – come il corpus mitologico, specialmente in ambito cosmogonico, delle varie popolazioni del mondo, sottenda e derivi da un vero e proprio codice linguistico veicolante particolari informazioni di carattere astronomico sulle cause di vari sconvolgimenti planetari rimasti, evidentemente, impressi nella memoria collettiva dell’Umanità intera.
Thesis Chapters by Davide S . Amore
Avallon, 2003
La scienza (‘ilm) islamica del kalâm (teologia razionalistica) rappresenta, così come il suo equi... more La scienza (‘ilm) islamica del kalâm (teologia razionalistica) rappresenta, così come il suo equivalente nel Giudaismo e nel Cristianesimo, il tentativo di armonizzare le verità assolute della Rivelazione con gli sforzi contemplativi della ragione umana. È una giustificazione intellettuale della fede, una forma d’apologetica difensiva, che deve aver avuto le sue origini nei primi confronti fra l’Islam e le tradizioni religiose di più lunga durata incontrate nel corso della conquista del Vicino Oriente greco-siriaco, ed eventualmente alcuni dei suoi professionisti vi applicarono gli stessi “ferri del mestiere” impiegati da quei Cristiani e Giudei impegnati intellettualmente nella difesa della loro fede: l'intelaiatura metodologica della filosofia greca.
Conference Presentations by Davide S . Amore

20th EASR Annual Conference - Cork, 27th June-1st July, 2022
Religious minorities have always been the subject of discussion especially from the point of view... more Religious minorities have always been the subject of discussion especially from the point of view of members of the majority religion of a given country. Two types of religious minorities are in this case the subject of debate, often ferocious, in the countries of historical monotheistic tradition: those represented by the so-called competing monotheisms and those represented by native religions, often polemically defined as neo-pagan. Since this type of confrontation has always been seen in its vertical dimension, that is, from the majority religion to the minority religion and vice versa, few have investigated the dimension of such comparisons between the same minority religions. Even less so, if we talk about the relationships that could exist between members of an imported religious minority and members of an indigenous religious minority. The purpose of this study is to investigate the consistency of the relations, if there ever were any, between the imported Islamic communities and the native religious communities in order to analyze, ultimately, what types of considerations and opinions towards native religious minorities circulate within Islamic communities, themselves minorities in Europe. For this purpose, the experiences of members of the Lithuanian Islamic community towards Romuva community and vice versa were collected as an example.

European Academy of Religion (EuARe), 5th Annual Conference - Bologna, June 20-23, 2022
In 1927, The Crisis of the Modern World was born, a ruthless analysis of the decadence of Western... more In 1927, The Crisis of the Modern World was born, a ruthless analysis of the decadence of Western civilization. Civilization which, as Guénon points out, having long ago questioned those fundamental principles that should have represented the backbone of human existence, for this reason has long been living in that crisis of values that Nietzsche eloquently called the “death of God”. True, Oswald Spengler had already spoken of the “decline of the West” and “crisis of the European spirit”; Ortega y Gasset, Huizinga, Keyserling, and many other authors will also deal with this; but the peculiarity of the Guénonian point of view consists in the fact that it does not start from a purely philosophical presupposition, but rather from a metaphysical one. That is, it is diagnosed not as a degradation of morals, which is a perversion of the will, but as the degradation of knowledge, that is, a perversion of the intellect.
The “crisis of the modern world” in Guénon, in fact, is first of all framed in a vast historical perspective, in relation to that “dark age”, corresponding to the Kali Yuga predicted by the Vedas, understood as the terminal phase of a cycle. For this reason, the main aspects that have led the West to experience the profound crisis it is experiencing are masterfully analysed not only from a purely social point of view, but also from those relating to the general conception of life and knowledge. Interesting is the reflection, present in the introduction of the work, on the term “crisis”, now very popular: «Consequently, when it is said that the modern world is in the throes of a crisis – says Guénon – this is usually taken to mean that it has reached a critical phase, o that a more or less complete transformation is imminent, and that a change of direction must soon ensue–whether voluntarily or not, whether suddenly or gradually, whether catastrophic or otherwise, remaining to be seen.»
18th EASR Annual Conference - 30th August-3rd September, Pisa, 2021
The modern world is a complex place. Ideologies and religions swirl, entangle with and wage war u... more The modern world is a complex place. Ideologies and religions swirl, entangle with and wage war upon each other. Politically, socially and militarily the world is in upheaval. What Muslim scholars always bring to this intricate mix of good and bad is the faith that all of it proceeds from the Divine decree.
18th EASR Annual Conference - 30th August-3rd September, Pisa, 2021
In Islam, duʿāʾ ("invocation"), is a prayer of supplication or request. Muslims regard it as a p... more In Islam, duʿāʾ ("invocation"), is a prayer of supplication or request. Muslims regard it as a profound act of worship. There is a special emphasis on du'a in Muslim spirituality and early Muslims took great care to record the supplications of Muhammad and his family and transmit them to subsequent generations. However, Du'a literature is not restricted to prophetic supplications; many later Muslim scholars and sages composed their own supplications, often in elaborate rhyming prose that would be recited by their disciples. And even in present days, especially due to the actual pandemic crisis, du'as are still composed and encouraged to be recited by Muslim scholars and common worshippers.

Tracce d'Eternità
Una delle ragioni di questo titolo sta nel fatto che questo filosofo è l’espressione massima di t... more Una delle ragioni di questo titolo sta nel fatto che questo filosofo è l’espressione massima di tutta una generazione che a partire da Ibn Sina (Avicenna) ha tentato di conciliare l’esegesi sacra con la tradizione filosofica greca – il perché di quest’esigenza non è ovviamente oggetto di questo contributo. Un’altra ragione è che Maimonide riassume nella sua stessa vita quello che rappresenta: di religione ebraica, nasce a Cordova nel 1135 – e non dobbiamo certo ricordarvi chi era il padrone allora – ma nel 1148 fu costretto a lasciare, con la famiglia, la città per sfuggire alla persecuzione seguita alla conquista degli Almohadi. Dopo peregrinazioni per la Spagna e forse per la Provenza, si stabilì dapprima a Fez nel Marocco e successivamente al Cairo, ove morì nel 1204. Divenne nel 1185 uno dei medici ufficiali del vizir del Saladino; fu anche rabbino e capo indiscusso della comunità ebraica dell’Egitto fatimita.
Talks by Davide S . Amore

L'Ussero. Rivista di arti, lettere e scienze, 2019
Quando andavo a scuola e non ero pienamente cosciente di me stesso, del mondo e delle scelte da c... more Quando andavo a scuola e non ero pienamente cosciente di me stesso, del mondo e delle scelte da compiervi-esattamente come accade ora per i miei figli, la visione unitaria e dominante promossa e propagata dalle istituzioni scolastiche ed universitarie era, e continua ad essere, che la civiltà, dopo aver posto solide fondamenta nell'antichità greco-romana, rinvigorita nell'Era moderna successiva al periodo oscuro dell'uomo medievale abbarbicato ad una concezione religiosa inibitoria, ha trovato in tale Era il suo apogeo esistenziale. Fulcro di tale visione era l'acritica accettazione dello Stato, così come lo intendiamo oggi, quale elemento regolatore della vita sociopolitica ed economica degli esseri uomini. Lo Stato non era argomento da discutere. Era, semplicemente. Semplicemente è, e deve essere, o così almeno c'è stato inculcato. Eppure lo Stato con la "S" maiuscola è, all'interno del percorso storico dell'umanità, solo un capitolo piuttosto tardo, e sperabilmente solo una parentesi. Un vasto numero di uomini in moltissimi tempi e luoghi ha vissuto meglio, raggiungendo apici di civiltà sconosciuti allo schizoide Uomo moderno, senza sapere cosa fosse lo Stato o senza esservi portato a concepirlo. Si potrebbe dire schematizzando le cose che nel momento in cui i governanti, piuttosto che opporsi ai banchieri privati che ammassavano una fortuna guadagnando sul denaro (attività invero parassitica in cui nessuno dei Profeti, la pace sia con tutti loro, indulgeva al punto da espellere i mercanti dal tempio o dichiarare l'esattore delle tasse esser figura miserabile), hanno inglobato, fagocitato il sistema bancario, è nato lo Stato moderno, garante non solo del quieto vivere civile, ma fabbricatore di credito, datore di lavoro, stakanovista legislatore e regolatore di ogni minuzia dei rapporti umani che prima erano-giustamente-rimessi all'autodeterminazione dei sudditi. Nell'epoca dell'Illuminismo e dintorni, la legittimazione dello Stato veniva radicata nel pensiero filosofico (e da lì, eventualmente, nei libri di testo di cui abbiamo accennato all'inizio) da teorici quali Rousseau e Hume: il "buon selvaggio" cedeva la sua arcadica felicità allo Stato-che però nessuno, ai nostri tempi, s'è sognato di testare attraverso un referendum che lo approvasse o meno-attraverso un patto sociale che l'avrebbe protetto dalle mire espansionistiche del suo prossimo. Nell'Islam non abbiamo la presunzione di elevare quest'epoca a paradigma della realizzazione umana, ché anzi asseriamo, coerentemente con la Parola di Iddio l'Altissimo: «Oggi ho reso perfetto per voi il vostro Dīn, ho completato per voi la Mia grazia e M'è piaciuto darvi l'Islam come Dīn» (Corano 5, 3). Dove dīn starebbe per religione, ma l'Islam non è la classica religione dedicata esclusivamente al rapporto col sovraumano risolvendosi in un compendio di rituali e ricorrenze abitudinarie. No, l'Islam è un "sistema di vita" che regola anche i rapporti fra gli uomini, una "transazione esistenziale", locuzione quest'ultima usata dallo Shaykh Abdalqadir as-Sufi, al secolo Ian Dallas, nel tentativo di rendere il complesso significato di questo termine, in quanto dīn è strettamente correlato a dayn, vale a dire "debito/credito" in lingua araba. L'umanità ha dunque raggiunto il suo vertice in ciò che rispetto a noi è passato (salafa-yaslufu). E nella forma perfetta a cui l'Islam, e dunque gli uomini che lo incarnavano concretamente, ha dato vita nelle prime tre generazioni e poi riprodotto a lungo in modo più o meno corrispondente al modello originario, prima della deriva riformista che ha trasformato i paesi un tempo islamici in specchio opaco e di seconda mano dell'egemonico occidente, lo Stato era una realtà misconosciuta. Tant'è vero che lo stesso termine "Stato" è del tutto assente (come lo è d'altronde "banca") dal lessico dell'arabo, lingua Coranica e lingua franca dell'Islam vincente. "Dawlah", termine che viene adoperato ai giorni nostri, ed abusato da realtà infide come ISIS, che tra l'altro non faceva parte né della fraseologica coranica né di quella profetica, ha un significato diverso, indicato dalla sua radice
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Economia, commercio e finanza si muovono per fatti loro e muovono molte altre forze da dietro. Il tutto forma una trama curiosamente avvincente ma inquietante di fili intrecciati. E quando mai è stato altrimenti? Questo libro è stato scritto nella convinzione che se usassimo il principio dei vecchi giornalisti, “Follow the Money”, potremmo dare un senso a tutto ciò.
Abdassamad Clarke, originario dell ’ Ulster, compi gli studi a Edimburgo. Accettò l’Islam per mano dello Shaykh Dott. Abdalqadir as-Sufi nel 1973 e successivamente studiò al Cairo. Ha tradotto diverse opere classiche arabe ed è stato imam e docente presso la lhsan Mosque, sita a Norwich nel Regno Unito, oltre che rettore della Muslim faculty of Avdanced Studies. Attualmente vive con la sua famiglia in Danimarca.
Papers by Davide S . Amore
Nel Medio Evo, ai tempi di Dante, la lingua araba rivestì, in Europa, il medesimo ruolo che ha avuto il francese ieri e che ha l’inglese oggi (e, da allora, molte parole arabe sono ancor vive nella nostra lingua odierna: si pensi, ad esempio, ai vocaboli della chimica – come “zucchero”, “soda”, “alambicco” e via dicendo –, a quelli della musica – come “liuto”, “ribeca”, “chitarra”, “trovatore” da trb = musica –, ecc., ecc.) … allora, infatti, la cultura araba appariva meravigliosa, quanto di meglio potesse esservi al mondo. Principale centro di irradiamento di questa cultura (oltre alle Crociate, beninteso) fu la Spagna islamica.
the Spring of 1925 and made notes in VI.B.7.
Viviana Mirela Braslasu and Robbert-Jan Henkes
Il testo, per noi fondamentale, che ci aprì gli occhi su tale prospettiva fu Il mulino di Amleto di H. von Dechend e G. de Santillana, dove viene dimostrato – ormai si può dire senza ombra di ragionevole dubbio, tranne che per gli stolti – come il corpus mitologico, specialmente in ambito cosmogonico, delle varie popolazioni del mondo, sottenda e derivi da un vero e proprio codice linguistico veicolante particolari informazioni di carattere astronomico sulle cause di vari sconvolgimenti planetari rimasti, evidentemente, impressi nella memoria collettiva dell’Umanità intera.
Thesis Chapters by Davide S . Amore
Conference Presentations by Davide S . Amore
The “crisis of the modern world” in Guénon, in fact, is first of all framed in a vast historical perspective, in relation to that “dark age”, corresponding to the Kali Yuga predicted by the Vedas, understood as the terminal phase of a cycle. For this reason, the main aspects that have led the West to experience the profound crisis it is experiencing are masterfully analysed not only from a purely social point of view, but also from those relating to the general conception of life and knowledge. Interesting is the reflection, present in the introduction of the work, on the term “crisis”, now very popular: «Consequently, when it is said that the modern world is in the throes of a crisis – says Guénon – this is usually taken to mean that it has reached a critical phase, o that a more or less complete transformation is imminent, and that a change of direction must soon ensue–whether voluntarily or not, whether suddenly or gradually, whether catastrophic or otherwise, remaining to be seen.»
Talks by Davide S . Amore
Drafts by Davide S . Amore
Economia, commercio e finanza si muovono per fatti loro e muovono molte altre forze da dietro. Il tutto forma una trama curiosamente avvincente ma inquietante di fili intrecciati. E quando mai è stato altrimenti? Questo libro è stato scritto nella convinzione che se usassimo il principio dei vecchi giornalisti, “Follow the Money”, potremmo dare un senso a tutto ciò.
Abdassamad Clarke, originario dell ’ Ulster, compi gli studi a Edimburgo. Accettò l’Islam per mano dello Shaykh Dott. Abdalqadir as-Sufi nel 1973 e successivamente studiò al Cairo. Ha tradotto diverse opere classiche arabe ed è stato imam e docente presso la lhsan Mosque, sita a Norwich nel Regno Unito, oltre che rettore della Muslim faculty of Avdanced Studies. Attualmente vive con la sua famiglia in Danimarca.
Nel Medio Evo, ai tempi di Dante, la lingua araba rivestì, in Europa, il medesimo ruolo che ha avuto il francese ieri e che ha l’inglese oggi (e, da allora, molte parole arabe sono ancor vive nella nostra lingua odierna: si pensi, ad esempio, ai vocaboli della chimica – come “zucchero”, “soda”, “alambicco” e via dicendo –, a quelli della musica – come “liuto”, “ribeca”, “chitarra”, “trovatore” da trb = musica –, ecc., ecc.) … allora, infatti, la cultura araba appariva meravigliosa, quanto di meglio potesse esservi al mondo. Principale centro di irradiamento di questa cultura (oltre alle Crociate, beninteso) fu la Spagna islamica.
the Spring of 1925 and made notes in VI.B.7.
Viviana Mirela Braslasu and Robbert-Jan Henkes
Il testo, per noi fondamentale, che ci aprì gli occhi su tale prospettiva fu Il mulino di Amleto di H. von Dechend e G. de Santillana, dove viene dimostrato – ormai si può dire senza ombra di ragionevole dubbio, tranne che per gli stolti – come il corpus mitologico, specialmente in ambito cosmogonico, delle varie popolazioni del mondo, sottenda e derivi da un vero e proprio codice linguistico veicolante particolari informazioni di carattere astronomico sulle cause di vari sconvolgimenti planetari rimasti, evidentemente, impressi nella memoria collettiva dell’Umanità intera.
The “crisis of the modern world” in Guénon, in fact, is first of all framed in a vast historical perspective, in relation to that “dark age”, corresponding to the Kali Yuga predicted by the Vedas, understood as the terminal phase of a cycle. For this reason, the main aspects that have led the West to experience the profound crisis it is experiencing are masterfully analysed not only from a purely social point of view, but also from those relating to the general conception of life and knowledge. Interesting is the reflection, present in the introduction of the work, on the term “crisis”, now very popular: «Consequently, when it is said that the modern world is in the throes of a crisis – says Guénon – this is usually taken to mean that it has reached a critical phase, o that a more or less complete transformation is imminent, and that a change of direction must soon ensue–whether voluntarily or not, whether suddenly or gradually, whether catastrophic or otherwise, remaining to be seen.»