Books by Fabrizio Titone

È possibile parlare di autonomia nelle relazioni sentimentali nella Sicilia del tardo Medioevo? Q... more È possibile parlare di autonomia nelle relazioni sentimentali nella Sicilia del tardo Medioevo? Questa è la prima ricerca sul tema del matrimonio e delle relazioni illecite nella diocesi catanese tra fine Trecento e fine Cinquecento, considerata in prospettiva comparativa sia con altre zone dell’isola, sia con aree esterne ad essa. Lo studio del contesto siciliano arricchisce il dibattito storiografico sulla formazione della coppia e sui legami tra affetti, comportamenti sessuali e politiche di controllo promosse dalle autorità ecclesiastiche e laiche. Scelte frustrate e compiute, paure e denunce, strategie di disciplinamento e rifiuti costituiscono il groviglio che qui si dipana. L’analisi socio-politica, fondata su un ampio corpus documentario inedito, ricostruisce un mondo sino a oggi sconosciuto, fatto di storie individuali riflesso di processi di ampia portata. Il volume identifica le pressioni nei confronti di soggetti interessati ad affermare la propria volontà e delinea una società vitale documentando la debolezza del modello storiografico di una donna sistematicamente sottomessa. Vi si sottolinea, infine, che il concilio di Trento definì a livello normativo processi iniziati in una fase ben precedente, in un graduale sviluppo di tensioni e confronti in cui la necessità di assicurare ordine all’organizzazione familiare e di difendere il sacramento del matrimonio divenne anche un limite al principio di libertà che il diritto canonico aveva contribuito a stabilire.

Table of Contents
Gaining Political Recognition in Western Europe, 1200–1600 — FABRIZIO TITONE
... more Table of Contents
Gaining Political Recognition in Western Europe, 1200–1600 — FABRIZIO TITONE
Before the ‘Primo Popolo’: Politics and the Popular Movement at San Gimignano in the First Half of the Thirteenth Century— ENRICO FAINI
Putting Pressure on the Lord: the Fiscal Reforms of Pietro Gambacorta, Signore of Pisa (1370-1392) — ALMA POLONI
Flemish Textile Workers’ Struggle for Emancipation in the Thirteenth Century — WIM BLOCKMANS
Rulers and Ruled: Freedom, Submission, and Dissent in the Florentine Correspondences (15th Century) — ISABELLA LAZZARINI
Putting Pressure on Rulers: Petitions, Disciplined Dissent and the Commons in Fourteenth Century England — PETER COSS
Disciplined Dissent and Nostalgia in Late Medieval England — HANNAH SKODA
Civic Ritual and Disciplined Dissent in Late Medieval England — ELIZA HARTRICH
In the Name of the Commonweal : How did French Peasants Manage to Obtain a Legal Recognition of Their Rights to Self-Defence During the Hundred Years War? — VINCENT CHALLET
Knowledge and Agency in Catania in the Later Middle Ages — FABRIZIO TITONE
Pushing Back Male Violence in Marriage: England, 1400–1600 — MARTIN INGRAM
Conclusion— CHRIS WICKHAM
Index

From the book's cover:
Inspired by current debates around political confrontation and the exerci... more From the book's cover:
Inspired by current debates around political confrontation and the exercise of power, Fabrizio Titone offers here an interpretation based on the concept of disciplined dissent. This interpretation is centred on the notion of diffused power and is designed to transcend the binary distinction consensus/resistance. The aim is to identify the conservative process involved in mounting a critique, a protest, through which those who object may have intercepted and then deployed on their own account the cultural repertoire of those in a position of authority. This was with a view to obtaining a hearing, or even influencing the activities of the government and decentering the exercise of power. The essays collected here take as their theoretical point of departure the concept of disciplined dissent. In order to ascertain how adaptable the latter is, the decision was taken to include studies relating to wholly distinct political contexts. Contributions by scholars from different backgrounds shed light upon different circumstances prevailing in continental and non-continental medieval Europe. The aim is to offer a broad spectrum of analyses on political confrontation, the formulation of critiques and the attainment of spaces for participation by means of non-violent protest.
Authors: Fabrizio Titone (ed.), María Asenjo-González, Peter Coss, Jeff Fynn-Paul, Christina Lutter, Ángela Muñoz Fernández, Alma Poloni, Barbara H. Rosenwein, John Watts

The topic researched in this book regards the transformation of civic institutions in the 1300s a... more The topic researched in this book regards the transformation of civic institutions in the 1300s and 1400s and an analysis of the seats of power, persons who wielded power and channels and mechanisms through which it was mediated. This book presents a further stage in the gradual construction of a historiographical paradigm that has re-evaluated the particular Sicilian experience and, among other things, brought out the importance of urban participation in the workings of the realm. The research is the result of a wide-scale examination from which cities emerge as elements in an integrated political system retraceable through the use of common interpretive criteria. The objective is to reconstruct the framework of the pluralistic urban situation and the areas of autonomy available to municipal governments. The best formula for defining Sicily’s monarchy in the 1300s and 1400s would seem to be a Crown that did not systematically promote the development of urban autonomy, but systematically guaranteed it. This study makes it possible to address the urban sphere in Sicily in the late Middle Ages and to overcome misinterpretations that have generally characterized research on Sicilian cities. The universitates would, many times, influence royal political policies and, in general, the reforms they entailed. The information which emerges from this book—and allows for a definitive overthrow of traditional interpretations—concerns the ample freedom enjoyed by municipal administrations and their influence in the dynamics of the kingdom. This work presents an overview of the Sicilian universitates and has attempted to reconcile a single common model with differing urban circumstances. The model is based on the strivings of municipal administrations to achieve as much autonomy as possible in areas within the province of municipal government and in accordance with a non-centralistic relationship with the sovereign. The frequent discrepancies encountered between royal concessions and their application in cities demonstrate that urban institutional framework can only be reconstructed in light of what was so often responsible for promoting institutional development and always responsible for its implementation—the cities

Il fine di questo studio è di approfondire le conoscenze sulle amministrazioni locali nella Sicil... more Il fine di questo studio è di approfondire le conoscenze sulle amministrazioni locali nella Sicilia del tardo medioevo, sui soggetti preposti a queste, sui diversificati contesti socio-professionali di ciascuna universitas (comunità giuridicamente riconosciuta). Della produzione documentaria, avente come oggetto le universitates, una delle fonti più rilevanti per ricostruire gli assetti di governo e la fisionomia della classi dirigenti è costituita dagli scrutini. Lo scrutinio è il sistema elettivo per anno indizionale della maggioranza degli ufficiali. L’esercizio ordinario del governo ha il suo cardine principale nei magistrati decisi per scrutinio, per cui la loro individuazione offre uno spaccato significativo della classe dirigente. Con questo studio si propongono delle stime di ordine statistico risultato di una lettura sistematica su 16 comunità demaniali, che ha permesso di ricostruire le cariche scrutinate e le prosopografie dei magistrati per un totale di 7.323 nomi dal regno di Martino I (1392-1409) al regno di Alfonso V (1416-1458). Complementare a questa ricostruzione è la delineazione delle cariche di governo, che possono variare tra una comunità e l’altra. Si dimostra che la presenza di una pluralità di organigrammi non implica che la gamma di ambiti di pertinenza delle amministrazioni fosse ugualmente ampia ovunque, così come anche quando gli organigrammi risultano essere simili possono esservi magistrature designate allo stesso modo ma detentrici di prerogative differenti. A questi dati va aggiunto che l’assestamento di alcuni uffici non avviene secondo ritmi identici in ogni comunità. È stato così possibile ricostruire le magistrature elettive e le fasi in cui erano attive, le circoscrizioni elettorali e l’origine socio-professionale degli eletti.
Papers by Fabrizio Titone

in Antoni Furió – Juan Vicente García Marsilla (eds.), Pactisme, Pensament polític i doctrina jurídica, vol. IV, Universitat de València i Generalitat Valenciana, 2024., 2024
Il ricorso alla negoziazione caratterizzò le relazioni tra sovrano e paese nella Sicilia bassomed... more Il ricorso alla negoziazione caratterizzò le relazioni tra sovrano e paese nella Sicilia bassomedievale da fine Trecento. Questa tipologia di confronto poté avere effetti diversi nell’applicazione delle concessioni regie, che spesso fu graduale e a volte parziale in base al contesto e al grado di partecipazione dei diversi soggetti politici. In merito all’istituzione parlamentare il presente studio restringe l’analisi ad alcuni dei numerosi aspetti che meriterebbero un approfondimento. In particolare qui identifico una data diversa da quella del 1446, tradizionalmente accolta come prima riunione per il regno di Alfonso V (1416-1458), in cui tra l’altro si legò l’accoglimento regio di determinate richieste al pagamento del donativo da parte dell’assemblea. Importanti cambiamenti del contesto politico resero possibile almeno già nel 1439 una riunione parlamentare.

en A. Muñoz, F. R. Gómez, (eds.), La ciudad medieval: Nuevas aproximaciones, Cádiz: UCA, 2020
Con este estudio me propongo considerar la evolución del papel político del populus en la ciudad ... more Con este estudio me propongo considerar la evolución del papel político del populus en la ciudad de Catania durante el siglo xv. El grado de influencia que pudo ejercer este colectivo en los equilibrios de gobierno varió; inicialmente, lo hizo de manera indirecta y, más tarde, de manera directa en la asamblea ciudadana. Cabe afirmar que hubo una modificación gradual de las formas de confrontación, paralela al gradual desarrollo de las instituciones de gobierno local. Explicar la composición del populus, identificar las razones que hicieron posibles sus logros, centrándome en el tumulto de 1440 y en el privilegium populi de 1460, son los objetivos del presente texto.
Las fuentes que he utilizado proceden de la cancillería regia y de la curia episcopal, y, sobre todo, del gobierno local ciudadano, precisamente de la curia iuratorum. Las fuentes locales, incluido el Liber privilegiorum, se han perdido a causa de la destrucción del Archivio Storico Comunale de Catania por un incendio en 1944. No obstante, podemos contar con unas transcripciones y resúmenes realizados en las primeras décadas del novecientos, que nos permiten tener un conocimiento al menos parcial de las fuentes mencionadas. He considerado, en particular, las transcripciones de Fedele Marletta y, sobre todo, las de Matteo Gaudioso, ya director del Archivo di Stato de Catania, quien, además, elaboró un trabajo de resúmenes muy extenso de los 40 registros de los Atti dei Giurati desde 1413 hasta 1500 y de otros registros del siglo XVI.

en A. Muñoz-J. Luengo (eds.), Creencias y Disidencias. Experiencias políticas, sociales, culturales y religiosas en la historia de las mujeres, Albolote: Comares, 2020
El presente estudio quiere sacar a la luz unas formas de protagonismo femenino en el ámbito famil... more El presente estudio quiere sacar a la luz unas formas de protagonismo femenino en el ámbito familiar y en las interacciones con las autoridades eclesiásticas, identificando unas modalidades y contextos que lo hacían posible. Con referencia a las expresiones de disenso a uniones impuestas quiero comprobar si se puede hablar de una recepción y utilización del sistema legislativo y si el sistema legislativo e institucional ofrecían la oportunidad de criticar e influenciar los equilibrios de poder que marginaban a las mujeres. Así mismo, ampliaré mi análisis a unas redes de solidaridad que aún de manera indirecta podían asegurar un soporte en las expresiones de críticas, así como ser una forma de garantía para las mujeres implicadas en las confrontaciones. Se trata de temas que analizaré mirando a unas formas de disenso respecto a prácticas sociales limitativas de la autonomía femenina. Los fenómenos de rechazo a las uniones impuestas no presentan un carácter excepcional, se trata más bien de una elección posible en un contexto en el que las jerarquías y el orden social no parecían estar en el punto de mira de forma radical, sino determinados aspectos que se consideraban contrarios a los principios de la normativa eclesiástica sobre el derecho a decidir y a los intereses de la comunidad.
in I Convegno della medievistica italiana, Società italiana degli storici medievistici, Bertinoro, Forlì-Cesena, 14-16 giugno 2018, in Reti Medievali, pp. 195-200, 2018

in F. Foronda and J.-P. Genet (eds.), Des chartes aux constitutions: Autour de l’idée constitutionnelle en Europe (XIIe-XIIIe siècle), Actes de la conférence organisée en 2014 à Madrid par SAS avec la collaboration de la casa de Velázquez, Éditions de la Sorbonne/École française de Rome, 2019
Le norme regolative dei rapporti tra re e paese così come dei margini d’autonomia delle comunità ... more Le norme regolative dei rapporti tra re e paese così come dei margini d’autonomia delle comunità urbane e rurali (universitates) nella Sicilia tardomedievale rivelano un carattere marcatamente contrattuale. Questo studio considera sia il grado di partecipazione locale nei dibattiti consiliari, sede istituzionale in cui si formulavano le richieste da presentare al re e in generale si discutevano affari di rilievo per la comunità, sia le possibili forme di conseguimento, di definizione e di graduale implementazione di norme a cui governanti e governati accordavano un valore regolativo della vita politica e dei rapporti di potere. Del processo di definizione del sistema giuridico, considereremo in particolare il ruolo delle comunità e le modalità di confronto con l’autorità regia. Un elemento guida nell’analisi è costituito dall’intervento delle assemblee locali (consilium civium) per appurare il grado di partecipazione all’attività politica e ai processi di negoziazione. Prendiamo inoltre in esame alcune raccolte documentarie, che possono essere identificate in maniera differente, che costituiscono una memoria della comunità e sono testimonianza delle modalità partecipative e di confronto in sede assembleare e in generale nella vita locale. Si considera infine un'ulteriore sede di negoziazione, il Parlamento.

in Didier Lett (ed.), Statuts communaux et circulations documentaires dans les sociétés méditerranéennes de l’Occident (XIIͤ-XVͤ siècle), Paris: Publications de la Sorbonne, 2018, pp. 205-224.
Il presente saggio ha il fine di considerare i diversi livelli concorrenti (corte regia, governi ... more Il presente saggio ha il fine di considerare i diversi livelli concorrenti (corte regia, governi locali, gruppi socio-professionali) nella formazione degli ordinamenti cittadini in Sicilia nei secoli XIV-XV. Intende, inoltre, mettere in luce come il rapporto di subordinazione rispetto al re non escludeva che le universitates potessero conseguire un ruolo significativo nella produzione normativa secondo modalità variabili, in corrispondenza ad un incremento della politica regia d’apertura alle richieste locali. Un’utile chiave di lettura per il tema d’analisi è per l’appunto la complementareità, secondo ruoli diversi, tra il sovrano ed i governi locali nella produzione normativa. La produzione documentaria, testimonianza delle libertà conseguite dalle comunità, rivela come ogni momento delle negoziazioni manteneva un suo valore e poteva essere evocato anche in fasi lontante. Testimonia inoltre i profondi legami delle comunità compartecipi di una realtà, il demanio regio, e per questo consapevoli di poter difendere un sistema di diritti e di privilegi in crescita. Partecipare alla definizione delle norme, secondo modalità che potevano variare, era percepito come necessario per la sopravvivenza politica del gruppo, dell’universitas.

, in Mona Kirsch-Theresa Jäckh (eds.), Urban Dynamics and Transcultural Communication in Medieval Sicily, Paderborn: Fink und Schöningh, 2017
Con questo studio considero alcuni dati, per la diocesi di Catania nel tardo Medioevo e principio... more Con questo studio considero alcuni dati, per la diocesi di Catania nel tardo Medioevo e principio dell’età moderna, relativi alla presenza d’immigrati, a culti devozionali, a fenomeni di comunicazione tra le comunità; aspetti che analizzo in correlazione al governo vescovile. Faccio inoltre riferimento alle relazioni tra le comunità urbane e rurali (universitates) ed il sovrano. La diocesi di Catania offre elementi suggestivi nella ricostruzione dei temi citati per alcune ragioni che senza pretesa d’esaustività e in maniera concisa posso così sintetizzare: un ruolo vescovile nel tardo Medioevo in graduale consolidamento in un contesto sociale ibrido dal punto di vista culturale, flussi migratori significativi, un territorio denso per comunità, una significativa diffusione di pratiche devozionali e d’istituzione di confraternite, una dipendenza economica crescente della diocesi dai contributi economici dei laici. Metto in luce come l’incremento del ruolo del governo vescovile fosse risultato di una costante interazione tra le autorità ecclesiastiche e il mondo laico, in un processo in cui sarebbe limitativo dedurre che fosse esito unicamente d’una azione delle prime ma che in mia opinione veniva anche influenzato, seppur gradualmente, dalla comunità laica.
The present essay analyses different instances of protest in Sicily which entailed different stra... more The present essay analyses different instances of protest in Sicily which entailed different strategies or modalities, ranging from violent revolts to peaceful dissent expressed through institutional channels, as well as protests in which both violent and peaceful reactions may be identified. With reference to non-violent protests, especially in Catania, I will discuss dissent in terms of the adoption of a conservative strategy, described here as one of ‘disciplined dissent’. By ‘disciplined dissent’ I mean that those who were the target of policies of marginalisation and/or individuals with a less prominent socio-political role gradually adopted the rulers’ political language, strategies and values. This conservative strategy enabled groups or individuals to maintain or expand their socio-political role.

La ricerca di un disciplinamento degli spazi di propria pertinenza, secondo strategie diverse, se... more La ricerca di un disciplinamento degli spazi di propria pertinenza, secondo strategie diverse, sembra costituire il fine principale delle città del tardo Medioevo ad esempio nella razionalizzazione degli organigrammi di governo, nei diritti e doveri dei residenti, nelle strategie di inclusione e di esclusione. Da questo punto di vista in Sicilia la comunità di Randazzo offre una conferma e alcuni elementi peculiari dovuti fra l’altro a una composizione sociale differenziata per radici culturali e per attività professionali.
Un mezzo efficace per evocare una città è quello di identificarla con un luogo simbolo che ne richiami i caratteri distintivi. Non è un procedimento agevole per Randazzo, che sembra scomporsi in diversi spazi egualmente centrali, le parrocchie e i quartieri, le fiere e i villaggi rurali (casali) di sua pertinenza. In base a una visione di insieme emerge l’immagine di un centro, da un lato, radicato all’interno delle sue mura e geometricamente diviso in zone convergenti sulle tre maggiori chiese, d’altro lato, non delimitato da rigidi confini ma con una marcata proiezione esterna attraverso le fiere e in particolare per mezzo di un controllo sul territorio circostante. Luoghi apparentemente distinti ma in realtà correlati in modo speculare a una progressiva maturazione della identità cittadina. Con questo studio si intende prendere in esame le forme organizzative messe in essere dalla universitas sia sul territorio tradizionalmente di propria pertinenza sia su quello di nuova acquisizione, definito dalle fonti districtus, su cui gradualmente impone la propria giurisdizione. Un ulteriore aspetto, al centro della mia indiagine, riguarda la serrata comunicazione esistente fra le universitates, che vede emergere Randazzo in maniera significativa e originale: non si limita a recepire le molteplici influenze esterne ma interagisce in maniera attiva con il fine di assumere una identità quanto più autonoma.

Il livello di governo locale corrispondente alle assemblee consiliari non ha goduto di particolar... more Il livello di governo locale corrispondente alle assemblee consiliari non ha goduto di particolare fortuna nel dibattito storiografico, ciò ha comportato uno sbilanciamento dell’analisi del quadro istituzionale a favore delle magistrature elettive e regie con l’effetto di non chiarire una serie di apparenti incongruenze della politica locale, decifrabili invece attraverso il ruolo ricoperto dal consiglio. Mi riferisco in particolare alle funzioni di mediazione con la Corte svolte in più di un caso dalle cariche di governo per mandato della comunità, agli episodi di sconfessione dell’operato degli ufficiali, alla normativa regia che stabiliva non dovesse spettare ai soli eletti il controllo dei cespiti finanziari spettanti all’universitas. Dunque, un’analisi delle prerogative dell’organo consiliare è utile per verificare il livello di coinvolgimento della comunità cittadina nelle strategie di governo, nonché gli equilibri di potere e di reciproco controllo tra il consiglio e le magistrature con cui cooperava. In questa sede prendo in esame il caso di Palermo specificatamente per il decennio 1448-1458, la scelta di considerare questo periodo è motivata dalla presenza di una serie documentaria costituita dai verbali delle sedute la cui registrazione separata ha inizio appunto nel ’48, pur essendo attestato l’intervento di un organismo consiliare negli affari di governo sin dal Trecento. Una registrazione delle sedute dalla fine degli anni Quaranta mi pare sia spiegabile come conseguenza della grave recessione economica che la città viveva in modo drammatico proprio in quegli anni. E’ verosimile, infatti, che il nesso tra un crescente stato d’emergenza dovuto alla crisi economica ed una registrazione sistematica fosse dovuta all’esigenza del gruppo dirigente di documentare le manovre economiche stabilite dal consiglio. L’impopolarità di determinate scelte era fortemente ridimensionata proprio perché venivano approvate dall’organo consiliare, l’unica sede in grado di mediare tra interessi differenti.

This study aims to shed light on the mourning rites, with a special focus on the role of the prof... more This study aims to shed light on the mourning rites, with a special focus on the role of the professional mourners (reputantes) of late medieval Sicily. It will show that they were highly controversial; were not the only group that was involved in public mourning; had political as well as emotional significance. Further goals are to shed light on the emotionally liberating value of particular manifestations of grief; and to highlight the interactions and circularity of practices in mourning promoted by the reputantes. The analysis of funeral rituals demonstrates how the professionals’ participation created a convergence of individuals from diverse and distant social strata; just as it confirms a vision of medieval culture that is multi-polar and interactional. The primary sources used have permitted observations from various perspectives. Among these sources are both normative materials produced by temporal and religious authorities and petitions produced by metropolitan and other communities

A Palermo nel 1450 le contraddizioni socio-politiche emerse nel biennio precedente precipitavano ... more A Palermo nel 1450 le contraddizioni socio-politiche emerse nel biennio precedente precipitavano in un conflitto che mutava i rapporti di potere esistenti e vedeva il coinvolgimento di tutti i gruppi cittadini, dai più autorevoli ai meno rilevanti, delle principali istituzioni locali, del Viceré Lop Ximen Durrea e del sovrano Alfonso V: vi era infatti una stretta relazione tra lo scoppio dell’insurrezione e la rappresentanza degli interessi al governo urbano. Un conflitto che permette di ricostruire la fisionomia nonché gli equilibri di potere fra i gruppi socio-politici e tra questi e la Corte. Le rare indagini dedicate a questo evento ne hanno sminuito radicalmente la portata: sarebbe stato originato unicamente da una distribuzione forzosa di scorte frumentarie guaste realizzata durante una crisi economica e gli insorti non avrebbero espresso alcun tipo di rivendicazione. Dimostro invece che analogamente alla maggioranza dei conflitti urbani tardo medievali il tumulto palermitano costituiva uno strumento di legittimazione politica e sociale; pur nascendo in un contesto di grave depressione economica traeva origini da fattori di natura diversa e specificatamente dalla competizione per l’accesso al governo, dalla violazione del sistema di privilegi e consuetudini, da una serie di attività speculative sull’approviggionamento del grano. Chiarisco inoltre la composizione del ‘popolo’ e se fosse identificabile, in base alla tesi della Corte, in termini puramente negativi. Metto invece in luce il valore polisemico del termine e anche un valore funzionale dei populares nell’ordinamento sociale, personaggi cioè attivi nel mondo del lavoro: salariati ad esempio nel campo delle costruzioni, modesti proprietari terrieri, lavoratori nel campo dell’artigianato anche se a un livello più marginale rispetto a quello delle corporazioni.

This paper illuminates the role played by Sicilian cities in state building in the late Middle Ag... more This paper illuminates the role played by Sicilian cities in state building in the late Middle Ages through their involvement in the intense process of negotiations between the king and his subjects. This study heads in the opposite direction of the interpretations that negate the existence of municipal freedom and allege the existence of an exclusively top-down model of power relationships between king and kingdom. The focus is on one of the main royal officials in local government—the capitaneus or captain, who was intended to be the king’s instrument of control. The captain gradually came to represent the municipal will and his role was defined by decision-making interaction between the king and local governments. The dynamics surrounding the captaincy go well beyond the local sphere and will lead us to address the positive effects of the encounter of various political traditions in the Crown of Aragon. This in turn, made the establishment of new political balances possible, which had a crucial role in government building in Sicily

Il presente lavoro si inscrive nel recente dibattito storiografico che da pochi anni a questa par... more Il presente lavoro si inscrive nel recente dibattito storiografico che da pochi anni a questa parte ha registrato il superamento di uno stallo interpretativo che semplificava radicalmente il peso delle città nelle vicende politico-istituzionali nella Sicilia basso-medievale. Delle recenti ricerche, dedicate per l’appunto alla realtà urbana, un punto che mi preme evidenziare è la difficoltà di delineare in modo esaustivo l’articolata geografia istituzionale cittadina; in particolare il livello di governo locale corrispondente alle assemblee consiliari non ha goduto di particolare fortuna. Non si è così considerato, se non a larghe linee, il funzionamento e le prerogative della principale sede di governo preposta alla politica economica cittadina e alle strategie di mediazione con la Corte. Si trattava di un’assemblea nella quale i consiglieri, tutti votanti, erano cives con interessi socio-professionali che generalmente ne giustificavano la presenza. Con questo studio metto in luce, per quanto riguarda la città di Palermo, il ruolo centrale nel governo urbano dell’organo consiliare durante il tumulto popularis del 1450 prendendo spunto dalle sedute consiliari del 29 aprile e del 6 maggio. Sedute attraverso cui gli insorti tentavano di aprire un confronto pienamente legittimo con il sovrano, presentando una serie di rivendicazioni che in parte venivano accolte mutando gli equilibri di potere esistenti.

Le raccolte di privilegi, di consuetudini e in generale di atti amministrativi prodotti e conserv... more Le raccolte di privilegi, di consuetudini e in generale di atti amministrativi prodotti e conservati dalle comunità urbane siciliane, sin dai primi del Trecento e in maniera diffusa dalla fine del XIV secolo, non hanno ricevuto un’attenzione pari al grado di informazioni che offrono. I centri cittadini attribuivano particolare valore alla registrazione della documentazione relativa ai diritti acquisiti. Il dato di maggiore interesse di queste fonti riguarda il ruolo delle universitates nel regno. Fonti che permettono di ricostruire le serie di mediazioni, così come le stesse contrapposizioni tra i gruppi locali, alla base delle concessioni del sovrano. La lettura dell’articolazione delle mediazioni riconduce alle città l’avvio di quei processi il cui compimento era l’elargizione del privilegio regio. La realtà della comunità di Piazza costituisce un caso emblematico della vitalità che caratterizzava le città nella Sicilia del basso Medioevo. Nei primi del Trecento aveva inizio la scritturazione di una raccolta, Consuetudines terre Platee, che si sarebbe incrementata nei secoli seguenti e che costituisce un esempio di costruzione di una memoria comune. È una fonte poco conosciuta che apparentemente non offre dati ulteriori a quanto prodotto dalle cancellerie della Corona, ma in realtà si tratta di un archivio cittadino in cui si riportano, oltre a quanto registrato dagli uffici regi, numerosi altri elementi sulle fasi del confronto fra la comunità e il re o i suoi rappresentanti. Un’importante testimonianza delle articolazioni sociali e dello sperimentalismo istituzionale, dei conflitti politici e del confronto con il governo centrale, che permette di mettere in luce le ragioni che avevano indotto l’universitas a dare vita a una memoria della comunità.
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Books by Fabrizio Titone
Gaining Political Recognition in Western Europe, 1200–1600 — FABRIZIO TITONE
Before the ‘Primo Popolo’: Politics and the Popular Movement at San Gimignano in the First Half of the Thirteenth Century— ENRICO FAINI
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Disciplined Dissent and Nostalgia in Late Medieval England — HANNAH SKODA
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Pushing Back Male Violence in Marriage: England, 1400–1600 — MARTIN INGRAM
Conclusion— CHRIS WICKHAM
Index
Inspired by current debates around political confrontation and the exercise of power, Fabrizio Titone offers here an interpretation based on the concept of disciplined dissent. This interpretation is centred on the notion of diffused power and is designed to transcend the binary distinction consensus/resistance. The aim is to identify the conservative process involved in mounting a critique, a protest, through which those who object may have intercepted and then deployed on their own account the cultural repertoire of those in a position of authority. This was with a view to obtaining a hearing, or even influencing the activities of the government and decentering the exercise of power. The essays collected here take as their theoretical point of departure the concept of disciplined dissent. In order to ascertain how adaptable the latter is, the decision was taken to include studies relating to wholly distinct political contexts. Contributions by scholars from different backgrounds shed light upon different circumstances prevailing in continental and non-continental medieval Europe. The aim is to offer a broad spectrum of analyses on political confrontation, the formulation of critiques and the attainment of spaces for participation by means of non-violent protest.
Authors: Fabrizio Titone (ed.), María Asenjo-González, Peter Coss, Jeff Fynn-Paul, Christina Lutter, Ángela Muñoz Fernández, Alma Poloni, Barbara H. Rosenwein, John Watts
Papers by Fabrizio Titone
Las fuentes que he utilizado proceden de la cancillería regia y de la curia episcopal, y, sobre todo, del gobierno local ciudadano, precisamente de la curia iuratorum. Las fuentes locales, incluido el Liber privilegiorum, se han perdido a causa de la destrucción del Archivio Storico Comunale de Catania por un incendio en 1944. No obstante, podemos contar con unas transcripciones y resúmenes realizados en las primeras décadas del novecientos, que nos permiten tener un conocimiento al menos parcial de las fuentes mencionadas. He considerado, en particular, las transcripciones de Fedele Marletta y, sobre todo, las de Matteo Gaudioso, ya director del Archivo di Stato de Catania, quien, además, elaboró un trabajo de resúmenes muy extenso de los 40 registros de los Atti dei Giurati desde 1413 hasta 1500 y de otros registros del siglo XVI.
Un mezzo efficace per evocare una città è quello di identificarla con un luogo simbolo che ne richiami i caratteri distintivi. Non è un procedimento agevole per Randazzo, che sembra scomporsi in diversi spazi egualmente centrali, le parrocchie e i quartieri, le fiere e i villaggi rurali (casali) di sua pertinenza. In base a una visione di insieme emerge l’immagine di un centro, da un lato, radicato all’interno delle sue mura e geometricamente diviso in zone convergenti sulle tre maggiori chiese, d’altro lato, non delimitato da rigidi confini ma con una marcata proiezione esterna attraverso le fiere e in particolare per mezzo di un controllo sul territorio circostante. Luoghi apparentemente distinti ma in realtà correlati in modo speculare a una progressiva maturazione della identità cittadina. Con questo studio si intende prendere in esame le forme organizzative messe in essere dalla universitas sia sul territorio tradizionalmente di propria pertinenza sia su quello di nuova acquisizione, definito dalle fonti districtus, su cui gradualmente impone la propria giurisdizione. Un ulteriore aspetto, al centro della mia indiagine, riguarda la serrata comunicazione esistente fra le universitates, che vede emergere Randazzo in maniera significativa e originale: non si limita a recepire le molteplici influenze esterne ma interagisce in maniera attiva con il fine di assumere una identità quanto più autonoma.
Gaining Political Recognition in Western Europe, 1200–1600 — FABRIZIO TITONE
Before the ‘Primo Popolo’: Politics and the Popular Movement at San Gimignano in the First Half of the Thirteenth Century— ENRICO FAINI
Putting Pressure on the Lord: the Fiscal Reforms of Pietro Gambacorta, Signore of Pisa (1370-1392) — ALMA POLONI
Flemish Textile Workers’ Struggle for Emancipation in the Thirteenth Century — WIM BLOCKMANS
Rulers and Ruled: Freedom, Submission, and Dissent in the Florentine Correspondences (15th Century) — ISABELLA LAZZARINI
Putting Pressure on Rulers: Petitions, Disciplined Dissent and the Commons in Fourteenth Century England — PETER COSS
Disciplined Dissent and Nostalgia in Late Medieval England — HANNAH SKODA
Civic Ritual and Disciplined Dissent in Late Medieval England — ELIZA HARTRICH
In the Name of the Commonweal : How did French Peasants Manage to Obtain a Legal Recognition of Their Rights to Self-Defence During the Hundred Years War? — VINCENT CHALLET
Knowledge and Agency in Catania in the Later Middle Ages — FABRIZIO TITONE
Pushing Back Male Violence in Marriage: England, 1400–1600 — MARTIN INGRAM
Conclusion— CHRIS WICKHAM
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Inspired by current debates around political confrontation and the exercise of power, Fabrizio Titone offers here an interpretation based on the concept of disciplined dissent. This interpretation is centred on the notion of diffused power and is designed to transcend the binary distinction consensus/resistance. The aim is to identify the conservative process involved in mounting a critique, a protest, through which those who object may have intercepted and then deployed on their own account the cultural repertoire of those in a position of authority. This was with a view to obtaining a hearing, or even influencing the activities of the government and decentering the exercise of power. The essays collected here take as their theoretical point of departure the concept of disciplined dissent. In order to ascertain how adaptable the latter is, the decision was taken to include studies relating to wholly distinct political contexts. Contributions by scholars from different backgrounds shed light upon different circumstances prevailing in continental and non-continental medieval Europe. The aim is to offer a broad spectrum of analyses on political confrontation, the formulation of critiques and the attainment of spaces for participation by means of non-violent protest.
Authors: Fabrizio Titone (ed.), María Asenjo-González, Peter Coss, Jeff Fynn-Paul, Christina Lutter, Ángela Muñoz Fernández, Alma Poloni, Barbara H. Rosenwein, John Watts
Las fuentes que he utilizado proceden de la cancillería regia y de la curia episcopal, y, sobre todo, del gobierno local ciudadano, precisamente de la curia iuratorum. Las fuentes locales, incluido el Liber privilegiorum, se han perdido a causa de la destrucción del Archivio Storico Comunale de Catania por un incendio en 1944. No obstante, podemos contar con unas transcripciones y resúmenes realizados en las primeras décadas del novecientos, que nos permiten tener un conocimiento al menos parcial de las fuentes mencionadas. He considerado, en particular, las transcripciones de Fedele Marletta y, sobre todo, las de Matteo Gaudioso, ya director del Archivo di Stato de Catania, quien, además, elaboró un trabajo de resúmenes muy extenso de los 40 registros de los Atti dei Giurati desde 1413 hasta 1500 y de otros registros del siglo XVI.
Un mezzo efficace per evocare una città è quello di identificarla con un luogo simbolo che ne richiami i caratteri distintivi. Non è un procedimento agevole per Randazzo, che sembra scomporsi in diversi spazi egualmente centrali, le parrocchie e i quartieri, le fiere e i villaggi rurali (casali) di sua pertinenza. In base a una visione di insieme emerge l’immagine di un centro, da un lato, radicato all’interno delle sue mura e geometricamente diviso in zone convergenti sulle tre maggiori chiese, d’altro lato, non delimitato da rigidi confini ma con una marcata proiezione esterna attraverso le fiere e in particolare per mezzo di un controllo sul territorio circostante. Luoghi apparentemente distinti ma in realtà correlati in modo speculare a una progressiva maturazione della identità cittadina. Con questo studio si intende prendere in esame le forme organizzative messe in essere dalla universitas sia sul territorio tradizionalmente di propria pertinenza sia su quello di nuova acquisizione, definito dalle fonti districtus, su cui gradualmente impone la propria giurisdizione. Un ulteriore aspetto, al centro della mia indiagine, riguarda la serrata comunicazione esistente fra le universitates, che vede emergere Randazzo in maniera significativa e originale: non si limita a recepire le molteplici influenze esterne ma interagisce in maniera attiva con il fine di assumere una identità quanto più autonoma.
The lectures are intended to: a) Underscore the nature of exchange: how it occurred and who created the links and contacts; b) Focus on cases of interactions as models of influence, convergence, shared culture and transmission of experiences; c) Consider inverse processes i.e. cases of divergence and opposition caused by interaction; d) Show what people, rulers, communities, and individuals within the same cities or from different lands thought about exchange and how they perceived it.
One group of lectures places more emphasis on economy/society/exchange relationships; a second group focuses on the relationship of emotions and society with exchange; a third group focuses on the links among literacy/oral culture/society and exchange.