Sa massarìa: Ecologia storica dei sistemi di lavoro contadino in Sardegna a cura di Giovanni Serreli, Rita T. Melis, Charles French e Federica Sulas Cagliari, Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea, 2017, 2017
Sa massarìa: Ecologia storica dei sistemi di lavoro contadino in Sardegna
a cura di Giovanni Serr... more Sa massarìa: Ecologia storica dei sistemi di lavoro contadino in Sardegna
a cura di Giovanni Serreli, Rita T. Melis, Charles French e Federica Sulas
Cagliari, Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea, 2017
Il libro è il frutto del progetto di ricerca triennale finanziato dalla Regione Autonoma della Sardegna (L.R. 7 / 2007 ‘Promozione della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica in Sardegna’), nel quale si raccolgono i risultati della ricerca con numerosi altri saggi riguardanti paesaggio, uso del territorio, insediamento in varie aree della Sardegna dalla protostoria all’età contemporanea.
Il progetto è stato condotto dall’ISEM CNR e dal Dip. di Scienze Chimiche e Geologiche dell’Università di Cagliari con la collaborazione del Charles McBurney Laboratory, Human Landscapes (University of Cambridge). Sono stati partner del progetto il Comune di Las Plassas e il museo MudA.
Nello specifico, il progetto ha visto la collaborazione interdisciplinare di storici, archeologi, geografi, geologi e geoarcheologi, per studiare tre aree campione: la Marmilla (e in particolare il territorio di Las Plassas), il bacino del rio Posada e le campagne di Assemini e Decimomannu.
Queste aree sono state studiate dal punto di vista storico, partendo dalla documentazione medievale e moderna, e da quello geoarcheologico, attraverso una serie di trivellazioni e carotaggi, i cui campioni sono stati poi analizzati in dipartimenti specialistici. Il fine era quello di stabilire una linea di evoluzione dell’uso dei territori in oggetto, del paesaggio, delle modalità di insediamento e dell’evoluzione paleoclimatica.
I risultati della ricerca, che si auspica possa continuare in futuro, oltre a proporsi come modello di approccio per lo studio del territorio e del paesaggio, in questo libro si confronta con esperienze di studio sull’uso del territorio in altre aree della Sardegna e non solo.
Al libro, in due volumi, hanno partecipato: Rita Ara, Anna Ardu, Danila Artizzu, Aldo Aveni Cirino, Gianluigi Bacchetta, Franco G.R. Campus, Alfredo Carannante, Francesco Carboni, Salvatore Chilardi, Riccardo Cicilloni, Alessandra Cioppi, Anna Depalmas, Guy D’Hallewin, Federico Di Rita, Bianca Fadda, Giacomo Floris, Charles French, Antonello V. Greco, Maria Grazia R. Mele, Rita T. Melis, Alex Metcalfe, Francesca Montis, Clizia Murgia, Giovanni Murgia, Martino Orrù, Mauro Perra, Elisa Pompianu, David Redhouse, Marco Sarigu, Silvia Sau, Giuseppe Seche, Luigi Serra, Maily Serra, Giovanni Serreli, Alessandro Soddu, Federica Sulas, Sean Taylor, Gabriella Uccheddu, Mariano Ucchesu, Alessandro Usai, Federica Usai, Alberto Virdis, Marco Zedda.
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Papers by Charly French
The paper uses macroscopic examination to distinguish the different chert varieties in the assemblages and the non-destructive LA-ICP-MS technique to identify groups with specific geochemical characteristics/signature. The field and lab-based work suggest multiple sources for the chert artefacts and most significantly, presents strong evidence of artefacts having almost identical geochemical signature with specific chert sources from southeast Sicily. These are the first highly reliable results confirming a connection between these two locations and strongly suggests the existence of seafaring in this area during the late Neolithic.
The paper uses macroscopic examination to distinguish the different chert varieties in the assemblages and the non-destructive LA-ICP-MS technique to identify groups with specific geochemical characteristics/signature. The field and lab-based work suggest multiple sources for the chert artefacts and most significantly, presents strong evidence of artefacts having almost identical geochemical signature with specific chert sources from southeast Sicily. These are the first highly reliable results confirming a connection between these two locations and strongly suggests the existence of seafaring in this area during the late Neolithic.
This study provides the first geoarchaeological analyses of the agrarian soil system surrounding Viejo Sangayaico in the upper Ica catchment. Results demonstrate that the soil system was much modified prior to the creation of the terrace systems, probably about 900 years ago. This system was characterised by a weakly acidic to slightly calcareous pH, a consistent but low electrical conductivity, reasonable-but-variable phosphorus content, and a loamy soil texture with a component of weathered volcanic tonalite parent material. The shallow terrace soil build-up on the slopes investigated indicates that slope modification was as minimal as possible. Moreover, the relatively low frequencies of organic material and phosphorus suggest that the terraces were not heavily fertilised in the past, making the stability and management of the nutrient-rich topsoil vital.
The results of these excavations and soil fertility analyses are situated within the context of the wider Andean ethno-historic and the archaeological record to address questions regarding how the terraces were built and maintained over time. Agricultural terraces undoubtedly mitigated the effects of slope erosion associated with cultivation. But, the terrace soil features observed at Sangayaico do not appear to be the same as those documented in other geoarchaeological studies of Andean terrace systems. These contrasts may be accounted for by a combination of differing geological substrate and hydrological conditions, as well as variable trajectories in past soil development, erosion factors, manuring/field management practises and crop selection.
Here we reassess the resource potential of the poorly studied lomas of the south coast of Peru during the long Middle Pre-ceramic period (c. 8,000 – 4,500 BP): a period critical in the transition to agriculture, the onset of modern El Niño Southern Oscillation (‘ENSO’) conditions, and eustatic sea-level rise and stabilisation and beach progradation.
Our method combines vegetation survey and herbarium collection with archaeological survey and excavation to make inferences about both Preceramic hunter-gatherer ecology and the changed palaeoenvironments in which it took place. Our analysis of newly discovered archaeological sites – and their resource context – show how lomas formations defined human ecology until the end of the Middle Preceramic Period, thereby corroborating recent reconstructions of ENSO history based on other data.
Together, these suggest that a five millennia period of significantly colder seas on the south coast induced conditions of abundance and seasonal predictability in lomas and maritime ecosystems, that enabled Middle Preceramic hunter-gatherers to reduce mobility by settling in strategic locations at the confluence of multiple eco-zones at the river estuaries. Here the foundations of agriculture lay in a Broad Spectrum Revolution that unfolded, not through population pressure in deteriorating environments, but rather as an outcome of resource abundance.
a cura di Giovanni Serreli, Rita T. Melis, Charles French e Federica Sulas
Cagliari, Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea, 2017
Il libro è il frutto del progetto di ricerca triennale finanziato dalla Regione Autonoma della Sardegna (L.R. 7 / 2007 ‘Promozione della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica in Sardegna’), nel quale si raccolgono i risultati della ricerca con numerosi altri saggi riguardanti paesaggio, uso del territorio, insediamento in varie aree della Sardegna dalla protostoria all’età contemporanea.
Il progetto è stato condotto dall’ISEM CNR e dal Dip. di Scienze Chimiche e Geologiche dell’Università di Cagliari con la collaborazione del Charles McBurney Laboratory, Human Landscapes (University of Cambridge). Sono stati partner del progetto il Comune di Las Plassas e il museo MudA.
Nello specifico, il progetto ha visto la collaborazione interdisciplinare di storici, archeologi, geografi, geologi e geoarcheologi, per studiare tre aree campione: la Marmilla (e in particolare il territorio di Las Plassas), il bacino del rio Posada e le campagne di Assemini e Decimomannu.
Queste aree sono state studiate dal punto di vista storico, partendo dalla documentazione medievale e moderna, e da quello geoarcheologico, attraverso una serie di trivellazioni e carotaggi, i cui campioni sono stati poi analizzati in dipartimenti specialistici. Il fine era quello di stabilire una linea di evoluzione dell’uso dei territori in oggetto, del paesaggio, delle modalità di insediamento e dell’evoluzione paleoclimatica.
I risultati della ricerca, che si auspica possa continuare in futuro, oltre a proporsi come modello di approccio per lo studio del territorio e del paesaggio, in questo libro si confronta con esperienze di studio sull’uso del territorio in altre aree della Sardegna e non solo.
Al libro, in due volumi, hanno partecipato: Rita Ara, Anna Ardu, Danila Artizzu, Aldo Aveni Cirino, Gianluigi Bacchetta, Franco G.R. Campus, Alfredo Carannante, Francesco Carboni, Salvatore Chilardi, Riccardo Cicilloni, Alessandra Cioppi, Anna Depalmas, Guy D’Hallewin, Federico Di Rita, Bianca Fadda, Giacomo Floris, Charles French, Antonello V. Greco, Maria Grazia R. Mele, Rita T. Melis, Alex Metcalfe, Francesca Montis, Clizia Murgia, Giovanni Murgia, Martino Orrù, Mauro Perra, Elisa Pompianu, David Redhouse, Marco Sarigu, Silvia Sau, Giuseppe Seche, Luigi Serra, Maily Serra, Giovanni Serreli, Alessandro Soddu, Federica Sulas, Sean Taylor, Gabriella Uccheddu, Mariano Ucchesu, Alessandro Usai, Federica Usai, Alberto Virdis, Marco Zedda.
a cura di Giovanni Serreli, Rita T. Melis, Charles French e Federica Sulas
Cagliari, Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea, 2017
Il libro è il frutto del progetto di ricerca triennale finanziato dalla Regione Autonoma della Sardegna (L.R. 7 / 2007 ‘Promozione della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica in Sardegna’), nel quale si raccolgono i risultati della ricerca con numerosi altri saggi riguardanti paesaggio, uso del territorio, insediamento in varie aree della Sardegna dalla protostoria all’età contemporanea.
Il progetto è stato condotto dall’ISEM CNR e dal Dip. di Scienze Chimiche e Geologiche dell’Università di Cagliari con la collaborazione del Charles McBurney Laboratory, Human Landscapes (University of Cambridge). Sono stati partner del progetto il Comune di Las Plassas e il museo MudA.
Nello specifico, il progetto ha visto la collaborazione interdisciplinare di storici, archeologi, geografi, geologi e geoarcheologi, per studiare tre aree campione: la Marmilla (e in particolare il territorio di Las Plassas), il bacino del rio Posada e le campagne di Assemini e Decimomannu.
Queste aree sono state studiate dal punto di vista storico, partendo dalla documentazione medievale e moderna, e da quello geoarcheologico, attraverso una serie di trivellazioni e carotaggi, i cui campioni sono stati poi analizzati in dipartimenti specialistici. Il fine era quello di stabilire una linea di evoluzione dell’uso dei territori in oggetto, del paesaggio, delle modalità di insediamento e dell’evoluzione paleoclimatica.
I risultati della ricerca, che si auspica possa continuare in futuro, oltre a proporsi come modello di approccio per lo studio del territorio e del paesaggio, in questo libro si confronta con esperienze di studio sull’uso del territorio in altre aree della Sardegna e non solo.
Al libro, in due volumi, hanno partecipato: Rita Ara, Anna Ardu, Danila Artizzu, Aldo Aveni Cirino, Gianluigi Bacchetta, Franco G.R. Campus, Alfredo Carannante, Francesco Carboni, Salvatore Chilardi, Riccardo Cicilloni, Alessandra Cioppi, Anna Depalmas, Guy D’Hallewin, Federico Di Rita, Bianca Fadda, Giacomo Floris, Charles French, Antonello V. Greco, Maria Grazia R. Mele, Rita T. Melis, Alex Metcalfe, Francesca Montis, Clizia Murgia, Giovanni Murgia, Martino Orrù, Mauro Perra, Elisa Pompianu, David Redhouse, Marco Sarigu, Silvia Sau, Giuseppe Seche, Luigi Serra, Maily Serra, Giovanni Serreli, Alessandro Soddu, Federica Sulas, Sean Taylor, Gabriella Uccheddu, Mariano Ucchesu, Alessandro Usai, Federica Usai, Alberto Virdis, Marco Zedda.
This study aims at a comprehensive view on changes in the prehistoric occupation patterns within the Río Ica catchment on the southern coast of Peru. Results of different research projects are integrated. The heterogeneous character of the catchment allows us to define three sub-sections which differ greatly in terms of vegetation, relief and water regime.
Based on quantitative geo-statistical methods we analyse spatio-temporal changes in human occupation from the Early Horizon (c. 1000–200 BC) through to the Inca Late Horizon (AD 1450–1532) in the context
of environmental conditions, as well as socio-economic processes. Examining known archaeological sites we are able to assess the significance of environmental location factors for pre-Hispanic settlements. In addition, areas of high human interaction are identified on the basis of a classification of archaeological sites according to their function (craft/industry, cult, cooperation and trade). We thereby transfer the concept of central place theory to the spatial distribution of archaeological remains, introducing a novel approach to identifying central functions in a spatially explicit way.
Our results crystallise the changing character of occupation in the study area over more than two millennia. They contribute to the ongoing debate on the decline of the Nasca culture, endorsing a complex combination of natural and socio-economic reasons. Furthermore, the results support the concept of a more widespread exchange and cooperation during ‘Horizon’ periods in the study area and likewise indicate that the disappearance of a supra-regional administrative polity during ‘Intermediate’ periods might have led to higher human activity in smaller scale societies, as reflected in a more diverse spatial organisation in terms of geomorphometric units and central areas.
mismos, requiere de un análisis contextual que involucre
el medioambiente como agente activo de transformación. Por tanto, se debe considerar los aspectos culturales y naturales que generan estos procesos de cambio
(Butzer 1982; Schiffer 1972, 1983, 1987). Es decir, conocer el entorno en el que se inserta un sitio o un grupo de
sitios debe ser considerado uno de los primeros pasos en
nuestras investigaciones arqueológicas. Se pretende la
exploración y el desarrollo deliberado de un enfoque que
“trascienda la preocupación tradicional por los artefactos
y los sitios aislados y posibilite una apreciación realista
del aspecto medioambiental y de sus interacciones espaciales, económicas, sociales y potenciales con el sistema
de asentamiento” (Butzer 1989: 11).
Lo anterior puede ser abordado a partir del estudio de
suelos y sedimentos, utilizando herramientas metodológicas de las Ciencias de la Tierra. Los análisis de suelos y
sedimentos son un importante referente, pues estos son resultado de la síntesis de componentes del paisaje, como
el material parental, clima, biota, relieve y tiempo (Cuenya y
García 2004: 10). Estos pueden ser estudiados mediante la
aplicación de técnicas como la micromorfología o caracterización de suelos. El presente artículo6
aborda este enfoque desde una escala micro-espacial o microambiental
con un objetivo principal: caracterizar el paleoambiente de
las cuencas de Samaca y Ullujaya en el valle bajo de Ica.
Sa massarìa: Ecologia storica dei sistemi di lavoro contadino in Sardegna
a cura di Giovanni Serreli, Rita T. Melis, Charles A.I. French e Federica Sulas
Cagliari, Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea, 2017
Il libro è il frutto del progetto di ricerca triennale omonimo, finanziato dalla Regione Autonoma della Sardegna (L.R. 7 agosto 2007 ‘Promozione della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica in Sardegna’), nel quale si raccolgono i risultati della ricerca assieme a numerosi altri saggi riguardanti il paesaggio, l’uso del territorio, l’insediamento in varie aree della Sardegna dalla protostoria all’età contemporanea.
Il progetto è stato condotto dall’Istituto di Storia dell’Europa mediterranea del CNR e dal Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche dell’Università di Cagliari con la collaborazione del Charles McBurney Laboratory, Human Landscapes (University of Cambridge). Sono stati partner del progetto il Comune di Las Plassas e il museo MudA.
Nello specifico, il progetto ha visto la collaborazione interdisciplinare di storici, archeologi, geografi, geologi e geoarcheologi, per studiare da vari punti di vista tre aree campione della Sardegna: la Marmilla (e in particolare il territorio di Las Plassas), il bacino del rio Posada e le campagne di Assemini e Decimomannu.
Queste aree campione sono state studiate dal punto di vista storico, partendo dalla documentazione medievale e di età moderna, e da quello geoarcheologico, attraverso una serie di trivellazioni e carotaggi, i cui campioni sono stati poi studiati nei migliori dipartimenti specialistici. Il fine era quello di stabilire una linea di evoluzione dell’uso dei territori in oggetto, del paesaggio, delle modalità di insediamento e dell’evoluzione paleoclimatica.
I risultati della ricerca, che si auspica possa continuare in futuro, oltre a proporsi come modello di approccio per lo studio del territorio e del paesaggio, in questo libro si confronta con esperienze di studio sull’uso del territorio in altre aree della Sardegna e non solo.