Pubblicazione realizzata con il finanziamento della Regione del Veneto Si ringrazia VERONA ILLUST... more Pubblicazione realizzata con il finanziamento della Regione del Veneto Si ringrazia VERONA ILLUSTRATA Le monete d'oro rinvenute nella tomba romana di Corrubbio (Verona)
norme per gli autori I contributi critici -proposti dagli autori o frutto d'invito -sono sottopos... more norme per gli autori I contributi critici -proposti dagli autori o frutto d'invito -sono sottoposti al vaglio del Comitato scientifico, della Redazione e del Comitato dei revisori anonimi della rivista. Elementi necessari all'accettazione sono l'originalità dell'elaborato e l'esclusività della destinazione per la stampa alla rivista "Saggi e Memorie di storia dell'arte". I saggi, composti secondo le Norme redazionali della rivista, devono pervenire in formato word (cartella di 2000 battute); le immagini di corredo in un file apposito, con relative didascalie, in formato digitale (minimo 300 dpi per 15×15 cm). Si chiede l'invio nella lingua madre per i testi in inglese, francese, tedesco e spagnolo. Gli autori sono responsabili dell'assolvimento degli eventuali diritti di copyright per le immagini che illustrano il testo. Il nome e il recapito dell'autore (indirizzo postale, numero di telefono, indirizzo mail) devono comparire in un foglio separato. La consegna dei materiali deve avvenire entro il 31 marzo per poter essere presi in esame in relazione al Sommario del volume con uscita a dicembre dello stesso anno. Il materiale va indirizzato e spedito esclusivamente alla Redazione della rivista (
The sculptor Domenico Banti began his career in 1792-1793, and some of his works are preserved in... more The sculptor Domenico Banti began his career in 1792-1793, and some of his works are preserved in the Villa Dionisi in Cerea, close to Verona. In 1805 he realized a series of statues for the façade of the Borsa Vecchia in Trieste. In 1808 the Chamber of Commerce of Venice decided to erect a statue to Napoleon, and a contest was launched. The task was entrusted to the little-known Veronese artist. The documents relating to the competition are published and discussed for the first time. The analysis continues with a close examination of the statue, found in the year 2002 and now exposed to the public at the Museo Correr in Venice. Finally a work attributed to Domenico Banti, preserved at the Tadini Academy of Lovere, is presented.
un busto al seminario di Venezia Al seminario patriarcale di Venezia un busto in marmo, alto con ... more un busto al seminario di Venezia Al seminario patriarcale di Venezia un busto in marmo, alto con lo zoccolo 87 cm, raffigura un uomo di robusta maturità, il volto incorniciato da lunghi capelli, mustacchi e pizzo. Indossa una veste abbottonata con alto collare e un mantellone fissato da una fibula posta sulla spalla destra (fig. 1). Secondo la tradizione il busto, che non presenta firma né altre iscrizioni, proviene dalla cappella maggiore della chiesa veneziana di Santa Lucia, oggi demolita, e ritrae il cavalier Bernardo (che in realtà dobbiamo chiamare, come vedremo, Leonardo, o alla veneziana Lunardo) Mocenigo, un patrizio nato nel 1523 e scomparso intorno al 1575 1. Esaminato dal punto di vista artistico il ritratto colpisce per la disinvoltura, e sarebbe meglio dire l'indifferenza, con cui affianca a un'aperta e notevole vivacità fisionomica altri aspetti meno interessanti, contrassegnati da caratteri che sconfinano nella dozzinalità artigianale. Il viso, infatti, è reso con vigorosa caratterizzazione, sia pure mediante mezzi che indulgono al greve e al volgare. Si notino il corrugamento della fronte, i colpi di trapano nelle pupille, il naso forte e volitivo, l'accurato trattamento dei capelli e dei mustacchi, lavorati con la gradina, e che manifestano sensibilità per le masse agitate e vibranti. Invece il panneggio, in particolare il mantello, mostra un impiego tanto facile e pronto quanto superficiale del più vulgato formulario del Barocco romano, e l'effetto complessivo non è dinamico ma statico e pesante. Si nota inoltre la semplicità quasi rustica dello zoccolo, lasciato grezzo. Facile ipotizzare che qui siano intervenute due mani diverse: quella del
Tralasciamo il concetto principale qui esposto, circa il ruolo determinante che il pittore di Mau... more Tralasciamo il concetto principale qui esposto, circa il ruolo determinante che il pittore di Maubeuge avrebbe rivestito nell'ambito della ritrattistica ufficiale veneziana. Come si ricava dalla stessa monografia della Lemoine, il Régnier lavorò per la committenza pubblica di Venezia soltanto nell'ultimo decennio della sua vita, a partire, grosso modo, dal triplo ritratto degli Avogadori Loredan, Gritti e Molin del 1655-1656 2. Esaminiamo invece l'ultima notazione della scrittrice, ove si fa riferimento ad un brano di Giustiniano Martinioni. Questi, aggiornando nel 1663 la Venetia città nobilissima del Sansovino, e descrivendo le sale della Procuratia de Citra (non de Ultra, come fraintende l'autrice, la quale, tra l'altro, ne pone la sede nello stesso Palazzo Ducale), dopo aver menzionato un ritratto del doge Antonio Priuli opera di Leandro Bassano («il quale per dimostrar il
Angelo Pizzi, who studied in Milan with Giuseppe Perego and then with Giuseppe Franchi, began his... more Angelo Pizzi, who studied in Milan with Giuseppe Perego and then with Giuseppe Franchi, began his career with a relief on the facade of the cathedral. Involved in the decoration of the villa Belgiojoso, he met Andrea Appiani while still young, who occupied him in the models for the statues and reliefs of the High altar of the cathedral of Monza, and then commissioned him the bust of General Desaix, at the Gran San Bernardo (1800-01). After becoming professor in Carrara and then in Venice (from 1807), Pizzi developed a completely neoclassical style, highlighted in the two versions of the statue of Napoleon, and in the busts and relief of Victory (1811-12). During the Restoration he worked on the portrait of Francis the Ist and a group for de "Gift" of the Venetian provinces to Carolina Augusta. After a long illness he died prematurely in Venice in 1819.
The study reconstructs, also on the basis of new documents, the lengthy preparatory process that ... more The study reconstructs, also on the basis of new documents, the lengthy preparatory process that led Antonio Canova, between 1790 and 1794, to his final design for his monument to Titian, destined to be erected in the Venetian church of the Frari, but never in fact realized. The project was later re–used by Canova for his funerary monument of the Arch–Duchess Maria Cristina of Austria in Vienna (Augustinerkirche, 1798–1805). The various models for the monument, the three bozzetti in the Gipsoteca at Possagno, the bozzetto and two drawings in the Museo Correr in Venice, are examined; the history of the bozzetto in the Correr is reconstructed, on the basis of unpublished documents. An unknown bozzetto in the storerooms of the Gallerie dell’Accademia is also presented; according to the author, it represents the concluding phase of Canova’s whole design process relating to the monument to Titian.
... La statuaria Farsetti: opere superstiti. Autores: Noè, Enrico; Localización: Arte veneta: riv... more ... La statuaria Farsetti: opere superstiti. Autores: Noè, Enrico; Localización: Arte veneta: rivista di storia dell'arte, ISSN 0392-523, Nº 65, 2008 , págs. 224-269. Fundación Dialnet. Acceso de usuarios registrados. Acceso de usuarios registrados Usuario. Contraseña. Entrar. Mi Dialnet ...
Pubblicazione realizzata con il finanziamento della Regione del Veneto Si ringrazia VERONA ILLUST... more Pubblicazione realizzata con il finanziamento della Regione del Veneto Si ringrazia VERONA ILLUSTRATA Le monete d'oro rinvenute nella tomba romana di Corrubbio (Verona)
norme per gli autori I contributi critici -proposti dagli autori o frutto d'invito -sono sottopos... more norme per gli autori I contributi critici -proposti dagli autori o frutto d'invito -sono sottoposti al vaglio del Comitato scientifico, della Redazione e del Comitato dei revisori anonimi della rivista. Elementi necessari all'accettazione sono l'originalità dell'elaborato e l'esclusività della destinazione per la stampa alla rivista "Saggi e Memorie di storia dell'arte". I saggi, composti secondo le Norme redazionali della rivista, devono pervenire in formato word (cartella di 2000 battute); le immagini di corredo in un file apposito, con relative didascalie, in formato digitale (minimo 300 dpi per 15×15 cm). Si chiede l'invio nella lingua madre per i testi in inglese, francese, tedesco e spagnolo. Gli autori sono responsabili dell'assolvimento degli eventuali diritti di copyright per le immagini che illustrano il testo. Il nome e il recapito dell'autore (indirizzo postale, numero di telefono, indirizzo mail) devono comparire in un foglio separato. La consegna dei materiali deve avvenire entro il 31 marzo per poter essere presi in esame in relazione al Sommario del volume con uscita a dicembre dello stesso anno. Il materiale va indirizzato e spedito esclusivamente alla Redazione della rivista (
The sculptor Domenico Banti began his career in 1792-1793, and some of his works are preserved in... more The sculptor Domenico Banti began his career in 1792-1793, and some of his works are preserved in the Villa Dionisi in Cerea, close to Verona. In 1805 he realized a series of statues for the façade of the Borsa Vecchia in Trieste. In 1808 the Chamber of Commerce of Venice decided to erect a statue to Napoleon, and a contest was launched. The task was entrusted to the little-known Veronese artist. The documents relating to the competition are published and discussed for the first time. The analysis continues with a close examination of the statue, found in the year 2002 and now exposed to the public at the Museo Correr in Venice. Finally a work attributed to Domenico Banti, preserved at the Tadini Academy of Lovere, is presented.
un busto al seminario di Venezia Al seminario patriarcale di Venezia un busto in marmo, alto con ... more un busto al seminario di Venezia Al seminario patriarcale di Venezia un busto in marmo, alto con lo zoccolo 87 cm, raffigura un uomo di robusta maturità, il volto incorniciato da lunghi capelli, mustacchi e pizzo. Indossa una veste abbottonata con alto collare e un mantellone fissato da una fibula posta sulla spalla destra (fig. 1). Secondo la tradizione il busto, che non presenta firma né altre iscrizioni, proviene dalla cappella maggiore della chiesa veneziana di Santa Lucia, oggi demolita, e ritrae il cavalier Bernardo (che in realtà dobbiamo chiamare, come vedremo, Leonardo, o alla veneziana Lunardo) Mocenigo, un patrizio nato nel 1523 e scomparso intorno al 1575 1. Esaminato dal punto di vista artistico il ritratto colpisce per la disinvoltura, e sarebbe meglio dire l'indifferenza, con cui affianca a un'aperta e notevole vivacità fisionomica altri aspetti meno interessanti, contrassegnati da caratteri che sconfinano nella dozzinalità artigianale. Il viso, infatti, è reso con vigorosa caratterizzazione, sia pure mediante mezzi che indulgono al greve e al volgare. Si notino il corrugamento della fronte, i colpi di trapano nelle pupille, il naso forte e volitivo, l'accurato trattamento dei capelli e dei mustacchi, lavorati con la gradina, e che manifestano sensibilità per le masse agitate e vibranti. Invece il panneggio, in particolare il mantello, mostra un impiego tanto facile e pronto quanto superficiale del più vulgato formulario del Barocco romano, e l'effetto complessivo non è dinamico ma statico e pesante. Si nota inoltre la semplicità quasi rustica dello zoccolo, lasciato grezzo. Facile ipotizzare che qui siano intervenute due mani diverse: quella del
Tralasciamo il concetto principale qui esposto, circa il ruolo determinante che il pittore di Mau... more Tralasciamo il concetto principale qui esposto, circa il ruolo determinante che il pittore di Maubeuge avrebbe rivestito nell'ambito della ritrattistica ufficiale veneziana. Come si ricava dalla stessa monografia della Lemoine, il Régnier lavorò per la committenza pubblica di Venezia soltanto nell'ultimo decennio della sua vita, a partire, grosso modo, dal triplo ritratto degli Avogadori Loredan, Gritti e Molin del 1655-1656 2. Esaminiamo invece l'ultima notazione della scrittrice, ove si fa riferimento ad un brano di Giustiniano Martinioni. Questi, aggiornando nel 1663 la Venetia città nobilissima del Sansovino, e descrivendo le sale della Procuratia de Citra (non de Ultra, come fraintende l'autrice, la quale, tra l'altro, ne pone la sede nello stesso Palazzo Ducale), dopo aver menzionato un ritratto del doge Antonio Priuli opera di Leandro Bassano («il quale per dimostrar il
Angelo Pizzi, who studied in Milan with Giuseppe Perego and then with Giuseppe Franchi, began his... more Angelo Pizzi, who studied in Milan with Giuseppe Perego and then with Giuseppe Franchi, began his career with a relief on the facade of the cathedral. Involved in the decoration of the villa Belgiojoso, he met Andrea Appiani while still young, who occupied him in the models for the statues and reliefs of the High altar of the cathedral of Monza, and then commissioned him the bust of General Desaix, at the Gran San Bernardo (1800-01). After becoming professor in Carrara and then in Venice (from 1807), Pizzi developed a completely neoclassical style, highlighted in the two versions of the statue of Napoleon, and in the busts and relief of Victory (1811-12). During the Restoration he worked on the portrait of Francis the Ist and a group for de "Gift" of the Venetian provinces to Carolina Augusta. After a long illness he died prematurely in Venice in 1819.
The study reconstructs, also on the basis of new documents, the lengthy preparatory process that ... more The study reconstructs, also on the basis of new documents, the lengthy preparatory process that led Antonio Canova, between 1790 and 1794, to his final design for his monument to Titian, destined to be erected in the Venetian church of the Frari, but never in fact realized. The project was later re–used by Canova for his funerary monument of the Arch–Duchess Maria Cristina of Austria in Vienna (Augustinerkirche, 1798–1805). The various models for the monument, the three bozzetti in the Gipsoteca at Possagno, the bozzetto and two drawings in the Museo Correr in Venice, are examined; the history of the bozzetto in the Correr is reconstructed, on the basis of unpublished documents. An unknown bozzetto in the storerooms of the Gallerie dell’Accademia is also presented; according to the author, it represents the concluding phase of Canova’s whole design process relating to the monument to Titian.
... La statuaria Farsetti: opere superstiti. Autores: Noè, Enrico; Localización: Arte veneta: riv... more ... La statuaria Farsetti: opere superstiti. Autores: Noè, Enrico; Localización: Arte veneta: rivista di storia dell'arte, ISSN 0392-523, Nº 65, 2008 , págs. 224-269. Fundación Dialnet. Acceso de usuarios registrados. Acceso de usuarios registrados Usuario. Contraseña. Entrar. Mi Dialnet ...
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