Papers by Stefano Bittasi
La continua informazione in tempo reale che l'odierna tecnologia permette, sembra richiederci, in... more La continua informazione in tempo reale che l'odierna tecnologia permette, sembra richiederci, individualmente e collettivamente, una risposta immediata, a livello sia emotivo sia di azione. Capita spesso, infatti, che eventi accaduti solo poche settimane prima ci appaiano estremamente lontani nel tempo. Per non dire dell'impressione che suscitano molte pagine dei quotidiani, fresche di stampa eppure già datate, in quanto piene di notizie che conosciamo da ore e ci risultano già vecchie. Tutto sembra accadere in un frenetico presente. In questa situazione, come non smarrire la capacità, fondamentale per ogni convivenza umana, di costruire e valorizzare una memoria collettiva?
860 Aggiornamenti Sociali dicembre 2013 (860)(861)(862)(863) bibbia aperta M olte religioni richi... more 860 Aggiornamenti Sociali dicembre 2013 (860)(861)(862)(863) bibbia aperta M olte religioni richiedono l'osservanza di precise regole alimentari, proibendo in particolare di consumare alcuni cibi. La loro analisi (cfr il contributo «Cibi vietati», pubblicato nel numero scorso) mostra come la loro ragion d'essere sia di matrice identitaria, in rapporto alla necessità dei gruppi religiosi di marcare la propria differenza dalle religioni e dalle usanze circostanti. Anche nella Bibbia i confini di purità e impurità vengono così definiti come la possibilità di essere santi come Dio è santo (cfr Levitico 11, 44-45; Esodo 22, 30 e Deuteronomio 14, 21), intendendo il termine "santità" non sul versante della perfezione morale, ma su quello della "separazione" o "diversità" di Israele rispetto a tutti gli altri popoli e di Dio rispetto agli altri dèi.

782 Aggiornamenti Sociali novembre 2013 (782-785) bibbia aperta T ra gli elementi che più incurio... more 782 Aggiornamenti Sociali novembre 2013 (782-785) bibbia aperta T ra gli elementi che più incuriosiscono e talvolta lasciano perplessi nel confronto tra le pratiche delle diverse religioni, un posto di primo piano è certamente occupato dalle regole alimentari: liste di cibi vietati (sempre o in particolari occasioni), vincoli alle modalità di coltivare gli alimenti, macellare gli animali e cuocere i cibi. Tanto ciascuno trova familiari quelle della propria religione, quanto bizzarre appaiono quelle delle altre. Anche la Bibbia ebraica non fa eccezione e le regole alimentari sono una delle modalità con cui essa declina una tematica così ricca a livello simbolico quanto quella del "mangiare", vera e propria cifra con cui è possibile riassumere l'esistenza umana (a riguardo cfr Bittasi S., «Mangiare e dar da mangiare. Leggere le relazioni sociali attraverso un paradigma biblico», in Aggiornamenti Sociali, 5 [2012] 419-430). Un esame più ravvicinato consentirà di apprezzare il significato più profondo dell'esistenza di queste regole, tutt'altro che folcloristiche, così come -nel prossimo numero della Rivista -quello del loro allentamento da parte della primitiva comunità cristiana.
Aggiornamenti Sociali maggio 2012 (419-430) 419 bibbia aperta Questo mese la rubrica «Bibbia aper... more Aggiornamenti Sociali maggio 2012 (419-430) 419 bibbia aperta Questo mese la rubrica «Bibbia aperta» si sposta tra le Mappe, per dare spazio a una riflessione più ampia e articolata su una azione che riguarda ciascun essere vivente ma che si arricchisce di significati simbolici nel caso dell'essere umano: nutrirsi e nutrire. Partendo dalle diverse descrizioni bibliche del mangiare, l'A. spiega come questa dinamica, attraverso le fasi del mangiare per se stessi, del mangiare insieme, del dar da mangiare e infine dell'offrire se stessi come cibo per la vita degli altri possa illuminare anche le relazioni umane nel loro vissuto più esplicitamente sociale.
Si sente spesso dire che l'ebraismo e il cristianesimo sono « religioni del Libro ». Abbiamo a ch... more Si sente spesso dire che l'ebraismo e il cristianesimo sono « religioni del Libro ». Abbiamo a che fare effettivamente con una Scrittura Sacra definita come "parola di Dio", che ha contorni definiti ed è in qualche modo normativa per la vita e per le dinamiche di pietà e culto, avendo una dimensione di "fondamento" per la vita personale e comunitaria. Tuttavia è fortemente radicato e costante nel tempo, all'interno dell'impianto di autocomprensione delle comunità sia ebraiche che cristiane la convinzione che non è nel "Libro" l'essenziale della appartenenza e della fede. L'essenziale sta invece nella relazione storica di Dio con il popolo e con l'umanità. Questa relazione è la "Parola di Dio" che si rivela, Parola che è incarnata negli eventi storici e nelle parole. Per comprendere questo fondamentale "punto zero", leggiamo il testo di Dei Verbum 2.
È innegabile una tendenza contemporanea a una certa dicotomia fra le aree della fede e quelle più... more È innegabile una tendenza contemporanea a una certa dicotomia fra le aree della fede e quelle più laiche della nostra vita. Ogni persona che operi nel sociale o che sia chiamata a una riflessione di tipo politico o sociologico, fatte salve alcune basi valoriali ed etiche che la muovono sul versante ideale, è portata a distinguere tra la propria formazione spirituale e quella più propriamente professionale e tecnica. Laddove tale distinzione si fa netta e radicale, la lettura della Bibbia viene immediatamente collocata nell'ambito dell'adesione di fede o della crescita spirituale, personale o comunitaria attraverso il metodo della lectio divina o come ascolto nella Messa domenicale.
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