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In Italia oltre 400.000 bambini vengono colpiti ogni anno dalla gastroenterite e il rotavirus rappresenta il principale agente eziologico. Di questi casi, circa 322.000 episodi si risolvono con la sola assistenza al domicilio del piccolo, 80.500 quelli che necessitano di una visita ambulatoriale, mentre oltre 10.000 vengono ospedalizzati.

E’ stato, inoltre, stimato che la gastroenterite da rotavirus causa 50.000 visite in pronto soccorso l’anno, con conseguente congestione di tutte le strutture ospedaliere, specie nei mesi invernali, quando si registra il picco d’incidenza. La durata della degenza varia da 4 a 7 giorni ed è più lunga per chi ha meno di 4 mesi di vita. Nel nostro Paese l’infezione da rotavirus costa 40-60 milioni di euro all’anno di costi diretti, a cui andrebbero sommati quelli sociali, dovuti alla perdita di giorni di lavoro dei genitori dei bambini ammalati.

E’ praticamente impossibile distinguere una gastroenterite da rotavirus da un’altra, i sintomi sono gli stessi. Si può però riconoscere a posteriori: il rotavirus provoca un’infezione più importante e dura più a lungo.

La trasmissione avviene più che altro per via orofecale, cioè attraverso il contatto delle mani sporche per aver toccato pannoloni o per aver accudito i bambini malati, ma anche per via respiratoria e scambiandosi oggetti, ad esempio i giocattoli. La malattia ha un periodo di incubazione di circa due giorni. Il rotavirus è molto resistente, sopravvive a lungo nell’ambiente e rimane nelle feci anche per due settimane dopo la guarigione del bambino.

La principale problematica causata dal rotavirus è la disidratazione, comune soprattutto nei bambini con meno di 2 anni di età.

Per prevenire l’infezione da rotavirus esistono due vaccini, entrambi sicuri, ben tollerati e soprattutto molto efficaci. Si assumono per via orale e sono raccomandati da tutte le Società Scientifiche nazionali e internazionali. Vanno, però, assunti in due o tre dosi, a seconda del prodotto, entro il sesto mese di vita e tuttora il loro utilizzo è molto scarso nel nostro Paese. Soltanto alcune regioni come Piemonte, Toscana, Lazio, Basilicata, Calabria e Puglia, prevedono un regime di co-partecipazione della spesa da parte delle famiglie. Nelle altre il vaccino non viene offerto e, se pur i genitori potrebbero acquistarlo a prezzo intero in farmacia, spesso non sono informati della possibilità di prevenzione dell’infezione da rotavirus.

Nei paesi dove la vaccinazione è stata avviata già da diverso tempo, i ricoveri dei bambini si sono ridotti dell’80% in un anno. C’è da augurarsi che anche nel nostro Paese venga prevista l’offerta alle famiglie della vaccinazione anti-rotavirus nel corso dei bilanci di salute effettuati dai pediatri di famiglia.

 

 

Mia figlia (22 mesi) fa l’aerosol ogni sera con soluzione fisiologica per prevenire tosse e raffreddori. Alcuni pediatri lo sconsigliano se il bimbo sta bene. Che ne dice?

Invece di fare a sua figlia ogni sera l’aerosol con soluzione fisiologica, le consiglio di farle eseguire sistematicamente dei lavaggi nasali, sempre con soluzione fisiologica. Nella patologia che interessa le prime vie aeree, sia di origine infettiva che allergica, l’utilizzo di soluzioni saline per il lavaggio nasale costituisce una delle strategie che negli ultimi anni ha progressivamente ampliato il proprio ruolo.

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L’esposizione prolungata ai raggi solari può procurare danni agli occhi, proprio come avviene per la pelle. I danni a distanza di tempo prodotti dalle radiazioni solari rappresentano un rischio concreto per gli occhi sia degli adulti, sia dei bambini, come segnalato nelle popolazioni più esposte al sole (in India e nei paesi africani l’incidenza della cataratta è altissima).

In generale spesso anche chi presta una certa attenzione alla protezione dell’epidermide, non si preoccupa altrettanto di proteggere gli occhi.

I raggi ultravioletti minacciano le parti anteriori dell’occhio come la cute palpebrale, particolarmente sottile, la cornea, che è la prima lente del sistema visivo e, in assoluto, la parte più sensibile del corpo umano, la congiuntiva, la tonaca trasparente che copre la sclera, la parte bianca, e il cristallino, la seconda lente del sistema, che quando si opacizza dà luogo alla cataratta.

I raggi violetti e blu, invece, insieme agli UVA possono nuocere pure alla retina, la parte più nobile che raccoglie le informazioni luminose come una pellicola di una macchina fotografica.

Per questo l’impiego degli occhiali da sole protettivi, meglio ancora se di tipo fasciante, e di un cappellino con visiera dovrebbero iniziare in età infantile e continuare per tutta la vita perché ridurre l’esposizione alle radiazioni solari, soprattutto ultraviolette e violette blu, è provato che ritardi la comparsa della cataratta e della degenerazione maculare senile.

In altre parole, proteggendosi si può rimandare di 10 anni l’età media in cui si manifestano queste malattie.

Quando si acquista un occhiale da sole non bisognerebbe pensare solo all’aspetto estetico, ma fare attenzione che la lente garantisca un totale assorbimento di raggi ultravioletti UVA e UVB. Questi raggi non servono alla visione e sono dannosi qualsiasi sia la parte dell’occhio che li assorbe.

Sul mercato ci sono tre tipi di lenti: standard, polarizzate, fotocromatiche. Sebbene io consigli le standard , magari in policarbonato, nei bambini è utile sapere che le lenti polarizzate filtrano anche i riflessi e possono contribuire non solo a proteggere l’occhio, ma anche a migliorare la visibilità, per esempio su una strada assolata, su una superficie riflettente come l’acqua del mare. Quelle fotocromatiche variano da sè il potere filtrante in funzione della quantità di UV presenti.

Anche la colorazione ha la sua importanza perché le varie colorazioni delle lenti possono avere differenti funzioni. Le lenti gialle sembrano più adatte in caso di scarsa visibilità, come per esempio in caso di nebbia, perché aumentano la sensibilità al contrasto, anche se alterano la percezione dei colori e quindi vanno usate a ragion veduta.

Ai miopi si consiglia l’uso di lenti marrone ambra, perché l’occhio di chi ha questo difetto della vista cattura con maggior facilità le tonalità calde. All’ipermetrope si addice meglio la colorazione azzurro verde proprio perché la retina di queste persone vede meglio le tonalità fredde.

In alta quota (montagna) o in barca l’occhiale è obbligatorio perché il riflesso della neve o del mare aumenta l’esposizione ai raggi UVA: non a caso ci si abbronza di più, ma anche più facilmente ci si può scottare.

E se il bambino fa i capricci e non vuole metterli? Quando gli occhiali sono abitualmente portati da mamma e papà, il bambino non avrà nessuna difficoltà a imitare gli adulti ,negli altri casi, segnalare che l’occhiale è cosa da grandi, ha spesso un appeal giusto per i più piccoli. Per quanto riguarda i costi di un occhiale da sole, non è necessario spendere un patrimonio per un averne uno adeguato, al di là della moda o della griffe, un prezzo medio per un occhiale da bambino, comprensivo di montatura, non dovrebbe superare, a mio parere gli 80 euro.

 

La diarrea è uno dei sintomi più frequenti delle patologie intestinali dell’infanzia. Possiamo definire la diarrea acuta come l’emissione improvvisa e ripetuta di feci abbondanti e di consistenza semiliquida o francamente liquida. Anche però una sola scarica abbondante e liquida può definirsi già diarroica e merita quindi un attenzione particolare. (altro…)

Il fluoro è un sale minerale importante per lo sviluppo di denti sani e aiuta a prevenire la carie. La quantitè che assumiamo con l’alimentazione è bassa e nelle acque di molte regioni e città il fluoro è assente.

Le ultime linee guida del Ministero della Salute raccomandano la somministrazione di fluoro nei bambini piccoli, almeno fino ai 6 anni di vita, che vivono in zone con acque contenenti basse quantità di fluoro (inferiore a 0,6 ppm).

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