Classical Philology

La selezione degli autori di riferimento propria dell'Ars di Prisciano è stata oggetto di analisi a più riprese (Jeep, Wessner, Reychman-Lee), anche per la presenza in essa (degna di nota, sia pur non del tutto senza precedenti in altri testi grammaticali) di autori tardi e rappresentanti di culture tecniche e non di autorità letteraria (cfr. M. De Nonno, Le citazioni dei grammatici, in Lo spazio letterario di Roma antica, III, La ricezione del testo, Roma 1990, pp. 642-646, con esauriente bibliografia). Il quadro di questa selezione si modifica sensibilmente, rispetto ai libri precedenti in parte fondati su fonti grammaticali latine, nell'ambito dei libri sintattici, in cui il più serrato confronto con le strutture della lingua greca avviene mediante la comparazione dell'uso di un più limitato numero di autori e di testi, certo per la necessaria utilizzazione di fonti diverse rispetto alla parte precedente ma forse anche per una limitata disponibilità di scripta di cui avvalersi come repertorio di usi linguistici (cfr. GL II 1, 13-14 propter inopiam scriptorum). Nella prospettiva proposta dal convegno Il latino a Bisanzio si intende dunque valorizzare il dato, incontrovertibile in alcuni casi, verosimile in altri, dell'utilizzazione diretta di testi da parte di Prisciano (in nessun caso da dare per scontata), al fine di leggere la testimonianza del grammatico in primo luogo come prova della presenza di testi, letterari e no, a Costantinopoli nel primo quarto del sesto secolo, e in secondo luogo come segno del giudizio di valore, in relazione all'auctoritas linguistica, attribuito a ciascuna di queste opere; si cerca inoltre di individuare e caratterizzare le differenti modalità in cui tale utilizzazione avvenne. A questo riguardo si cerca inoltre, mediante un'analisi della terminologia e dei contenuti dottrinali dell'Ars, di stabilire in quale misura l'insegnamento grammaticale di Prisciano faccia riferimento all'uso letterario classico e se, accanto a quel modello linguistico, vi siano contemplati anche aspetti propri di un latino più tardo o meno sorvegliato, quali sono evocati da altri grammatici sotto le etichette di consuetudo e usus. Si valuterà infine quanto abbia inciso sulla codificazione linguistica priscianea l'esigenza di confrontare le strutture della lingua latina con quelle del greco, un aspetto particolarmente rilevante e connesso sia all'impiego di fonti grammaticali greche da parte di Prisciano sia alla necessità di rivolgersi, a Costantinopoli, ad un pubblico di ellenofoni.