Books by Marco Di Branco

Ibn Haldun tra Alessandro e Cesare La Grecia e Roma nel Libro degli esempi, 2020
Subsidia Mediaevalia Patavina
2020, pp. 232
ISSN
2612-3770
ISBN
978-88-9387-093-1
€ 40,00 € 38,0... more Subsidia Mediaevalia Patavina
2020, pp. 232
ISSN
2612-3770
ISBN
978-88-9387-093-1
€ 40,00 € 38,00
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Marco Di Branco
Ibn Haldun tra Alessandro e Cesare
La Grecia e Roma nel Libro degli esempi
Ibn Ḫaldūn (1332-1406), uno dei più grandi storici arabi della fine del Medioevo, è tra i pochi autori arabi medievali noti anche al di fuori del ristretto ambito degli arabisti e degli islamisti. Nel suo pensiero, i metodi tradizionali della pedagogia islamica si uniscono a un’acutissima capacità di analisi, frutto delle sue burrascose vicende biografiche, e a una forte sensibilità per l’indagine sociologica e psicologica dei gruppi sociali. In particolare, la cosiddetta Muqaddima – cioè il primo dei tre libri che compongono la sua celeberrima opera storica – è spesso definita come opera fondativa della sociologia storica: in essa, infatti, l’autore discute le cause e i fattori dell’incivilimento. Ibn Ḫaldūn in particolare considera la terra greca come la terra dell’arte, e soprattutto il centro da cui la scienza si è irradiata nel mondo musulmano. La riflessione di Ibn Ḫaldūn, connettendo le concezioni filosofiche derivanti dal movimento di tradizione greco-arabo alle correnti più vitali della tradizione culturale islamica, getta le basi teoriche di una nuova scienza storica e riorganizza in maniera globale il modo di narrare la storia universale, limitando alquanto il peso della prospettiva provvidenzialistica e mettendo invece al centro il concetto di «nazioni» (umam), entità etniche detentrici di autorità. Il volume offre al lettore la possibilità di conoscere i capitoli riguardanti la storia greca e romana del Kitāb al-‘Ibar, di cui si presenta per la prima volta la traduzione integrale in una lingua occidentale, corredata da un commento e da un’ampia introduzione che mette a fuoco i punti fondamentali su cui si impernia il “discorso greco-romano” del grande storico arabo.
Della tentata conquista islamica dell’Italia, che interessò tutto il corso del IX secolo, sappiam... more Della tentata conquista islamica dell’Italia, che interessò tutto il corso del IX secolo, sappiamo davvero poco. Per far luce su quelle vicende, il libro prende le mosse dal racconto della grande battaglia avvenuta nel 915 non lontano dal fiume Garigliano, fra il Lazio e la Campania. Le truppe di una lega cristiana di Bizantini, Napoletani, Gaetani, Capuani e Amalfitani si scontrarono – sconfiggendoli – con i guerriglieri musulmani che trent’anni prima avevano fondato, su una collina prospiciente il fiume, un importante insediamento militare. Sono poi ricostruite le tappe principali dell’espansione musulmana nell’Italia continentale, con un occhio attento ai profili biografici e alle rappresentazioni ideologiche dei suoi protagonisti, ai luoghi, ai complessi e inaspettati rapporti politico-diplomatici intercorsi fra occupanti ed élites locali.
I libri più venduti di Marco Di Branco

Il 5 luglio 2014 tutto il mondo ha potuto assistere all’apparizione in video del califfo dello ... more Il 5 luglio 2014 tutto il mondo ha potuto assistere all’apparizione in video del califfo dello “Stato islamico tra Iraq e Siria” (ISIS), Abū Bakr al-Baġdādī, l’astro nascente del ǧihād globale, il nuovo leader dei combattenti sunniti radicali. Nel video, al-Baġdādī incita i fedeli di tutto il mondo islamico a dichiarare il ǧihād sulla via di Dio, al fine di restituire dignità, diritti e autorità all’Islām, e loda la vittoria che dopo secoli ha permesso di restaurare il califfato.
Per comprendere pienamente il senso storico-politico di questa inquietante operazione è necessario riflettere sul significato dell’istituzione califfale nella storia islamica. Questo libro, che colma un’evidente lacuna della saggistica italiana (ma sul tema del califfato mancano da decenni sintesi aggiornate anche in altre lingue), ricostruisce in maniera sintetica ma rigorosa la vicenda storica dei califfati medievali (umayyade, ʿabbāside, andaluso, fāṭimida, almohade), fino alle loro estreme propaggini in terra egiziana, all’abolizione del califfato ottomano voluta da Kemal Atatürk e ai recentissimi tentativi di riproposizione di questo modello di governo, con un occhio attento non solo alla prassi ma anche alle teorie elaborate su tale istituzione dal pensiero politico musulmano.
Ein Meer und seine Heiligen
Con il suo forte melting pot etnico e linguistico, l’esotismo dei suoi costumi e il complesso cer... more Con il suo forte melting pot etnico e linguistico, l’esotismo dei suoi costumi e il complesso cerimoniale della corte di Costantinopoli, il mondo bizantino esercita un indubbio fascino sulla società contemporanea, ma una sua analisi superficiale può dar luogo a molti fraintendimenti. Questo libro non contiene una narrazione dettagliata delle vicende dell’impero bizantino (324-1453), ma mette in primo piano i caratteri originali e, nei limiti del possibile, i momenti chiave della sua lunga storia, per suscitare nel lettore curiosità e interesse nei confronti di Bisanzio: una curiosità che lo conduca ad approfondire ulteriormente almeno alcuni dei molteplici aspetti appassionanti e ricchi di seduzione della grande civiltà bizantina.

Il manoscritto 11042 della Bibliothèque Royale di Bruxelles contiene due trattati del marchese d... more Il manoscritto 11042 della Bibliothèque Royale di Bruxelles contiene due trattati del marchese di Monferrato Teodoro Paleologo (1291 ca.-1338), conservatici solo nella versione francese del traduttore normanno Jehan de Vignay. Il primo è un famoso scritto sull’arte militare e di governo, mentre il secondo, di cui qui si presenta l’editio princeps e una traduzione italiana, è un breve testo contenente riflessioni personali di Teodoro.
A dispetto del titolo, non si tratta di un tentativo di analisi socioeconomica della realtà del tempo. In effetti, l’autore si concentra soprattutto sulla condanna della ricchezza in quanto tale, che lo conduce all’affermazione dell’assoluta impossibilità di conciliare etica e prassi politica: abbandonata per sempre la speranza di ottenere le insegne della monarchia universale, Teodoro trasfigura il proprio personale fallimento in un duro atto di accusa verso l’ingiustizia del mondo. Un piccolo classico “eterodosso” del pensiero politico bizantino.

Il personaggio di Alessandro Magno è una delle grandi figure storiche che abbandonano presto il p... more Il personaggio di Alessandro Magno è una delle grandi figure storiche che abbandonano presto il palcoscenico della storia per raggiungere la sfera del mito. E tuttavia, questa mitizzazione del conquistatore macedone sembra essere un elemento non esclusivo dell'Ellenismo, che pure individua in lui il proprio ineguagliabile campione: dall'Egitto all'Himalaya, dalla Britannia all'Uzbekistan, la leggenda di Alessandro si è in realtà propagata in tutto il mondo, trasformando il personaggio storico nell'ultimo degli eroi greci, una delle più sfavillanti icone mitiche elaborate dal pensiero umano. Alla creazione di tale mito ha certamente contribuito il Romanzo di Alessandro, che trasfigura in epiche imprese anche quelle che il suo protagonista aveva forse solo sognato di compiere. Questo eccezionale bestseller dell'Antichità, composto originariamente in greco, fu letto, copiato, rielaborato e tradotto senza soluzione di continuità, dall'età ellenistica fino alle soglie dell'età contemporanea. E fu proprio per suo tramite che la leggenda di Alessandro raggiunse l'Oriente: del Romanzo, infatti, vennero prodotte versioni in mediopersiano, siriaco, armeno, etiopico, copto, arabo, ebraico. Ma la fortuna della figura di Alessandro nel mondo orientale è soprattutto legata alla cultura musulmana, fortemente attratta dal grande conquistatore greco.

La monografia di Marco Di Branco va a dimostrare la relazione esistente tra la storiografia greco... more La monografia di Marco Di Branco va a dimostrare la relazione esistente tra la storiografia greco-romana e quella islamica. La sua indagine, finalizzata innanzitutto a contestualizzare la nascente storiografia islamica nel mondo delle cronache tardoantiche e protobizantine, evita qualsiasi facile tentazione di "continuismo" e individua nelle opere cronografiche di Giovanni Malala e dei successivi autori di espressione siriaca un modello e un approccio in sostanza simili a quelli riscontrabili in àmbito islamico. Il volume, che rivolge la sua attenzione non solo ai primi storiografi musulmani, ai grandi autori delle cronache universali (un nome fra tutti: at-Tabarî) e agli storici arabi di Persia, ma anche alle opere storiche dell'Occidente islamico, rappresenta un'ampia e completa presentazione della visione della Grecia e di Roma antiche in terra d'Islâm. Per tal modo, la Grecia e Roma diventano anche uno strumento nelle mani del moderno studioso per individuare il "filo rosso" che lega dunque la storiografia islamica alle tradizioni precedenti, al di là di qualsiasi inconsistente ipotesi di continuità o di rottura.

"In epoca tardoantica Atene, la città-simbolo del paganesimo ellenistico-romano, sede delle grand... more "In epoca tardoantica Atene, la città-simbolo del paganesimo ellenistico-romano, sede delle grandi scuole sofistiche e della famosa scuola neoplatonica dove si elaborarono i fondamenti del pensiero filosofico medievale, è costretta ad affrontare la nuova realtà del cristianesimo in espansione, e ciò dà origine a interessanti fenomeni religiosi, filosofici politici e sociali. Questo lavoro offre una sintesi completa su questo straordinario periodo della storia della città.
In late ancient times the town that is symbolic of Hellenic Roman paganism, the seat of the great Sophistic schools and of the famous neo-Platonic school, where the principles of medieval philosophical thought were elaborated, Athens, was compelled to face the new reality of the expansion of Christianity, and that originated interesting religious, philosophical, political and social phenomena. «The town of philosophers» offers a complete synthesis of this extraordinary period of the town’s history.
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I ricchi e i poveri dell'Impero bizantino riuniti a convegno per discutere della loro condizione.... more I ricchi e i poveri dell'Impero bizantino riuniti a convegno per discutere della loro condizione. Scritto in greco nel 1343 il Dialogo di Alessio Macrembolite può considerarsi un classico del pensiero politico medioevale.
All’inizio del XIV secolo, mentre i Mongoli dell’Iran minacciano di invadere il sultanato mameluc... more All’inizio del XIV secolo, mentre i Mongoli dell’Iran minacciano di invadere il sultanato mamelucco e i Crociati bordeggiano senza sosta lungo le coste della Siria-Palestina, portandovi guerra e terrore, il più grande pensatore musulmano del tempo, Taqî al-Dîn Ahmad Ibn Taymiyya scrive a un sovrano crociato residente a Cipro. Nella sua epistola, egli chiede di liberare i prigionieri musulmani o almeno di trattarli con benevolenza e di non imporre loro a forza il battesimo; ma ciò che rende soprattutto interessante il testo è la straordinaria lezione di religione comparata che accompagna le sue richieste, nella quale l’autore vanta i meriti dell’islam e invita il suo corrispondente a riflettere sui fondamenti della “vera religione”.
Il celebre dialogo tra l’imperatore bizantino Manuele e un letterato turco che ha ispirato a Papa... more Il celebre dialogo tra l’imperatore bizantino Manuele e un letterato turco che ha ispirato a Papa Benedetto XVI la discussa lectio magistralis di Ratisbona. Nel settembre 2006 Papa Ratzinger pronunciava un discorso che suscitò una reazione risentita da parte del mondo musulmano: ancora una volta si riapriva la polemica ormai secolare, e di enormi implicazioni politiche, tra due culture e due religioni in perenne contrasto. Nell’interessante introduzione di Marco Di Branco viene ripercorsa la lunga storia dei tentativi di dialogo interreligioso tra Islam e Cristianesimo: da Giovanni Damasceno (VIII sec. d.C.) sino al recente discorso di Ratisbona di Papa Benedetto XVI. E come afferma lo stesso Di Branco, «ce n’è abbastanza per far riflettere i moderni sostenitori del dialogo ecumenico fra mondo cristiano e mondo islamico».
In quest’opera, ricchissima di spunti che spaziano dalla storia sociale a quella del pensiero pol... more In quest’opera, ricchissima di spunti che spaziano dalla storia sociale a quella del pensiero politico e storiografico, Nerone non è più il folle tiranno descritto nelle pagine immortali di Tacito e Svetonio, ma assurge a modello di optimus princeps. Questa metamorfosi deriva da una radicale revisione storiografica del giudizio sul principato di Nerone, alternativa a quella della tradizione e immediatamente utilizzabile nel vivo della polemica politica dei tempi dell’autore. Nell’encomium la riflessione sul passato si interseca esplicitamente con la sfera del presente, e il giudizio storico si muta di continuo in giudizio politico sull’attualità.
Papers by Marco Di Branco
Les voyages d'Alexandre au paradis: Orient et Occident, regards croisés, 2013
Medioevo Un Passato Da Riscoprire, 2005
Medioevo Un Passato Da Riscoprire, 2005
The Encyclopedia of Global Human Migration, 2013

Journal of Transcultural Medieval Studies, 2014
The establishment of an Aghlabid, then Fāṭimid-Kalbid dominion in Sicily had a deep impact not on... more The establishment of an Aghlabid, then Fāṭimid-Kalbid dominion in Sicily had a deep impact not only on the island and on Mediterranean power constellations, but also on mainland Italy, especially in its Southern parts. Although the Peninsula was under continuous attack between the ninth and eleventh centuries, all attempts to place it under submission failed on a long-term basis. Examining three examples of ‘hindered passages’, this article proposes some new considerations about the question of this missed Muslim conquest. Besides the numerous raids, the establishment of many military bases and Christian-Muslim agreements on the mainland during the Aghlabid and Fāṭimid-Kalbid period points to a targeted politics of conquest. Furthermore, the fragmentation of Southern Italy, often claimed as the main cause for the ‘Saracen’ destructions, could, on the contrary, also be seen as the main obstacle to Muslim expansion due to its many fortified centres.
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Books by Marco Di Branco
2020, pp. 232
ISSN
2612-3770
ISBN
978-88-9387-093-1
€ 40,00 € 38,00
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Marco Di Branco
Ibn Haldun tra Alessandro e Cesare
La Grecia e Roma nel Libro degli esempi
Ibn Ḫaldūn (1332-1406), uno dei più grandi storici arabi della fine del Medioevo, è tra i pochi autori arabi medievali noti anche al di fuori del ristretto ambito degli arabisti e degli islamisti. Nel suo pensiero, i metodi tradizionali della pedagogia islamica si uniscono a un’acutissima capacità di analisi, frutto delle sue burrascose vicende biografiche, e a una forte sensibilità per l’indagine sociologica e psicologica dei gruppi sociali. In particolare, la cosiddetta Muqaddima – cioè il primo dei tre libri che compongono la sua celeberrima opera storica – è spesso definita come opera fondativa della sociologia storica: in essa, infatti, l’autore discute le cause e i fattori dell’incivilimento. Ibn Ḫaldūn in particolare considera la terra greca come la terra dell’arte, e soprattutto il centro da cui la scienza si è irradiata nel mondo musulmano. La riflessione di Ibn Ḫaldūn, connettendo le concezioni filosofiche derivanti dal movimento di tradizione greco-arabo alle correnti più vitali della tradizione culturale islamica, getta le basi teoriche di una nuova scienza storica e riorganizza in maniera globale il modo di narrare la storia universale, limitando alquanto il peso della prospettiva provvidenzialistica e mettendo invece al centro il concetto di «nazioni» (umam), entità etniche detentrici di autorità. Il volume offre al lettore la possibilità di conoscere i capitoli riguardanti la storia greca e romana del Kitāb al-‘Ibar, di cui si presenta per la prima volta la traduzione integrale in una lingua occidentale, corredata da un commento e da un’ampia introduzione che mette a fuoco i punti fondamentali su cui si impernia il “discorso greco-romano” del grande storico arabo.
I libri più venduti di Marco Di Branco
Per comprendere pienamente il senso storico-politico di questa inquietante operazione è necessario riflettere sul significato dell’istituzione califfale nella storia islamica. Questo libro, che colma un’evidente lacuna della saggistica italiana (ma sul tema del califfato mancano da decenni sintesi aggiornate anche in altre lingue), ricostruisce in maniera sintetica ma rigorosa la vicenda storica dei califfati medievali (umayyade, ʿabbāside, andaluso, fāṭimida, almohade), fino alle loro estreme propaggini in terra egiziana, all’abolizione del califfato ottomano voluta da Kemal Atatürk e ai recentissimi tentativi di riproposizione di questo modello di governo, con un occhio attento non solo alla prassi ma anche alle teorie elaborate su tale istituzione dal pensiero politico musulmano.
A dispetto del titolo, non si tratta di un tentativo di analisi socioeconomica della realtà del tempo. In effetti, l’autore si concentra soprattutto sulla condanna della ricchezza in quanto tale, che lo conduce all’affermazione dell’assoluta impossibilità di conciliare etica e prassi politica: abbandonata per sempre la speranza di ottenere le insegne della monarchia universale, Teodoro trasfigura il proprio personale fallimento in un duro atto di accusa verso l’ingiustizia del mondo. Un piccolo classico “eterodosso” del pensiero politico bizantino.
In late ancient times the town that is symbolic of Hellenic Roman paganism, the seat of the great Sophistic schools and of the famous neo-Platonic school, where the principles of medieval philosophical thought were elaborated, Athens, was compelled to face the new reality of the expansion of Christianity, and that originated interesting religious, philosophical, political and social phenomena. «The town of philosophers» offers a complete synthesis of this extraordinary period of the town’s history.
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Papers by Marco Di Branco
2020, pp. 232
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2612-3770
ISBN
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Ibn Haldun tra Alessandro e Cesare
La Grecia e Roma nel Libro degli esempi
Ibn Ḫaldūn (1332-1406), uno dei più grandi storici arabi della fine del Medioevo, è tra i pochi autori arabi medievali noti anche al di fuori del ristretto ambito degli arabisti e degli islamisti. Nel suo pensiero, i metodi tradizionali della pedagogia islamica si uniscono a un’acutissima capacità di analisi, frutto delle sue burrascose vicende biografiche, e a una forte sensibilità per l’indagine sociologica e psicologica dei gruppi sociali. In particolare, la cosiddetta Muqaddima – cioè il primo dei tre libri che compongono la sua celeberrima opera storica – è spesso definita come opera fondativa della sociologia storica: in essa, infatti, l’autore discute le cause e i fattori dell’incivilimento. Ibn Ḫaldūn in particolare considera la terra greca come la terra dell’arte, e soprattutto il centro da cui la scienza si è irradiata nel mondo musulmano. La riflessione di Ibn Ḫaldūn, connettendo le concezioni filosofiche derivanti dal movimento di tradizione greco-arabo alle correnti più vitali della tradizione culturale islamica, getta le basi teoriche di una nuova scienza storica e riorganizza in maniera globale il modo di narrare la storia universale, limitando alquanto il peso della prospettiva provvidenzialistica e mettendo invece al centro il concetto di «nazioni» (umam), entità etniche detentrici di autorità. Il volume offre al lettore la possibilità di conoscere i capitoli riguardanti la storia greca e romana del Kitāb al-‘Ibar, di cui si presenta per la prima volta la traduzione integrale in una lingua occidentale, corredata da un commento e da un’ampia introduzione che mette a fuoco i punti fondamentali su cui si impernia il “discorso greco-romano” del grande storico arabo.
I libri più venduti di Marco Di Branco
Per comprendere pienamente il senso storico-politico di questa inquietante operazione è necessario riflettere sul significato dell’istituzione califfale nella storia islamica. Questo libro, che colma un’evidente lacuna della saggistica italiana (ma sul tema del califfato mancano da decenni sintesi aggiornate anche in altre lingue), ricostruisce in maniera sintetica ma rigorosa la vicenda storica dei califfati medievali (umayyade, ʿabbāside, andaluso, fāṭimida, almohade), fino alle loro estreme propaggini in terra egiziana, all’abolizione del califfato ottomano voluta da Kemal Atatürk e ai recentissimi tentativi di riproposizione di questo modello di governo, con un occhio attento non solo alla prassi ma anche alle teorie elaborate su tale istituzione dal pensiero politico musulmano.
A dispetto del titolo, non si tratta di un tentativo di analisi socioeconomica della realtà del tempo. In effetti, l’autore si concentra soprattutto sulla condanna della ricchezza in quanto tale, che lo conduce all’affermazione dell’assoluta impossibilità di conciliare etica e prassi politica: abbandonata per sempre la speranza di ottenere le insegne della monarchia universale, Teodoro trasfigura il proprio personale fallimento in un duro atto di accusa verso l’ingiustizia del mondo. Un piccolo classico “eterodosso” del pensiero politico bizantino.
In late ancient times the town that is symbolic of Hellenic Roman paganism, the seat of the great Sophistic schools and of the famous neo-Platonic school, where the principles of medieval philosophical thought were elaborated, Athens, was compelled to face the new reality of the expansion of Christianity, and that originated interesting religious, philosophical, political and social phenomena. «The town of philosophers» offers a complete synthesis of this extraordinary period of the town’s history.
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